LECCE – Venerdì 26 giugno 2020 nelle sale del MUST Museo Storico della Città di Lecce si inaugura la mostra personale GIANNI LEONE, antologica del fotografo pugliese (Bari, 1939). Un progetto dell’Associazione Kunstschau in collaborazione con il Comune di Lecce – Assessorato alla Cultura e con la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare. La mostra è a cura di Rosalba Branà, direttrice della Fondazione Pino Pascali.
In occasione del progetto espositivo virtuale Gianni Leone. Da Sud a Nord ospitato sul sito web della Fondazione Pino Pascali (dal 12 giugno sulla piattaforma www.museovirtualepinopascali.it, in collaborazione con myphotoportal), sessanta opere provenienti dalla stessa collezione approdano al MUST per un’esposizione dedicata ad uno dei massimi esponenti della fotografia italiana di paesaggio, nonché protagonista e animatore dello storico Viaggio in Italia del 1984 che lo vide impegnato accanto agli eccellenti colleghi Luigi Ghirri ed Enzo Velati in una delle più accurate ricognizioni fotografiche del secolo scorso.
“Per Gianni Leone – scrive la curatrice Rosalba Branà, direttrice della Fondazione Pascali – il paesaggio è un altrove teorico, è un complesso sistema di segni, è il luogo del pensiero ma non della nostalgia, poiché questa appartiene ai viaggiatori seriali mentre lui è un sedentario e il suo piacere più grande è tornare a casa. Il nostro autore ama e percorre pianure, costeggia il mare, con passo lento attraversando il fluire del tempo e i cambiamenti di luce. Le flânerie è un concetto che ben si addice a Leone, con la fotografia si appropria lentamente dei luoghi, vi indugia senza fretta, senza retorica […] Percorrere il paesaggio comporta la fatica del conoscere, il nostro autore lo fa attraverso i tagli e la messa a fuoco, catturando dettagli e segni minimi ma essenziali. A Leone interessa il riconoscimento dei luoghi? Credo di no, è interessato al sistema dei segni che va a costruire con la scelta dell’inquadratura, il gioco delle forme, una visione prospettica quasi sempre centrale, ad indicare la propria e unica presenza. Di fatto la presenza umana è irrilevante, poiché il nostro autore preferisce fotografare in solitudine, si percepisce il piacere di essere solo con se stesso, l’altrui presenza umana è solo evocata. La fotografia si presenta non come rappresentazione della realtà ma quale tentativo di sintesi tra memoria, attese, fluire del tempo”.
In mostra al MUST sarà visibile un’ampia selezione del lavoro realizzato dagli anni ’80 ad oggi, in una ricerca condotta tra la città e i piccoli borghi, tra la campagna e l’industria, posando uno sguardo discreto e silenzioso su luoghi marginali, abbandonati, spiagge solitarie ed angoli deserti soprattutto della sua Puglia e del Mezzogiorno. Una sezione della mostra sarà dedicata all’attenta perlustrazione di superfici, campiture, dettagli formali e geometrie, analizzati fino ai limiti di un’astrazione luminosa e sentimentale.
La mostra sarà visitabile dal 26 giugno al 27 settembre 2020, dal martedì alla domenica, dalle 10,00 alle 13,30 e dalle 15,30 alle 19,00.
Nota biografica
Gianni Leone nasce nel 1939 a Bari, nella cui Università ha insegnato Storia delle dottrine politiche. Inizia a fotografare nel 1979 nel contesto di un’intensa attività di animazione culturale: dal 1981 al 1983 dirige la galleria Spazio Immagine dove espone la prima ricerca, Letture, e fino al 1983 promuove gli “Incontri di Spazio Immagine”, intesi cicli di conferenze e letture, affiancati da esposizioni monografiche, di respiro nazionale e internazionale. Tra gli altri invita Luigi Ghirri, Mario Cresci, Giovanni Chiaramonte – che lo invita alla collettiva Luogo e identità della Fotografia contemporanea Europea (1982) – e Guido Guidi. La sua opera fotografica, centrata su una personalissima declinazione della ricerca critica del linguaggio dell’immagine e della memoria, si dispiega in più di trent’anni di viaggi, spesso ritorni, raccontati con fotografie in bianco e nero e poi, dal 1994, a colori. Ha svolto collaborazioni e ricerche come Fasti barocchi (sul barocco napoletano, 1984), il fondamentale Viaggio in Italia, Giardini d’Europa (1988), Ritorno al mare (1994), Nuovo Paesaggio italiano (1998), Mediterranea, Verde e Vintage (2005, 2008), e le più recenti Poi (2010) e Casa Ghirri (2011), intense riflessioni sugli spazi della perdita. Leone continua a realizzare i suoi Vaghi Paesaggi, vedute del vagabondare, della bellezza, dell’indeterminazione splendida e continuamente mutevole dall’esterno in cui, imperfettamente, ci si specchia. Nel 2016 su invito della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare espone una mostra di oltre 100 fotografie in bianco e nero e colore dal titolo Inventario. Ancora nel 2016 Beppe Sebaste lo invita alla collettiva che inaugura la sua Stanza/Ci sono cieli dappertutto a Narni. Sempre a Narni, nel 2017, è ancora Sebaste che espone per la prima volta La casa e le stagioni, per ricordare di Luigi e Paola Ghirri le foto scattate nel casale di Roncocesi da Gianni Leone, Daniele De Lonti e Vittorio Fossati. Nel 2019, ancora nella Fondazione Pino Pascali, partecipa alla mostra Viandanti a Sud a cura di Rosalba Branà.
GIANNI LEONE
a cura di Rosalba Branà
Dal 26 giugno al 27 settembre 2020
L’accesso alla mostra sarà contingentato in osservanza delle misure adottate dal governo italiano in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19:
– Accesso consentito ad un massimo di 20 persone
– Mascherina obbligatoria
– Guanti monouso facoltativi