LECCE – Si svolgerà domani, venerdì 19 ottobre alle ore 19 presso la pinacoteca del Museo Sigismondo Castromediano, l’incontro che conclude la prima fase del progetto di etno-danza dal titolo “Danzare il mito” diretto dalla coreografa e danzatrice Maristella Martella.
Sono previsti gli interventi di Luigi De Luca, direttore del Polo Biblio museale di Lecce, Brizia Minerva, storico dell’arte del Museo Castromediano, Anna Lucia Tempesta, archeologa del Museo Castromediano e Maristella Martella danzatrice e coordinatrice del progetto. All’interno della serata sono in programma la proiezione del video “Danzare il mito” girato da Julien Colardelle e l’esposizione delle foto di Veronica Garra e Karina Kiczek, oltre ai contributi di Giorgia Salicandro, giornalista e partecipante al progetto, Luisa Ruggio, scrittrice e founder Collettivo Rosa dei Venti e Luisa Spagna, danzatrice e libera ricercatrice.
Saranno presenti tutti i danzatori partecipanti al progetto Danzare il Mito.
Danzare il Mito, promosso dall’Assessorato alle Industrie Turistiche e Culturali della Regione Puglia in collaborazione con la Provincia di Lecce, ha lo scopo di rinnovare le modalità di fruizione degli spazi museali, con “la messa in danza e in musica” delle opere presenti nel Museo Castromediano di Lecce, custode della storia, della cultura, dell’arte appartenente agli uomini e alle donne che hanno vissuto questo territorio e lo hanno reso vivo e vitale.
Un progetto site specific pensato per il Museo pubblico più antico della Puglia, per le sue collezioni, le sue scoperte, le testimonianze che raccontano l’evoluzione delle civiltà umane, da cui discende la nostra “mediterraneità”.
I percorsi espositivi e le suggestive sale hanno accolto 30 partecipanti per 10 incontri nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre 2018. E’ stato un esperimento di diversa fruizione degli spazi museali e delle opere presenti nel Museo Castromediano, attraverso la danza.
<<Perché un Museo dovrebbe partire dalla danza per la sua valorizzazione? Attraverso la danza, in passato intrinsecamente legata alla musica ed oggi la massima forma di organizzazione del linguaggio non-verbale, passano contenuti simbolici, suggestioni e richiami mitologici; legando il corpo, al gesto ed al movimento, è possibile esprimere, come in uno specchio, il proprio vissuto; analizzando, mettendo insieme ed organizzando movimenti, corpi e gesti, il vissuto personale può infine diventare storia condivisa, memoria collettiva ed identitaria>>, spiega l’archeologa del Museo Castromediano, Anna Lucia Tempesta.
<<Fonte di ispirazione le figure danzanti di satiri, menadi e baccanti rappresentate sui vasi delle collezioni archeologiche del Museo. Le pitture vascolari presenti sulla ceramica attica di importazione e su quella magnogreca propongono immagini vive e suggestive, capaci ancora oggi di comunicare ed emozionare>> continua l’archeologa.
<<La messa in danza delle opere esposte ha consentito di attivare differenti linguaggi espressivi e sensoriali, sollecitando interesse di fasce di pubblico inconsueto, abbattendo barriere culturali e fisiche alla piena percezione dell’antico>> conclude Anna Lucia Tempesta.