BARI – Il tour della Bellezza ha preso il via ieri. La prima tappa di questo singolare “Giro della Puglia” è partito da Bari, da uno dei luoghi non solo della politica e delle istituzioni ma anche del Bello di Bari, la sala del Consiglio Metropolitano.
Ore di discussione, di condivisione, di parole spese come confronto, partecipazione, proposte, idee, suggestioni, visioni. Illustrate dalla grafica dell’“Esercito della Bellezza” creato dall’artista putignanese Nicola Genco. E concluse con la leggerezza di alcune prelibatezze pugliesi preparate e offerte con professionalità dai ragazzi dell’Alberghiero Majorana, di una discussione condotta da Antonio Stornaiolo e la musica del gruppo folk-autorale dei Radicanto. E anche nel colonnato del Palazzo della Provincia parole e suoni sono state sempre improntate e dedicate al concetto di Bellezza: non solo del paesaggio e del territorio, ma pure di valori umani.
Il disegno di legge che l’assessorato regionale, guidato da Alfonsino Pisicchio, sta predisponendo è stato oggetto di analisi, commenti, di una vera e propria esegesi. La proposta della nuova disciplina urbanistica non prevede consumo di suolo: sarà una legge che non parla di superfici e di volumetrie, ma che parte dal basso per rimettere al centro i bisogni dell’uomo e del suo vivere. Le linee-guida della proposta di legge, composta da 7 titoli, 23 articoli, un preambolo ispirato alle parole del giornalista Peppino Impastato e un Manifesto (elaborato dalla prof.ssa Laura Marchetti con la collaborazione dell’ing. Vito Labarile, sintesi dei contributi dei partecipanti al tavolo scientifico) che contiene valori precisi e di riferimento, spiegando i principi informativi e cardini della riforma, sono state elaborate nei mesi scorsi da un apposito comitato tecnico-scientifico che ha lavorato incessantemente. E a titolo gratuito.
C’erano due percorsi da seguire: andare direttamente in Consiglio regionale oppure iniziare una discussione sul territorio. Ed è stata scelta la seconda opzione: certamente più complessa ma altrettanto sicuramente più entusiasmante perché in questo tour saranno le comunità, le associazioni, il vasto mondo degli stakeholders, i portatori di interesse sano, a dirci come tagliare un traguardo ambizioso, la bellezza. Lavorando per esempio alla eliminazione dei cosiddetti detrattori, vale a dire tutti i “non luoghi”, come li ha definiti il sindaco di Bari Antonio Decaro, che non contribuiscono certo alla crescita dei territori.
Nella proposta di legge ci sono periferie, arte, valori umani, ambiente. E c’è la rigenerazione urbana, che ha già disseminato ottimi segnali su tutto il territorio pugliese. Ovviamente, c’è l’ambiente e ci sono gli strumenti urbanistici che, applicati correttamente, possono permetterci di alzare l’asticella della qualità della vita nelle nostre comunità.
L’apertura del convegno, coordinato dai giornalisti Annamaria Natalicchio e Vito Prigigallo, è toccata al sindaco metropolitano Decaro, che ha esordito citando Dostoevskij (“la bellezza salverà il mondo”), accennando poi al concetto di “qualità della vita”, agli spazi vuoti feriti (i non luoghi cui si accennava prima) e alle fratture urbanistiche. Ha elogiato il cammino in condivisione: e qui il presidente nazionale dell’ANCI ha suggerito un protocollo con i 41 comuni della Città Metropolitana di Bari, con la realizzazione di opere d’arte in ciascun paese, nell’ambito delle varie operazioni di recupero.
L’assessore Pisicchio ha ringraziato “gli autorevoli esperti del Comitato scientifico” e definito la legge “un progetto di vita” che coinvolga pubblico e privato e che mette al centro la persona, oltre che il territorio. Insomma, il diritto di vivere in un luogo che sia anche attraente.
