BRINDISI – È stata presentata e inaugurata questa mattina nel foyer del Teatro Verdi di Brindisi la mostra«Prenditi cura del tuo Teatro», allestimento di chiusura del percorso di alternanza scuola-lavoro che ha visto impegnati dallo scorso mese di novembre gli studenti della classe 3ª A indirizzo Architettura del liceo artistico «Edgardo Simone» di Brindisi. Tema dell’esperienza formativa le vicende progettuali del Nuovo Teatro Verdi con particolare focus agli aspetti estetici e funzionali della progettazione architettonica. Un intenso programma di lavoro, tra incontri, approfondimenti, conversazioni, laboratori, infine l’allestimento dell’esposizione nel foyer. La mostra resterà allestita al Verdi fino al 13 maggio.
Il progetto è a tutti gli effetti un percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento che soddisfa questa nuova definizione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro e rientra nel piano delle attività previste per la «Settimana della scuola digitale 2019».
Nel corso dell’anno scolastico, gli studenti si sono divisi tra le attività specifiche legate all’accoglienza durante gli spettacoli e i percorsi diretti alla promozione della conoscenza del patrimonio culturale della città. Con il progetto il gruppo di lavoro ha inteso mettere a fuoco i parametri compositivi che hanno determinato la specifica tipologia architettonica della città. La classe è stata seguita in orario curriculare ed extra-curriculare dal tutor scolastico prof.ssaBarbara Arrigo, supportata in classe dai professori Gregorio Filieri e Piero Magrì, e dal tutor aziendale dott.ssa Valentina Marolo attraverso un programma di visite in orario extra-curriculare nel Teatro Verdi.
Osservazione, ricerca e scoperta sono i tasselli che hanno dettato il piano di lavoro in modo da farne un’esperienza aperta ad altre possibilità di approfondimento attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici e la produzione di elaborati digitali. Non mancano le tavole tecniche dedicate al vecchio Teatro Verdi che mettono in luce il percorso travagliato tra il doloroso epilogo dell’edificio di piazza Cairoli e la costruzione tormentata della nuova struttura, una parabola fatta di intermittenze burocratiche, ripensamenti progettuali, cambi di destinazione, blocco dei lavori. Un’esperienza che ha permesso ai ragazzi di prendere coscienza di un pezzo di storia della città, replicabile per altri periodi e altri simboli del patrimonio identitario della comunità andati purtroppo perduti. «Ripercorrere il passato – hanno detto gli studenti durante la conferenza stampa –, individuando gli errori commessi, ci rende consapevoli e ci porta a realizzare l’importanza che oggi riveste la nuova struttura come luogo di cultura e spettacolo. Sentiamo forte il dovere morale di conservare e valorizzare l’eredità culturale del passato. Per quanto possa apparire tragico l’abbattimento del vecchio Teatro, ci piace pensare che il Nuovo ne rappresenti la rinascita e la continuazione».
«Siamo felici che i ragazzi abbiano vissuto appieno questa esperienza formativa – ha sottolineato il dirigente scolastico Carmen Taurino –. È molto importante che i ragazzi comincino a incuriosirsi alla storia dei propri luoghi e della propria comunità. Le pietre raccontano la storia e aver cancellato alcune testimonianze del passato ne fortifica l’insegnamento. Gli errori sono i migliori maestri. La memoria e l’identità si imparano esplorando a ritroso il tessuto della città, il suo percorso, le sue scelte, le sue amputazioni, le sue cadute. Il senso di questo progetto è tutto qui: portare i ragazzi a pensare che dietro una forma, un prospetto, una piazza, un arco, un monumento, ci sono storie che qualcuno ci ha tramandato. E che in una città ci sono anche teatri, palazzi e monumenti invisibili, che non esistono più, ma che fanno ugualmente parte della nostra storia. Questa consapevolezza è la premessa per costruire il futuro di una civiltà. A noi spetta il compito di plasmare l’alternanza curvandola sui linguaggi del territorio e della comunità».
«Con la partecipazione al progetto la Fondazione – ha continuato il tutor aziendale Valentina Marolo – ha inteso promuovere il protagonismo dei ragazzi, gli spunti e le loro idee innovative. Il teatro non può rinunciare all’energia vitale dei giovani che arriva come un valore aggiunto e stimolante. È sbagliato pensare che sia solo il tutor a donare allo studente formandolo, perché in fondo si tratta di uno scambio. Noi li dotiamo di strumenti, ma la vicinanza dei ragazzi permette di scompaginare gli schemi del lavoro grazie alla loro creatività e al modo sorprendente di rileggere la realtà».
Oltre allo studio sulla storia progettuale del Nuovo Teatro Verdi, i ragazzi hanno affrontato gli aspetti organizzativi dell’allestimento espositivo seguendo le successive fasi, dall’ideazione alla realizzazione delle strutture, pensate in funzione delle esigenze comunicative della mostra.
«Ringrazio la Fondazione – ha concluso il tutor scolastico Barbara Arrigo – che anche quest’anno ha assecondato con entusiasmo l’occasione formativa offerta dall’alternanza. Un progetto che si ispira all’idea di contaminare scuola e lavoro, di mettere in circolo un’energia che motiva e contagia tutti. Siamo tornati a scuola fuori della scuola per disegnare una città che stimolasse riflessioni e parlasse di valori. Un presidio culturale come il Teatro non nasce per caso, per questo abbiamo deciso di scavare nella storia rispolverando vecchi documenti come mappe del tesoro, e alla fine è stato come rinvenire reperti inediti e preziosi. I ragazzi si sono dedicati con passione e curiosità, segno che la cultura non smette di generare idee e di suscitare pensieri e visioni».