Il Maestro Pier Carlo Penta a Lecce per i 50 anni della Comunità Sant’Egidio: sabato 4 agosto concerto presso i Teatini

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RLECCE – Ritorna nel Salento il maestro Pier Carlo Penta che con la sua musica inviterà a sostenere il lavoro encomiabile portato avanti da mezzo secolo dalla Comunità di Sant’Egidio.

Sabato 4 agosto a Lecce nella Chiesa dei Teatini il noto musicista si esibirà nell’ambito di una serata benefica organizzata da Andrea Gaudino, Presidente dell’Associazione Culturale AMS Spettacoli.

“Il mio piccolo contributo è un modo per condividere in prima persona lo spirito di solidarietà che la comunità di Sant’Egidio esprime in maniera concreta con le proprie azioni. In un’era come la nostra trovo di fondamentale importanza il suo atteggiamento di apertura ed attenzione verso la società” dichiara Pier Carlo Penta, pianista e compositore che ha iniziato gli studi classici presso il Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze per poi rivolgere attenzione al jazz. Ha lavorato in discografia come arrangiatore e sound-engineer con importanti artisti italiani (F. Concato, A. Branduardi, C. De Andrè, E. Bennato, V. Rossi) e stranieri (Tony Cousins, Jan Cooper, John Jacob) seguendo la produzione esecutiva e artistica delle loro realizzazioni sia in Italia che all’estero. Nel 2010 ha composto l’ensemble acustico Trio Project e si è cimentato con successo in performances di piano solo.

Il concerto previsto per sabato 4 agosto sarà presentato da Eraldo Martucci e si svilupperà attingendo dal repertorio pianistico classico per poi toccare attraverso momenti di improvvisazione alcune composizioni originali e pagine jazzistiche scelte tra le più meditative e di carattere introspettivo.

Al maestro Penta abbiamo chiesto cosa significhi ricorrere alla musica per esprimere i valori della solidarietà, giustizia, condivisione.

“Sono giunto alla conclusione, che la musica non potrà avere spazio adeguato, finché non riconquisteremo un po’di silenzio poiché l’inflazione di musica di ogni tipo, proposta incessantemente in qualsiasi luogo e circostanza costituisce il vero ostacolo alla sua integrazione nella nostra società. Citando il famoso M• Barenboim: “L’ultimo suono non è il termine della musica. Se la prima nota è collegata al silenzio che la precede, allora l’ultima deve essere collegata al silenzio che la segue…c’è un ultimo momento di espressività, che consiste precisamente nel rapporto tra la fine del suono e l’inizio del silenzio che lo segue.” Certamente la musica costituisce un linguaggio che supera ogni barriera culturale, aiuta a costruire nuove relazioni e a consolidare i rapporti preesistenti. È in questo senso che l’arte diviene un importante strumento per condividere i valori della solidarietà, dell’impegno sociale e della dignità umana.”