Giovedì 2 agosto il Trio di Parma nel chiostro di Palazzo San Martino

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MONOPOLI (Bari) – Il trio è stata la formazione per eccellenza dell’Ottocento, molto utilizzata anche per le trascrizioni di pagine sinfoniche. E in questo solco si muove il Trio di Parma, ensemble erede del leggendario Trio di Trieste, di scena a Monopoli, giovedì 2 agosto (ore 21), nel Chiostro di Palazzo San Martino, per il Festival Ritratti diretto da Massimo Felici e Antonia Valente per l’associazione Euterpe nella Rete di musica d’arte Orfeo Futuro.

Vincitore nel 1994 del Premio Abbiati, l’Oscar della musica classica in Italia, e formato da Ivan Rabaglia (violino), Enrico Bronzi (violoncello) e Alberto Miodini (piano), il Trio di Parma propone un programma dedicato alle trascrizioni storiche di due pagine di Liszt, il poema sinfonico «Orphée» nella versione di Camille Saint-Saëns e «La vallée d’Obermann» adattata dallo stesso autore, Tre capricci di Egon Wellesz e il celebre Trio «dell’Arciduca» di Beethoven, tra i capolavori di questo genere per grandezza dell’impianto formale, ma anche per inventiva, espressività e varietà timbrica.

Una varietà che i tre musicisti parmensi tireranno fuori anche attraverso le straordinarie sonorità dei due strumenti ad arco. Ivan Rabaglia suona, infatti, un prezioso violino realizzato da Giovanni Battista Guadagnini a Piacenza nel 1744, mentre Enrico Bronzi utilizza un violoncello di Vincenzo Panormo costruito a Londra nel 1775.

L’ensemble, uno dei complessi italiani dalla carriera internazionale di maggior prestigio, si è costituito nel 1990 nella classe di musica da camera di Pierpaolo Maurizzi al Conservatorio Arrigo Boito di Parma e in pochi anni si è imposto sulla scena internazionale con una prolifica attività discografica, concerti con i più grandi artisti del mondo e, parallelamente, con un costante impegno didattico nei Conservatori di Novara, Gallarate, al Mozarteum di Salisburgo, alla Chamber Music Academy di Duino e alla Scuola di Musica di Fiesole. Tra i riconoscimenti ottenuti, non solo l’Abbiati, ma anche le affermazioni nei Concorsi internazionali di Melbourne, Lione, ARD di Monaco e «Vittorio Gui» di Firenze.