L’Award delle tecnologie premia Acquedotto Pugliese

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BARI – Si scrive H20, si legge innovazione. La Mostra internazionale delle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile, il trattamento delle acque reflue e la distribuzione del gas, in corso a Bologna, la più grande vetrina delle novità messe in campo dalle aziende del settore, premia Acquedotto Pugliese.

Tra le 94 novità in rassegna, una speciale commissione tecnico-scientifica ne ha selezionate 17, a cui saranno assegnati domani gli “H20 Award”. Tra queste: l’intervento di relining, ovvero di rigenerazione delle condotte che scorrono lungo il Ponte Punta Penne – Pizzone a Taranto, realizzato dalla società Rotech su progetto dei tecnici di Acquedotto Pugliese, Giovanni Bramante, Celestino Davide Tria, Antonio Schinaia e Gianluca Casamassima.

Con una popolazione di circa 200.000 abitanti – secondo Comune della Puglia – Taranto è la città dei due mari. Per collegare la periferia nord a quella sud, nel 1977 fu costruito il ponte che unisce le punte Penne e Pizzone. Lungo 1.907 metri e largo 27, il ponte poggia su 14 campate e presenta due carreggiate e quattro corsie di marcia. Elevandosi per circa 47 metri è uno dei ponti su mare più imponenti d’Europa.

Un’opera di grande pregio ingegneristico ma anche architettonico, entrato ormai nello skilinedell’antica colonia greca. La rilevanza della struttura non sta solo, tuttavia, nel consentire il collegamento stradale tra le due aree della città ma anche nel permettere l’alimentazione idrica della città.

Proprio sotto il ponte, infatti, all’interno di un cassone, corrono le 4 condotte in acciaio di 1200 metri, del diametro di mezzo metro, poste tra i due grandi serbatoi che provvedono al fabbisogno idrico della città: il più grande “Lato Martina Franca” da 35.000 mc, nella periferia nord, l’altro di 15.000 mc, a sud in direzione di San Giorgio Ionico.

Attraverso le 4 condotte transita, in condizione di massimo esercizio, una portata di circa 500 l/sec che si distribuisce in modo uniforme verso i due centri distribuzione urbana, assicurando il 40% del fabbisogno idrico della città di Taranto.

Dal lontano 1977 tanta acqua è passata sotto il ponte, è proprio il caso di dire. Così come rilevato nel corso di varie ispezioni realizzate a partire dal 2010, sono emerse perdite e l’esigenza di rinnovare radicalmente le condotte e i relativi organi di manovra.

L’intervento realizzato, del tipo no dig, in particolare di close fit lining, consiste nell’inserimento, all’interno di ciascuna condotta da rinnovare, di un tubo in polietilene strutturale, temporaneamente deformato, che successivamente all’inserimento, riacquisisce la forma e dimensione iniziali in modo da aderire (close-fit) alla parete interna della tubazioni esistente. Un intervento tra i più complessi al mondo per complessità di realizzazione e lunghezza delle condotte.

“L’attestazione è un importante riconoscimento al lavoro realizzato che valorizza la lunga e comprovata capacità progettuale di Acquedotto Pugliese – ha sottolineato l’Amministratore delegato della società idrica pugliese, Nicola De Sanctis. – Sono state adottate soluzioni innovative che con grande efficacia hanno prodotto un risultato efficace senza aver causato interruzioni e disagi nell’erogazione del servizio”.