BARI – L’Italia è una Repubblica fondata sulla bellezza. Potrebbe essere questo il senso di una modifica alla Costituzione. Non occorrerebbe referendum. E, ne siamo certi, avrebbe un enorme successo anche in Parlamento. D’altro canto, come ricordano il costituzionalista Michele Ainis e il critico d’arte Vittorio Sgarbi, l’abitudine al bello – e a un patrimonio artistico e culturale che non ha eguali nel mondo – è il vero elemento unificante degli italiani.
Ecco, ottenere una maggiore consapevolezza della bellezza che ci gira attorno è uno degli scopi del disegno di legge sulla bellezza che la Regione Puglia ha presentato lo scorso luglio. Un articolato con 7 Titoli e 23 Articoli, accompagnato da un “Manifesto” che spiega i principi, le ragioni e gli obiettivi che hanno guidato la mano degli estensori del testo. Insomma, “più che una legge, un progetto giuridico”, scrive il filosofo e giornalista Andrea Colasuonno. Un “progetto” fortemente voluto dall’assessorato regionale alla Pianificazione Territoriale – Urbanistica, Assetto del Territorio, Paesaggio, Politiche abitative, oggi diretto dal prof. Alfonso Pisicchio, redatto da un comitato tecnico-scientifico di accademici, giuristi, storici dell’arte, antropologi, economisti, architetti, con l’ulteriore contributo del giurista prof. Paolo Urbani, ordinario di diritto urbanistico alla LUISS di Roma e in altre facoltà italiane. Un testo che non lesina citazioni, da Peppino Impastato a Wolfgang Goethe, da Italo Calvino a Concetto Marchesi a Marc Augè.
Una legge che deve nascere con l’apporto fondamentale dei cittadini. Non può non essere questa la genesi di un testo che nell’idea dei promotori sarà capace di proteggere e promuovere la bellezza della Puglia, preservando, tutelando e valorizzando le peculiarità delle diverse province che formano il “Mosaico Puglia”, un insieme quanto mai affascinante ed eterogeneo di tessere di bellezza delle identità culturali pugliesi
Ed è per questo che è stata prevista una serie di incontri che si terranno su tutto il territorio della Puglia. Una legge in viaggio, un testo in movimento. Un viaggio di animazione dei diversi territori che compongono la nostra regione che prenderà il via venerdì 18 gennaio 2019 da Bari. Sarà il Palazzo della Città Metropolitana di Bari (ex Provincia) ad ospitare la prima convention sulla Legge sulla Bellezza della Puglia. Una tappa-pilota prima di partire per Ruvo di Puglia (Murgia), Lecce, Foggia, San Giovanni Rotondo (Gargano), Brindisi, Taranto, la sesta provincia di Barletta, Andria, Trani, Martina Franca, la riviera jonico-salentina e poi tornare nella capitale regionale.
Tornando alla prima puntata di un racconto che vuol narrare le storie e soprattutto il futuro prossimo della nostra terra, dalle ore 15,00 il programma sarà particolarmente ricco e intenso con una prima fase che prevede il convegno illustrativo sulla nuova disciplina, con interventi dei componenti il tavolo scientifico, seguiti da alcune tavole rotonde tematiche, quindi da un talk-show, che per l’occasione vedrà protagonista come ospite e ambasciatore di cultura, distintosi in ambito artistico, uno spumeggiante Antonio Stornaiolo e, infine, le musiche del gruppo folk-autorale dei Radicanto. In collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese ogni tappa sarà animata da un breve spettacolo con sketch teatrale o un’esibizione di bande musicali o gruppi folkloristici locali che narrano il vissuto dei luoghi che si toccheranno, secondo le tradizioni che ne hanno determinato la bellezza degli stessi.
Il disegno di legge – e qui torniamo al filosofo Colasuonno – proteggerà la bellezza della Puglia in tre modi: perseguendo un’alta “qualità costruttiva” nei futuri interventi che si andranno a fare nei luoghi urbani e periurbani (riordino degli strumenti di pianificazione assicurandosi che il livello strategico sia regionale, invece quello attuativo comunale); abbattendo o recuperando i cosiddetti “detrattori di bellezza” che oggi deturpano i territori (tutti quei luoghi, o non-luoghi, che abbruttiscono gli spazi, certe periferie, certe costruzioni nei centri storici, i vuoti urbani, gli ecomostri, costruzioni abusive); preservando e valorizzando le peculiarità delle diverse provincie che formano il “Mosaico Puglia” (il Manifesto riconosce le differenze fra i diversi luoghi che formano la Regione e invece di appianarle, le incoraggia).
Il processo partecipativo di associazioni, stakeholder e interlocutori dei singoli territori sarà fondamentale per la stesura definitiva del testo della Legge Regionale sulla Bellezza, dandole il connotato finale. Gli incontri previsti in tutta la Puglia sono una occasione imperdibile in tal senso.
Un testo per una volta tanto affascinante, che, in definitiva, apre nuovi orizzonti sancendo il primo dei principi: “La Regione Puglia tutela, valorizza e promuove la bellezza del territorio, del paesaggio e dell’ambiente in tutte le sue espressioni, allo scopo di consentirne la fruizione generale e libera, in funzione del pieno sviluppo della persona anche nelle formazioni sociali nelle quali si svolge la personalità, e per la tutela dei valori e dell’identità culturale delle comunità pugliesi”.
Un grande storico dell’arte, l’austriaco Ernst Gombrich, diceva che “i Greci erano belli perché avevano piazze belle e città belle”. Molti anni dopo, un giornalista siciliano scriveva che “se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”. Era Peppino Impastato.