BARI – Umberto Eco spesso la improvvisava al flauto dolce. E tanto l’amava che volle venisse suonata al suo funerale. È la Follia, una delle più antiche forme musicali nella storia europea, sulle quali il festival Anima Mea accende i riflettori con l’Ensemble Meridies, formazione che vede due solisti di primo piano quali Dan Laurin (flauto dolce e flauto di voce) e Francesco D’Orazio (violino) coadiuvati da Gioacchino De Padova (viola da gamba) e Anna Paradiso (clavicembalo). L’appuntamento è doppio, martedì 15 ottobre (ore 20.30), a Bari, nel Museo Archeologico di Santa Scolastica, e mercoledì 16 ottobre (ore 19.30), a Palo del Colle, nella Chiesa del Purgatorio.
Danza di origine lusitana (Folia, in portoghese), come la più celebre Ciaccona fu in uso nel XVI e XVII secolo, prima di affrancarsi dal ballo e diventare quell’idea musicale autonoma che viene proposta all’interno di questo raffinato concerto. Le sue origini si fanno generalmente risalire al diffondersi di rappresentazioni – in forma di danza e di canto – che accompagnavano feste di carattere popolare e profano, già nel tardo Medioevo. Fu soltanto in forza del progressivo distacco dalle primordiali forme coreografiche che riuscì ad emergere come prezioso strumento armonico e melodico in grado di farsi strada negli ambiti della musica colta, conquistando i favori delle corti europee sul finire del Cinquecento. E il concerto che Anima Mea propone alla voce “Orfeo dal mondo” prevede musiche appartenenti al cosiddetto periodo della “tarda follia”, cioè quello compreso tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700. Vi si cimentarono tantissimi compositori spagnoli, ma anche francesi e italiani, da Corelli a Vivaldi, contribuendo in modo decisivo a dettare le mode e il gusto musicale del Sei-Settecento europeo. E il programma che il pubblico di Anima Mea ascolterà comprende, otre alle “Folies d’Espagne” di Marin Marais, le stesse che risuonarono durante il funerale laico di Umberto Eco, la Follia per cembalo solo di Alessandro Scarlatti, la Chaconne en Trio di Jean Jacques Morel, la Sonata a tre in re minore di George Philipp Telemann, la Suite per Golovinmusiken di Johann Helmich Roman e il Concerto per flauto, violino e basso continuo RV 92 di Antonio Vivaldi. Si tratta di brani che, pur conservando il loro rapporto con la danza e con lo spirito originario della melodia portoghese, sono arricchite da un gioco di variazioni, ricco e fantasioso, spesso lasciato alle improvvisazioni degli esecutori.
I due concerti, entrambi a ingresso libero presentando la rivista di Anima Mea 2019 (costo 10 euro), saranno preceduti da passeggiate d’arte ai luoghi nei quali sono stati programmati.