Calimera, cittadina nel cui nome riecheggiano le tradizioni ed i costumi dell’antica Grecia, è ancora oggi teatro di un antichissimo rito pagano di fecondità che, puntualmente, ogni anno si ripete nel giorno di Pasquetta, in concomitanza con quella che, per gli antichi, era la festa dell’equinozio di primavera.
Nella periferia del paese, sulla strada che conduce a Martano, sorge attualmente la chiesa dedicata a San Vito, costruita intorno ad un monolite di età neolitica munito di un foro centrale. La chiesa non ha nulla a che vedere col rito in essa praticato, infatti questa è stata costruita intorno al monolite soltanto per cristianizzare un’usanza antica e remota nel tempo, che l’autorità ecclesiastica non è mai riuscita a sradicare. Ma in cosa consiste tale rito?
Ogni anno, nel fatidico giorno di Pasquetta, una fila di persone d’entrambi i sessi e d’ogni età, attende pazientemente il suo turno per attraversare il buco al centro della pietra e, nonostante le dimensioni di questo siano alquanto strettine, tutti riescono ad attraversarlo, siano essi magri o grassi. La tradizione dice che è la pietra stessa a dilatarsi, a seconda delle dimensioni dei singoli soggetti, tuttavia il segreto sta nell’angolo di inclinazione con cui si entra, che deve essere in leggera diagonale. Il significato simbolico di tale rituale risale all’epoca in cui l’uomo adorava, come sua dea, la Grande Madre Terra, ed ha un duplice significato. L’entrata, chiaramente a sfondo sessuale, rappresenta, per gli uomini una chiara allusione a rendere feconda la Terra, per le donne una sorta di trasferimento ad esse della fecondità della Grande Madre, mentre l’uscita dal lato opposto rappresenta una rinascita al mondo in concomitanza dell’arrivo della primavera, stagione in cui tutto fiorisce e rinasce a nuova vita dopo il letargo invernale.
Forse il prossimo anno anch’io proverò ad attraversare il magico buco per dare il mio personale contributo alla fecondità della Terra che con le continue minacce del progresso e dell’uomo rischia sempre più di diventare sterile, e poi …. chissà che il rito non contribuisca ad una mia rinascita …..
Cosimo Enrico Marseglia