Venerdì 7 settembre Giovanni Paisiello Festival

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TARANTO – Tra le più grandi interpreti di musica antica sulla scena internazionale, il soprano Roberta Invernizzi incarna la bellezza della voce, venerdì 7 settembre (ore 21), nel chiostro del Mudi (Museo Diocesano) di Taranto, per la sedicesima edizione del Giovanni Paisiello Festival, organizzato dagli Amici della Musica «Arcangelo Speranza» con la direzione artistica di Lorenzo Mattei. Con l’atteso recital, intitolato «La Bella più Bella», la cantante milanese, applaudita nei più importanti teatri del mondo, sarà accompagnata dallo specialista di tiorba Franco Pavan per accendere i riflettori su uno dei due elementi tematici di questa edizione del festival, dedicata al gioco di specchi tra voce e forza della comicità nella drammaturgia settecentesca. Partendo da Giulio Caccini, la nota artista toccherà il Seicento e gli autori del primo melodramma Kapsberger, Carissimi, Piccinini, Merula, Rossi, Sigismondo d’India e Monteverdi, prima di rendere omaggio al genius loci Paisiello.

Il concerto al quale i due artisti daranno vita riporterà le lancette dell’orologio agli inizi del Seicento, ovvero ai primi momenti di quell’appassionante epopea un tempo chiamati «gli albori del melodramma», quando in Italia si diffuse la moda della «monodia accompagnata», la cui primogenitura viene attribuita a Giulio Caccini nella Firenze dei primi esperimenti dell’opera di corte. Tuttavia il fenomeno iniziò a svilupparsi a Roma e, prima ancora, a Napoli. Infatti, fu grazie ad una serie di virtuosi che il “canto alla napoletana” si trasferì a Roma, dov’era ancora studente proprio quel Giulio Caccini che porterà a Firenze il nuovo stile elaborato in modo del tutto personale.

Si tratta in ogni caso di un repertorio che richiede una specializzazione esecutiva modificatasi negli ultimi decenni sulla base di ricerche e studi che hanno portato Roberta Invernizzi a imporsi come una delle più lucide interpreti della musica antica. E anche se non tutti i brani del programma di questo concerto rinviano a Roma e Firenze, una rete di connessioni – come spiega il musicologo Dinko Fabris, autore delle note del libretto – avvolge e lega tutti gli autori in programma.

Regolarmente presente al Festival di Salisburgo, e acclamata più volte al teatro alla Scala, in particolare nel Rinaldo di Händel diretto da Ottavio Dantone per la regia di Pierluigi Pizzi e nell’Orfeo di Monteverdi diretto da Rinaldo Alessandrini per la regia di Robert Wilson, Roberta Invernizzi ha collaborato con tutti i grandi della early music, Nikolas Harnoncourt (per il concerto celebrativo dei duecento anni del Musikverein di Vienna), Alan Curtis e Diego Fasolis, oltre ad aver lavorato con Gustavo Dudamel, Claudio Abbado e molte altre grandi bacchette. La sua discografia comprende oltre cento incisioni per Sony, Deutsche Grammophon, EMI/Virgin, Naïve, Opus 111, Symphonia, Glossa e non si contano i premi ricevuti, tra cui il Diapason D’Or, lo Choc du Monde de la Musique, Goldberg 5 stars, Grammophone Awards e Deutsche Schallplatten Preis.