LEVERANO (Lecce) – Tantissimi anni addietro, a Leverano vivevano due fratelli. Il primo era ricchissimo, mentre il secondo era povero e gli unici suoi averi consistevano in un misero fazzoletto di terra incolta. Un giorno quest’ultimo decise di piantare un albero di fico. Mentre era intento nei lavori per la semina, per caso si trovò a passare il re del paese, che gli chiese:
– “Cosa fai buon uomo?” –
Il fratello povero, ignaro di chi fosse quel distinto signore, rispose:
– “Pianto un albero di fico che possa sfamare me e la mia famiglia, negli anni a venire.” –
Il sovrano riprese la parola ed aggiunse:
– “Beato colui che ne mangerà i primi frutti.” –
E si allontanò senza che l’uomo lo avesse ricosciuto.
Passarono alcuni anni e, finalmente, l’albero diede i primi frutti. L’uomo, allora, riempì una cesta di fichi e la portò dal re che, completamente soddisfatto per il gesto, ordinò alle guardie di svuotarla dai frutti, di riempirla di monete d’oro e di riconsegnarle all’uomo. Rientrato a casa, l’ormai ex- povero riferì l’accaduto alla moglie che, a sua volta, lo disse alla cognata. Da qui al fratello ricco il passo fu breve. Avidamente desideroso di arricchirsi ulteriormente, questi fece riempire una cesta di frutta dalla moglie ed insieme si recarono dal re per consegnarla. Tuttavia il monarca intuì le intenzioni dei due, pertanto ordinò alle guardie di legarli e di tirargli addosso la frutta che avevano portato. Ai primi colpi ricevuti l’uomo si voltò verso la moglie e le disse:
– “Per ora non è ancora niente. Vedrai quando ci tireranno addosso le mele cotogne.” –
I due ritornarono a casa totalmente acciaccati, tuttavia, in tal modo, il re punì la loro avidità e la loro invidia.
Cosimo Enrico Marseglia