MARTIGNANO (Lecce) – Secondo giorno per la quinta edizione della Rassegna Cinematografica “Evò ce esù – Visioni. Incontri di confine, tra visi e parlate”, dedicata al cinema delle lingue minori e organizzata dal Parco Turistico Culturale Palmieri di Martignano, con la Cooperativa sociale Open e l’Ass. Salento Griko, in collaborazione e con il sostegno del Comune di Martignano e della Regione Puglia con la Legge Reg. n. 5/2012, in rete con numerose realtà italiane ed inserita all’interno del programma del Festival del Turismo Responsabile IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori, che vede la prima edizione in Salento, grazie ad una ricca rete di operatori e istituzioni locali.
L’evento, che si svolge negli spazi del Parco Turistico Culturale Palmieri a Martignano (Le), pone l’accento sul cinema delle lingue definite “minori”, con l’obiettivo di far conoscere al pubblico il dinamismo di molte realtà che si muovono nella prospettiva del riscatto e della volontà di risveglio dal torpore e dal conformismo culturale, nel tempo della globalizzazione. La Rassegna si snoda in tre percorsi (Esperienze, Racconti e Visioni) coniugando i linguaggi delle arti visive e delle performance artistiche con la scoperta delle comunità.
Con le Cicloesplorazioni in Grecìa Salentina (dalle 10 alle 13) e con le Visite guidate in musica e parole (alle 16.30 fino alle 18.00) al Parco Palmieri si aprono le giornate della rassegna, che proseguono con lo spazio del racconto e dello spettacolo (dalle 19.00 alle 21.00) per continuare con le proiezioni dei films (dalle 21.00 alle 24.00).
Sabato 15 settembre dalle 19.00 la rassegna continua il racconto delle comunità l’omaggio a Vito Domenico Palumbo a 100 anni dalla scomparsa, il poeta e studioso della lingua grika, nonché della storia e delle tradizioni popolari della Grecìa salentina, a cui si deve la più ampia raccolta di poesie, canti, filastrocche in lingua grika, con Silvano Palamà e il Prof. Salvatore Tommasi. Ma sarà soprattutto il linguaggio musicale a rendere omaggio allo studioso di Calimera attraverso la voce e la musica del cantautore griko Rocco De Santis, accompagnato della fisarmonica di Mattia Manco.
Oltre alla proposta di alcune delle canzoni più interessanti scritte dallo stesso Palumbo, Rocco De Santis presenterà un racconto in musica frutto del progetto “il cantastorie griko” di Parco Palmieri e alcuni brani del suo ricco e straordinario repertorio.
Il Cantastorie Griko è un progetto dell’Associazione Salento Griko, finanziato dalla Regione Puglia, nell’ambito della legge di tutela e valorizzazione delle lingue minoritarie annualità 2017.
Il progetto intende portare nelle piazze, nelle vie, e dentro i luoghi di incontro della comunità grika un modo nuovo di avvicinare la gente al griko. Un griko che non è l’obiettivo ma che ritorna alla sua essenza di strumento linguistico: strumento del racconto, della curiosità, della cultura popolare ma anche della creatività, dell’intrattenimento, della condivisione, nelle piazze, nei luoghi di incontro. Portatore sano di questo approccio è il Cantastorie, l’anello di congiunzione tra la realtà e la finzione, tra il vissuto e il sogno, tra la propria terra e il mondo. Accanto alla musica le immagini di Chiara Rescio, un racconto parallelo che anima con il visuale le parole grike. Un modo per comprendere una lingua ai più sconosciuta con il linguaggio universale dell’arte. Il progetto presenta la “prima” storia che ruota attorno alla vita del Medico e Martire Pantaleone, protettore del più piccolo borgo griko.
Alle 21.00 le proiezioni si apriranno con Deu ti Amu! la delicata pellicola in sardu di Jacopo Cullin, per proseguire con Il Club dei Centenari di Pietro Mereu, storia dei centenari che vivono in Ogliastra, una zona molto isolata della Sardegna, di circa 60 mila persone. In questo territorio, vivono circa 50 centenari, con una delle percentuali più alte al mondo, e moltissime persone longeve. Si prosegue con Mai di Marta González Gallego Carmeta, film in catalano, con protagoniste tre vicine di casa di Sucs, un paesino che si trova nella Piana di Lleida, che ogni sera restano sulla panchina all’angolo per parlare di quel che succede in paese e di se stesse, con Art Stories in Songzhuang – Beijing di Tommaso Faggiano e Fabrizio Lecce (ospiti della serata) il viaggio nella periferia est di Pechino, uno dei primi villaggi di artisti indipendenti della Cina. Qui, fra tradizione e contemporaneità, alcuni artisti sfidano l’omologazione della civiltà moderna servendosi dell’atto creativo; con Gos leat don? (in lingua sami) di Egil Pedersen, dove una ragazza, a modo suo, scopre e affronta i segreti della sua famiglia; A Casa Mia di Mario Piredda, con la storia (in sardu) dei due anziani Lucia e Peppino, unici abitanti di un paesino di pescatori abbandonato che vivono nella speranza che l’inverno non finisca mai; Piove di Ciro D’Emilio, dove quattro ragazze africane (con la loro lingua bini) sono entusiasmate da una radiosa giornata di pioggia; per chiudere con Il Silenzio di Farnoosh Samadi e Ali Asgari storia di Fatma e sua madre (in linuga kurdi), due rifugiate curde in Italia.
Ospiti della serata i registi Fabrizio Lecce e Tommaso Faggiano, Orazio Corianò, Vice-Sindaco di Martignano,Daniela Stara della Cineteca Sarda, Chiara Rescio, Rocco De Santis, Mattia Manco.
L’edizione 2018, con la direzione artistica di Pantaleo Rielli, responsabile di Parco Palmieri, presenta al pubblico pugliese pellicole provenienti da geografie e confini linguistici variegati; i luoghi del girato hanno toccato paesi come laNuova Zelanda, l’America del nord, la Cina, il Galles, la Spagna, la Norvegia, e l’Italia (con la Sardegna, la Puglia, la Calabra, l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Friuli), con lingue arcaiche e nascoste quali il sàmi, il furlan, il sardu, ilcinese, il welsh, il grecanico, l’euskera, il catalano, il bini, il dialetto salentino, fino alla lingua dei segni (con uno speciale dedicato al Cinema dei Sordi); tutti i progetti filmici proposti sono in grado di esprimere, raccontare e penetrare confini culturali, sociali, antropologici, geografici, facendo emergere con forza temi di grande interesse. Quest’anno un comune denominatore del linguaggio visivo è il tempo, declinato nella lunga vita vissuta dalle genti, ma anche nella lontananza dei ricordi, nello spessore di culture lontane, nella longevità della memoria, nella ostinazione atavica dell’uomo nel non volere rinunciare a se stesso, alle proprie radici e tradizioni.