SANREMO – Musica, solidarietà e bambini: sono questi gli ingredienti di una serata che si annuncia imperdibile per contenuti e finalità. Da segnare in agenda il concerto rock “Un sorriso per la vita” di Mister Pipoli con la band, che si esibirà il 7 luglio alle ore 21.00 a Sanremo (IM), nel Teatro Casinò Municipale, per beneficenza, per raccogliere i fondi a favore dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma O.N.L.U.S. da destinare alla ricerca scientifica.
Sul palco ci sarà l’energia esplosiva del rocker di origine pugliese, innamorato della Liguria, che frequenta artisticamente da oltre 10 anni. Insieme a lui Jhonny Giannandrea di Putignano (Ba) alla batteria, Damiano Duminuco di Voghera (PV) al basso, il Maestro Maurizio Pignatelli di Canosa di Puglia (BAT) alle tastiere/pianoforte, Gianluca Gentilesca di Mottola (Ta) alla chitarra e le voci di Patrizia Cristal Cane e Michele Faggio di Imperia. Un rock tranquillo, che fa bene all’anima, con canzoni che parlano della vita e della voglia di lottare, delle fragilità umane e dell’amore. Ben 18 gli inediti, che canterà, tratti dai suoi 3 album: Confusionario Caotico (2014), Nuova identità (2016) e Adrenalina Pura (2018). Con un messaggio importante: «Uniti per la solidarietà, l’unione fa la forza, l’amore vice su tutto – sottolinea Pipoli – solo stando insieme si può sconfiggere il male e donare un sorriso a un bambino, che è una cosa straordinaria».
Ma chi è Mister Pipoli artista? La musica fa parte della sua vita da sempre, è una questione di famiglia, il nonno Giuseppe era clarinettista nella banda di Monopoli (Ba), zio e cugini musicisti. La sua anima rock-pop si forma grazie ai Pink- Floyd, The Doors, gli U2, i Depeche Mode, Vasco Rossi, Litfiba e Ligabue e nel 1989 inizia a fare sul serio, partecipando al “Festival degli Sconosciuti di Ariccia”, organizzato da Rita Pavone e Teddy Reno e classificandosi al decimo posto nel programma “Musica-in giovani ’89”, concorso promosso da “TV sorrisi e canzoni”. Nel 2011 partecipa alle selezioni finali di “X-Factor”, dove si presenta con il personaggio “El Diablo” davanti alla giuria composta da Morgan, Arisa, Simona Ventura ed Elio e le Storie Tese; nel 2013 partecipa al “Talent up” di Sanremo e nel 2014 ottiene un secondo posto Nazionale sul Network SF. Radio con l’inedito “Era Ora”, scritto da Giuseppe Pompilio di Bari, autore di libri e canzoni. Da quel momento inizia un nuovo percorso, grazie anche all’amicizia con il medico e produttore Stefano Lovece, lascia le cover e trova una sua identità: canzoni che hanno un vissuto e arrivano dritte al cuore, presenza scenica che coinvolge ed emoziona, davvero adrenalina pura.
E l’uomo che si cela dietro l’artista? È Giuseppe, padre di 6 figli, impiegato al Comune di Monopoli per il Trasporto Scolastico. Una big family che lo sostiene nella sua passione per la musica e una famiglia acquisita, quella dei bambini e ragazzi dalle scuole materne alle medie, che accompagna ogni giorno a scuola: sono la sua gioia, i suoi più autentici fan, i primi a regalargli un sorriso.
E poi c’è l’uomo sensibile, che ha sempre aiutato gli altri e ha deciso ogni due anni di fare un concerto di beneficienza, come quello del 7 luglio a Sanremo, a ingresso gratuito e con offerta libera, che sarà devoluta aiprogetti di ricerca sul Neuroblastoma, volti a individuare cure innovative ed efficaci, nuovi farmaci e terapie sempre più personalizzate e a misura di bambino, a cui collaborano i principali centri d’eccellenza italiana. Dire STOP al Neuroblastoma significa guarire la maggior parte dei bambini ammalati di cancro e anche alcune neoplasie dell’adulto. Per loro la ricerca scientifica è l’unica reale speranza di vita.
Il Neuroblastoma è un tumore maligno subdolo e aggressivo, che registra ogni anno in Italia 150 nuovi casi, ed è la prima causa di morte per malattia in età prescolare, dopo le leucemie. Spesso non viene riconosciuto dai primi sintomi, simili a quelli di una semplice influenza (pallore, inappetenza, cambio d’umore, rifiuto a camminare) e quando si giunge alla diagnosi, si presenta in fase già avanzata con metastasi allo scheletro e al midollo. Nonostante i grandi progressi della ricerca in questi ultimi 20 anni, la percentuale di sopravvivenza per i bambini afflitti da Neuroblastoma a diagnosi sfavorevole (4 stadio) è solo del 30%.