SURANO (Lecce) – Prosegue a Surano la seconda edizione del Terre di Mezzo Festival, ideato ed organizzato dall’Associazione Tracce Creative in collaborazione con la Compagnia Salvatore Della Villa e con il supporto e il sostegno del Comune di Surano, tra le iniziative dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018.
Mercoledì 29 agosto in Largo Ugo Foscolo la seconda serata del festival partirà alle 21 (ingresso libero) conPerform Dance. In scena gli allievi della scuola di danza Centro Studio Danza Étoile di Maglie diretta da Silvia De Maggio, in una performance di danza contemporanea. Battles di breakdance, assoli e passi a due pluripremiati di danza contemporanea saranno le componenti di questa PerformDance urbana. Alle 21.30 gli allievi e le allieve della scuola di teatro “La Macchina Attoriale” con “Il vestito nuovo dell’imperatore” per la regia di Salvatore Della Villa in collaborazione con Accademia d’Arte Thymòs. L’adattamento per la scena di Gianni Rodari dalla fiaba danese di Hans Christian Andersen narra la vicenda di un imperatore vanitoso, completamente dedito alla cura del suo aspetto esteriore, e in particolare del suo abbigliamento. Un giorno due imbroglioni giunti in città spargono la voce di essere tessitori e di avere a disposizione un nuovo e formidabile tessuto, sottile, leggero e meraviglioso, con la peculiarità di risultare invisibile agli stolti e agli indegni. In chiusura il concerto “Sangue del nostro sangue” con le voci di Anna Cinzia Villani e Anna Sabato e la fisarmonica di Antonio Papa. Lo spettacolo musicale etnico racconta e canta la Grecia Salentina, il sangue del nostro sangue, passione, amore e morte, dando risalto alla piaga dei nostri ulivi secolari, l’eterna lotta per la sopravvivenza e la libertà di questa terra d’oriente. La capacità di superare la morte e il dolore librandosi al di sopra. Salire in alto al ritmo incalzante del tamburello, inseguendo una mongofiera di carta velina colorata.
Sabato 1 settembre la serata conclusiva si aprirà alle 20 con la presentazione del libro “Io non ho un sogno” di Fabio Bacile di Castiglione. Strutturato per lo più sotto forma di dialogo, è un romanzo «istintivamente “filosofico”»: la trama vuole suggerire all’immaginazione del lettore il tentativo di esistenza di Diego, appena diplomatosi e in cerca della sua strada. Quasi nulla viene narrato: la storia si legge attraverso i pensieri e le parole del protagonista e degli altri personaggi. Dalle 21.15 in scena “Contrada cappuccini” su testi del poeta salentino Ercole Ugo d’Andrea, classico per formazione, rispetto e riscoperta della tradizione lirica italiana, ma assolutamente moderno per lo spirito e per quella sua visionarietà che anticipa il futuro, con Salvatore Della Villa e il paesaggio sonoro creato da Gianluigi Antonaci. Ercole D’Andrea si accorse, a un certo punto, che nella sua casa c’era tutta l’eternità e tutto il transeunte, le felicità e i dolori di tutte le stagioni, i frutti ancora acerbi e quelli oramai sfatti, le parole da tacere e i silenzi da parlare, le menzogne e le verità che si aggrovigliano nel mondo. Si accorse che in quella casa c’erano tutte le metafore, l’inizio e la fine di ogni storia, che bastava soltanto attraversare le stanze, osservare le trasparenze degli occhi, comprendere stanchezze, interpretare delusioni, tessere i ricordi. Era tutta lì ogni poesia. Per scoprirla occorreva solo uno sguardo perforante, capace di raggiungere il mistero che ci cela nell’apparenza anonima e innocente.