Aggiungi un posto a tavola al Teatro Verdi di Brindisi

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BRINDISI – Arriva al Teatro Verdi di Brindisi il più classico dei titoli della commedia musicale italiana portato al successo da Johnny Dorelli negli anni Settanta. Al suo posto il figlio Gianluca Guidi che, già protagonista dell’edizione 2009-2010, torna a vestire la tonaca del parroco cui è affidato il compito di salvare i residenti di un piccolo paesino di montagna. Appuntamento mercoledì 30 e giovedì 31 gennaio – sipario ore 20.30.

 

Sta per scadere il conto alla rovescia per «Aggiungi un posto a tavola»la commedia musicale che ha fatto appassionare e cantare intere generazioni. Dopo il successo della scorsa stagione, lo spettacolo firmato da Pietro Garinei e Sandro Giovannini sarà in scena mercoledì 30 e giovedì 31 gennaio – sipario ore 20.30 – sul palco del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi.

«Aggiungi un posto a tavola» è stata rappresentata per la prima volta nel 1974. Seguì un successo senza precedenti che permise alla commedia di affermarsi in tutto il panorama internazionale: i numeri parlano di trenta edizioni e circa quindici milioni di spettatori. A Brindisi arriva con il sostegno della Regione Puglia e del Teatro Pubblico Pugliese.

La commedia esordì con protagonista Johnny Dorelli (nel cast c’erano anche Daniela GoggiBice Valori,Renato Turi e Paolo Panelli) ed ora torna a teatro nell’interpretazione del figlio Gianluca Guidi che, nel ruolo di don Silvestro, ne ha anche ripreso la regia originale. Con il tempo, molti altri hanno calcato le scene con gli stessi personaggi del cult teatrale: Carlo CroccoloAlida ChelliMarisa LauritoGiulio ScarpatiChiara Noschese.

Guidi, all’epoca della prima rappresentazione, era un bambino di sette anni e ricorda che alla prima al Sistina sedeva in platea osservando il padre sul palco: «Si aprì il sipario, la voce di Dio cominciò a parlare e dal palcoscenico arrivò un’ondata di profumi e note… e fu subito magia». Vestire i panni di don Silvestro per certi versi ha rappresentato una sfida, per lui così somigliante al padre nella voce, nella gestualità, nella mimica facciale, oltre che nell’ironia, ma che Guidi può dire di aver vinto a mani basse.

Un successo universale, dunque, per una commedia che è prima di tutto un inno alla felicità e all’amore, alla speranza e alla solidarietà. L’allestimento attuale è stato creato per celebrare gli ottanta anni delTeatro Brancaccio di Roma e ha già riscosso migliaia di spettatori. Quest’ultima edizione, oltre a Gianluca Guidi, vede impegnati alcuni personaggi “storici” della commedia: tra gli artisti in scena ci sono, ad esempio, Enzo Garinei, che dopo cinquecento repliche nel ruolo del sindaco Crispino, alle soglie dei 93 anni, è passato a essere «La voce di Lassù», e Marco Simeoli che, lasciati i panni di Toto, è entrato in quelli di Crispino. Dietro le quinte c’è sempre il grandissimo coreografo Gino Landi, le ingegnose scenografie – l’Arca, la canonica, la piazza, la tavola imbandita per tutto il villaggio (più Uno!) – sono di Gabriele Moreschi che ha ripreso quelle originali di Guido Coltellacci, assistito da Cristina Arrò. Il direttore musicale è Maurizio Abeni, già assistente di Armando Trovajoli. Tra i nuovo arrivi Camilla Nigro, nei panni di Clementina, e Francesca Nunzi, in quelli di Ortensia, la moglie di Crispino. In tutto un cast di 17 artisti, tra cantanti e ballerini.

La storia, che Jaja Fiastri scrisse ispirandosi liberamente al libro «After me the deluge» di David Forrest, narra le avventure di don Silvestro, parroco di un paesino di montagna che un giorno riceve una telefonata a dir poco inaspettata: Dio in persona lo incarica di costruire una nuova arca per salvare se stesso e il villaggio dall’imminente secondo diluvio universale. Il giovane parroco, aiutato dai compaesani, riesce nell’impresa nonostante più di qualcuno tenti di ostacolarlo. Ma proprio mentre scoppia il diluvio arriva un cardinale, inviato da Roma, che convince la gente a non seguirlo accusandolo di pazzia. Riuscirà don Silvestro a salvare l’umanità dall’estinzione? Naturalmente sì se a volerlo è l’Onnipotente: finalmente tornato il sereno, tutto il paese si ritroverà unito davanti a una lunghissima tavola imbandita con… un posto in più per “Lui”! La commedia si conclude così, con l’omonima canzone, come era iniziata.