BRINDISI – Allegria, ritmo e vivacità. «La Bella Stagione», la rassegna del Comune di Brindisi organizzata dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi, rimette in pista la magia delle danze caraibiche. Domenica 25 agosto, alle ore 22, arriva sul lungomare, altezza Capitaneria di Porto, l’ultimo dei tre appuntamenti dedicati al ballo: «Latinissima» è il titolo di un lunghissimo viaggio sulle note dei balli caraibici, tra salsa e bachata, con i latinj’s Enzo Straniero e Marquito.
Protagonista assoluta della manifestazione sarà la danza che trasporta il pubblico con il suo linguaggio diretto e coinvolgente. La serata vedrà anche gli show delle scuole di ballo «Dance Studio» e «Cabeza Mala» di Brindisi, un modo per mettere in luce un mondo che incontra la passione e la curiosità del “popolo del ballo”.
Chi ha provato almeno una volta a ballare la salsa o la bachata sa che è difficile non lasciarsi trascinare dalla musica: sono i balli caraibici quelli che comunemente – anche se non correttamente – chiamiamo «balli latini».
Le danze caraibiche sono nate sotto l’impulso dei generi musicali e dei canti dell’America centrale e dei Caraibi originati dal meticciato di ritmi europei, africani e nativi. La salsa e la bachata sono i balli caraibici di coppia più conosciuti e apprezzati al mondo e hanno movimenti e regole codificate. Il segreto di questa popolarità sta nella musica trascinante e nella sua capacità di assecondare una grande sinergia di coppia.
Si tratta di due stili diversi, ma complementari: se la salsa è più tecnica, velocità e libertà totale, la bachata è controllo totale.
La salsa – nata per comunicare gioia, divertimento, emozioni positive – trova le sue origine a Cuba agli inizi del Novecento come evoluzione del Son (una rumba elegante, lenta e sincopata) con influenze anche del merengue, del mambo e di altri ritmi (il termine si riferisce infatti ad una mescolanza di generi).
È una danza relativamente semplice per l’aspetto scenografico. Nel tempo si è distinta in salsa cubana e salsa portoricana grazie all’evoluzione verificatasi con l’esportazione del ballo da Cuba a New York da parte di emigranti cubani.
La bachata nasce nella Repubblica Dominicana agli inizi del Novecento ad opera delle classi meno abbienti per spezzare la monotonia della vita nei sobborghi della città.
Era considerato osceno a causa del continuo contatto tra i corpi dei due ballerini. Si trattava però di una danza amorosa anche estremamente malinconica e sofferente, dolce e amara allo stesso tempo e per questo era definita “musica de amargue”, ovvero musica dell’amarezza.
A differenza della salsa, la bachata risente meno delle influenze della musica africana e ha origini simili a quelle del tango, tanto da aver recentemente dato origine a un genere chiamato “bachatango”.
Ospite delle danze caraibiche la kizomba, la «música para dançar» per eccellenza, danza popolare africana, precisamente dell’Angola, che unisce passi di samba, zouk e musica compas. La musica che accompagna questo ballo è di solito cantata in portoghese e unisce il caratteristico ritmo africano ai movimenti tipici delle danze tropicali.
La kizomba è diventata popolare in Europa a partire dai Novanta, specie in Portogallo, Francia e Spagna, e si è diffusa velocemente in tutto il mondo.