TARANTO – Il welfare che avvicina il mondo delle imprese a quello dei lavoratori. Si chiama EBAT FAILA e sta per Ente Bilaterale Agricolo Taranto – Fondo di Assistenza Integrativa Lavoratori Agricoli. All’interno dell’Ente, impegnati in una gestione condivisa, operano le organizzazioni datoriali di categoria, Confagricoltura, Coldiretti e Cia e i sindacati Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil firmatari del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti. Uno spazio comune per offrire ai dipendenti forme di assistenza sanitaria integrativa per malattia e infortuni, migliori servizi e tutele e alle imprese prestazioni aggiuntive come i rimborsi di visite mediche specialistiche e specifici finanziamenti in materia di formazione, sicurezza sui luoghi di lavoro e sorveglianza sanitaria.
Un ruolo di fondamentale rilievo nel tessuto sociale e produttivo che giovedì sera, nell’Auditorium Cavallerizza di Laterza, è stato al centro dell’ultimo degli approfondimenti tematici organizzati da Confagricoltura Taranto, in collaborazione con gli Ordini professionali provinciali dei commercialisti, degli agronomi e dei consulenti del lavoro e con il Comune di Laterza, nell’occasione rappresentato dall’assessore al Marketing territoriale, Mimma Stano.
Iniziativa nata da due necessità. La prima, segnalata da Grazia Bozza, commercialista e responsabile della locale sede di Confagricoltura: «Stiamo promuovendo una forte campagna di informazione sul territorio, tra le aziende e i professionisti locali, su novità e strumenti purtroppo poco conosciuti ma utilissimi per muoversi più agevolmente tra leggi, regolamenti, enti e adempimenti: informare significa costruire prospettive nuove». La seconda, su cui ha posto l’accento Carmine Palma, direttore di Confagricoltura ma soprattutto componente del comitato di gestione dell’Ente Bilaterale Agricolo tarantino: «Questi strumenti hanno in dotazione finanziamenti che troppo spesso non vengono impiegati completamente: ed è un vero peccato non sfruttarli, anche perché sono legati a materie che impongono obblighi stringenti».
Una sollecitazione e un’opportunità doppia, rivolta a lavoratori ed aziende, che origina direttamente dalle previsioni contrattuali: «L’Ente Bilaterale Nazionale – ha ricordato Palma – è nato con il contratto nazionale del 2014, per razionalizzare e semplificare i rapporti di lavoro, rendere più efficace le tutele, prevedere agevolazioni per i lavoratori, abbassare i costi per le aziende, offrire maggiore trasparenza sui fondi che le aziende versano obbligatoriamente e migliorare la qualità del lavoro, ad esempio finanziando con 700mila euro i corsi di formazione per il primo soccorso e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Un sistema dal quale, a cascata, discendono i contratti provinciali di lavoro e gli Enti Bilaterali territoriali come quello di Taranto».
Naturalmente, per restare all’interno del perimetro degli Enti Bilaterali bisogna rispettare le regole. Il lavoratore, infatti, per accedere ai benefici per l’assistenza sanitaria deve presentare domanda entro il 30 giugno di ogni anno ed essere in regola con i versamenti contributivi, il che chiama in causa l’impresa, cui spetta il versamento all’Inps della propria quota-parte e di quella a carico del lavoratore trattenuta in busta paga.
Obblighi che impegnano le aziende su più fronti, compreso quello delicato della legge sul caporalato che – ha sottolineato ancora Palma – «inserisce tra gli indici di sfruttamento il non essere in regola con le norma sulla sicurezza del lavoro». Paletti che, tuttavia, rappresentano anche opportunità: «La riscossione dei contributi previdenziali è obbligatoria ma, nello stesso tempo, l’azienda rispettosa del contratto di lavoro può ottenere la defiscalizzazione contributiva, risparmiando il 65 per cento del dovuto. E chi versa i contributi è iscritto all’EBAN e ne può ricevere i benefici, mentre se i contributi non risultano versati, la domanda viene rigettata e, di fatto, viene negato un diritto al lavoratore».
Interessanti – ha sostenuto ancora Palma – anche le ricadute a livello di Ente Bilaterale territoriale, che «si occupa dell’Osservatorio Provinciale del Lavoro, dell’accesso a fondi per la sorveglianza sanitaria dedicati alle aziende (10 euro per ogni lavoratore sottoposto a visita medica) e, in prospettiva, della possibilità di fare formazione direttamente, di strutturare prestazioni di welfare aziendale, come borse di studio a favore dei figli di dipendenti di azienda agricola e figli di titolari, bonus per le nascite».
«Pezzi di un welfare a disposizione di aziende e lavoratori – ha rimarcato Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto – e che può trovare nell’Ente Bilaterale, dove sindacati e organizzazioni datoriali lavorano fianco a fianco, la formula giusta per sviluppare altri percorsi di attenzione verso le dinamiche del lavoro in provincia di Taranto, che proprio nel settore agricolo sta segnando un trend di crescita, nonostante le enormi difficoltà attraversate. In questi anni abbiamo alzato un muro a difesa delle aziende che occupano tantissimi lavoratori e continueremo a farlo, perché l’agricoltura tarantina sta dando le risposte che l’apparato industriale non è stato in grado di dare. Se si lavora insieme – ha concluso Lazzàro – si può costruire un percorso comune e ottenere risultati positivi affinché questa terra possa intercettare le dinamiche di sviluppo che la Puglia, a sua volta, sta già incrociando».