41° anniversario dell’omicidio di Benedetto Petrone, l’intervento del sindaco Antonio Decaro

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BARI – Oggi nel 41° anniversario dell’omicidio di Benedetto Petrone per mano fascista, l’amministrazione comunale, in collaborazione con il Comitato XXIV Novembre, il Coordinamento provinciale antifascista, l’ANPI e l’IPSAIC, ha organizzato una serie di appuntamenti per ricordare una vicenda che ha segnato profondamente la storia di questa città.

Di seguito l’intervento del sindaco Antonio Decaro in piazza Libertà, sotto la lapide commemorativa.

“Ciao Benedetto, ciao Porzia, ciao Arturo, ciao Pasquale. Mi piace chiamarvi così, per nome, perché ogni nome porta con sé una storia, una storia personale che ci ha portato ancora una volta qui, oggi, a testimonianza di una storia collettiva fondata intorno ad alcuni valori, l’antifascismo su tutti, in un momento particolare per il nostro Paese, dal punto di vista storico e politico. Qualche giorno fa ho letto una frase che mi ha fatto pensare a questa giornata. La frase è di Stefano Benni, e dice che bisogna assomigliare alle parole che diciamo. È una frase importante, credo che tutti noi, soprattutto chi rappresenta la politica, le istituzioni, abbia il dovere di assomigliare alle parole che pronuncia. E prima di assomigliare a ciò che diciamo dobbiamo avere il coraggio di dire alcune parole. Benedetto Petrone è stato ammazzato da un gruppo di fascisti e oggi, qui, non dobbiamo soltanto ricordare il valore dell’antifascismo, quel valore oggi lo dobbiamo testimoniare, perché solo qualche giorno fa c’è stato un attacco, violento, vile e anche organizzato, di un gruppo di fascisti nei confronti di tre persone che stavano tornando a casa dopo aver partecipato a una manifestazione pacifica. Sono sicuro che le forze dell’ordine, la magistratura daranno una risposta nei prossimi giorni. Secondo me la sede da cui sono usciti gli aggressori va chiusa: non la posso chiudere io, un sindaco non ha la possibilità di chiudere la sede di un’associazione né di cancellare un movimento politico. Quello che posso fare, però, è assomigliare alle cose che dico, un impegno che dovremmo prendere tutti. Sicuramente posso fare una cosa, ciò che faccio quotidianamente: convincere i miei concittadini a non frequentare la sede di quell’associazione, togliere agibilità politica a quel movimento, ogni giorno. In un città dove, per assomigliare alle cose che diciamo, tutti i bambini devono poter mangiare alla mensa scolastica, indipendentemente dal colore della pelle, tutte le persone si devono poter amare a prescindere dal loro orientamento sessuale, senza aver paura di essere aggredite per strada. Questo dobbiamo fare, e lo dico in una piazza che ha un nome particolare, piazza Libertà: la libertà è uno dei valori per i quali Benedetto Petrone si è battuto, e per i quali ha perso la vita”.