LECCE – Sabato 5 gennaio (ore 19 – ingresso libero) Astràgali Teatro in via Giuseppe Candido a Lecce ospiterà la presentazione di “Aporie d’Artaud. Crudeltà, anima, danza” di Vincenzo Cuomo (Kaiak Edizioni). L’autore, studioso di estetica dei media e di filosofia della tecnica, dialogherà con Fabio Tolledi (regista, direttore artistico di Astragali Teatro e vicepresidente della rete mondiale dell’ITI – UNESCO). L’appuntamento rientra in Taotor, articolato progetto triennale finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito dell’Avviso pubblico per lo Spettacolo e le Attività culturali FSC 2014-2020 – Patto per la Puglia, promosso da Astràgali Teatro in collaborazione con Ar.Va, Theutra e il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e con i comuni di Lecce, San Cesario, Castro e Vernole.
Ridotto ad alcuni stanchi cliché interpretativi, Artaud è divenuto con gli anni, specie in Italia, oggetto di un culto critico spesso superficiale e di maniera. I quattro saggi che compongono il presente libro tentano di argomentare, attraverso i temi della crudeltà, dell’anima e della danza, un’interpretazione meno scontata del suo pensiero che renda conto dell’interesse teoretico che egli produsse in filosofi quali Derrida e Deleuze. La tesi radicale e provocatoria qui sostenuta è che l’aporia fondamentale di Artaud sia consistita nel dissidio – la cui risoluzione fu intravista solo alla fine della sua ricerca – tra la teorizzazione del teatro della crudeltà e quella del corpo senza organi.
Vincenzo Cuomo, studioso di estetica dei media e di filosofia della tecnica, dirige la rivista telematica Kaiak. A Philosophical Journey (www.kaiak-pj.it) ed è membro della Società Italiana di Estetica. Tra i suoi ultimi volumi: Figure della singolarità. Adorno, Krakauer, Lacan, Artaud, Bene (Mimesis Edizioni, Milano 2009); C’è dell’io in questo mondo? Per un’estetica non simbolica (Aracne, Roma 2012); Eccitazioni mediali. Forme di vita e poetiche non simboliche (Kaiak Edizioni, Tricase 2014); Una cartografia della tecno arte. Il campo del non simbolico (Cronopio, Napoli 2017).