Laura Marchetti, docente presso l’Università di Foggia, saggista, ex Sottosegretario all’Ambiente, chiamata dal Governatore Michele Emiliano a far parte del Collegio degli Esperti, ha parlato di un testo intriso di antropologia (“una comunità che attraversa la bellezza afferma le proprie identità”), ha ricordato la piazza di Marrakech come paesaggio culturale per certi versi “ideale” e la piazza dei nostri paesi.
Vito Labarile, una vita tra Bari e Matera, ingegnere, imprenditore, anch’egli componente del “Collegio degli Esperti” voluto dal presidente della Giunta regionale, ha sostenuto che “La Bellezza è anche linguaggio, fa riferimento ad un dossier della memoria”. Ha poi definito gli abitanti culturali delle nostre comunità “rabdomanti del silenzio”, chiudendo il suo intervento, parafrasando Dostoevskij, con un quanto mai significativo “se la bellezza salverà il mondo, noi salveremo la bellezza”. Dopo un cenno alla “sua” Matera e all’esordio come capitale europea della cultura, ha ripreso le parole di Decaro rilanciando l’idea di un “ecomuseo en-plein-air”.
Francesco Selicato, ordinario presso la Facoltà di Ingegneria al Politecnico di Bari (corsi di Progettazione urbanistica e Tecnica urbanistica) ha iniziato il viaggio nel cuore della legge: al centro di un qualsiasi piano di sviluppo del territorio deve esserci la qualità del progetto. Ha poi parlato del ruolo importante della rigenerazione urbana e di tutti i meccanismi posti in atto per seminare qualità.
Stefano Serpenti, architetto che si occupa di progetti urbani, ha definito il ddl “un contenitore di valori, valori importanti, e di norme, senza riferimenti a indici e volumi”, precisando che, nonostante i cinquecento milioni disponibili, la rigenerazione, così come da norme attualmente vigenti in Puglia, sta incidendo poco sulla qualità urbana complessiva.
Annamaria Angiuli, ordinario di Diritto amministrativo e docente di Diritto urbanistico a Giurisprudenza, a Bari, ha parlato di un altro concetto basico del ddl regionale: i mosaici identitari: le tradizioni, i paesaggi agrari, quelli urbani, ecc. La proposta è una trama fitta di idee e di valori e il disegno di legge diventa lo strumento operativo, attuativo. Anche per la prof.ssa Angiuli il coinvolgimento dei comuni è fondamentale per una carta della qualità urbana e per il riconoscimento di matrici identitarie e culturali.
Guido Rodio, avvocato cassazionista, ordinario di Diritto costituzionale alla Facoltà di Giurisprudenza di Bari, ha confermato che la Costituzione italiana è tra le più belle del mondo e ricordato che la Spagna del dopo Franco ha “copiato” proprio la nostra. Ha spiegato alla platea che il disegno di legge riprende i principi della sussidiarietà orizzontale e la co-pianificazione e concertazione urbanistica, principi declinati dalla modifica al Titolo V della Costituzione in materia concorrente Stato-Regione in tema di Governo del Territorio.
Barbara Valenzano, ingegnere, direttore del Dipartimento della Regione Puglia che si occupa di Mobilità, Qualità urbana, Opere pubbliche, Paesaggio, ha concluso la prima fase della giornata dedicata alla legge sulla Bellezza, ricordando come lo sforzo è stato teso alla traduzione delle idee platoniche in pratica giuridico-amministrativa. Ha accennato ad istituti giuridici come l’accordo di programma, agli incentivi previsti, da quelli fiscali a quelli urbanistici e volumetrici. E infine ad altri due punti fermi: il contrasto al consumo di suolo e percorsi amministrativi più snelli. Un lavoro (quello sulla Legge sulla Bellezza) coordinato nell’ambito della Sezione Urbanista regionale con il proficuo e competente apporto dell’architetto Vincenzo Lasorella, dirigente regionale.
Prezioso anche il contributo del rettore dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro” Antonio Felice Uricchio, che si è detto pronto a proseguire un percorso avviato con entusiasmo con il protocollo sottoscritto dalla Regione e dalle Università, le quattro pubbliche e la Lum.
La prossima tappa del “tour della bellezza” si svolgerà nel territorio del Parco dell’Alta Murgia il 31 gennaio prossimo.