“Di fronte a me. intrecci sentimentali”: sabato l’assessore Maselli all’inaugurazione della mostra di Manuela Lupis

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BARI – Si inaugura sabato 26 gennaio alle ore 18.30, presso la Domus Milella, in strada de’ Gironda 22, a Bari vecchia, la mostra dei ritratti “affettivi” di Manuela Lupis che compongono l’installazione “Di fronte a me. Intrecci sentimentali” .

Il disegno nei ritratti e la fotografia dei soggetti rappresentati, ventuno persone tutte legate sentimentalmente all’autrice, sono gli elementi dell’installazione che fa parte di un interessante progetto artistico.

Manuela Lupis spiega così il senso della sua creazione: “Uno sguardo attento su quello che c’è, su quello che resta: differenti forme di amore, intrecci sentimentali, energie vitali. La matita racconta e, come in un gioco di specchi, restituisce, moltiplicato, il valore aggiunto della sinergia affettiva”.

All’inaugurazione saranno presenti l’assessore alle Culture Silvio Maselli, Manuela Lupis e le persone ritratte. Dialogherà con l’autrice Rosy Paparella, una delle protagoniste del racconto-installazione.

 

La mostra sarà aperta dal 26 gennaio al 16 febbraio, il giovedì, venerdì e sabato, dalle ore 17.30 alle 20.30. L’ingresso è libero.

 

 

“Di fronte a me. Intrecci sentimentali”, recensione di Giuseppe Sylos Labini

 

Nell’arte contemporanea il disegno diventa direttamente il momento autosufficiente dell’idea che diventa forma, del segno che si accontenta della propria leggerezza, rinunciando all’enfasi visiva e tattile della materia pittorica o scultorea (Achille Bonito Oliva, Trasparenza dell’opera all’ombra del disegno, Lezioni di Anatomia Il corpo dell’arte, Edizioni Kappa, 1995).

“Fino al XVII secolo, la parola “ritratto” significava semplicemente “imitazione figurativa”, stabilendo un rapporto di identità con il concetto più ampio di riproduzione (Norbert Schneider, Il ritratto nell’arte,Taschen,1995). Il periodo di massimo splendore della ritrattistica si situa tra il Tardo Medioevo e il XVII secolo.

In seguito, a far sembrare il ritratto obsoleto fu l’introduzione della fotografia, che consentì la riproduzione dell’immagine in maniera più veloce. Tuttavia è innegabile che il ritratto, obsoleto o non, esercita ancora un certo fascino.

In tale contesto, il disegno nei ritratti eseguiti e la fotografia dei soggetti rappresentati diventano i protagonisti dell’installazione di Manuela Lupis, che fa parte di una strategia creativa molto interessante; il racconto, infatti, inizia e termina con la partecipazione di ventuno persone legate sentimentalmente all’autrice.

A questo punto, mi viene in mente Jean Van Eyck, il quale a proposito del suo “Timoteo”, scolpiva l’iscrizione “Leal Souvenir”, che significa ‘ricordo fedele’ e che sottolinea i poteri magici del quadro, cioè del ritratto.