BARI – «Sono una mente che sta perdendo le foglie». In una frase è racchiuso il senso di quello che accade ad Andrea, il protagonista de «Il Padre» di Florian Zeller in scena venerdì 7 dicembre alle 21 al Teatro Palazzo di Bari come secondo appuntamento della stagione diretta da Titta De Tommasi. Ironia e commozione si intrecciano nella pièce interpretata, nei ruoli principali, da Alessandro Haber, nei panni di Andrea, e da Lucrezia Lante della Rovere, in quelli della figlia Anna.
Andrea è un uomo di mezza età che mostra i primi cedimenti della memoria dovuti ad una grave malattia. La figlia Anna gli propone di stabilirsi nel grande appartamento che condivide con il marito Piero: crede che sia la soluzione migliore per il padre che ha tanto amato e con cui ha condiviso le gioie della vita. I ricordi si perdono, le persone si confondono, tempi e spazi vengono rimescolati, ma Andrea resta un personaggio colorato, pieno di vita, per nulla deciso a rinunciare alla propria indipendenza. Un percorso nello spaesamento di un uomo non privo di ironia, delicatezza, intelligenza, poesia.
Lo spettatore si ritrova a vivere la realtà con gli occhi del protagonista, vedendo entrare ed uscire di scena quattro attori diversi, che, interpretando gli sdoppiamenti di Anna, di Piero e della badante Laura, si muovono velocemente, si alternano, scompaiono, ripetono le stesse azioni. Scene “reali” si mescolano a quelle “immaginate” o “deformate” dalla mente dell’uomo, che lo conducono in un labirinto confuso di idee, volti, luoghi e situazioni, in cui anche lo spettatore, inesorabilmente, è destinato a perdersi, tra stupore e angoscia, provando le stesse sensazioni che il protagonista si trova a vivere.
«Le Père» (Il Padre) scritto dal commediografo francese FlorianZeller nel 2012 – pluripremiato e portato in scena prima a Londra e poi a Broadway con il grande Frank Langella – è arrivato in Italia a inizio 2017, grazie all’adattamento di Piero Maccarinelli, che ne cura anche la regia. Da allora lo spettacolo ha riscosso grande successo nei teatri italiani, considerato un gioiello drammaturgico che spinge a pensare e immedesimarsi, ridere fino alle lacrime e commuoversi sorridendo, grazie anche ad un cast clamoroso, capeggiato da attori di razza come Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere affiancati da David Sebasti, Daniela Scarlatti,Ilaria Genatiempo e Riccardo Floris. Scene di Gianluca Amodio, musiche di Antonio Di Pofi, costumi di Alessandro Lai, disegno luci di Umile Vainieri.