Anima Mea Festival,”Jácaras”, domenica 20 ottobre a Bari e martedì 22 ottobre a Palo del Colle

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È una lunga e affascinante storia, quella del pugliese Leonardo Leo. Il compositore brindisino non lasciò mai l’Europa, ma fu tra gli italiani che, dopo i successi di Madrid, vennero esportati in Centro America con la cultura musicale iberica della quale erano diventati tra i principali portavoce in Spagna durante il Settecento. E a lui, ed Alessandro Scarlatti, oltre che a un gruppo di musicisti spagnoli coevi, è dedicato il concerto «Jácaras» che il festival Anima Mea diretto da Gioacchino De Padova nella Rete di musica d’arte Orfeo Futuro propone domenica 20 ottobre (ore 20.30), a Bari, nella Chiesa di San Giacomo, e martedì 22 ottobre (ore 19.30), a Palo del Colle, nella Chiesa del Purgatorio, dove sarà di scena l’Arianna Art Ensemble composto da Cristina Fanelli (soprano), Alessandro Nasello (flauto dolce e fagotto), Paolo Rigano (chitarra barocca) e Cinzia Guarino (clavimcebalo), formazione siciliana che ha una collaborazione stabile con il violoncellista Giovanni Sollima.

Il titolo del concerto, «Jácaras», prende origine dal genere-poetico musicale e strumentale frequentato da celebri compositori come Santiago de Murcia e Antonio de Santa Cruz che, con Sebastián Durón, José Marín e Johan Adolf Hasse sono al centro del concerto insieme a Leo e Scarlatti.

Questi musicisti dedicarono Jácaras soprattutto agli strumenti a pizzico, chitarra, arpa e clavicembalo, rendendo il genere autonomo e indipendente dalla sua origine letteraria. Le Jácaras erano, infatti, come le Bailes e le Loas, intermezzi satirici tra gli atti delle commedie in voga durante il XVI secolo, «el Sigle de Oro» della letteratura e delle arti spagnole. L’etimologia deriverebbe da «jaque», che sta per ruffiano, facinoroso. E come genere letterario la Jácara contribuì al rinnovamento della lingua spagnola, diventando prediletta dai massimi autori del tempo, da Juan Hidalgo a Francisco de Quevedo sino a Miguel de Cervantes.

Anche nella sua versione musicale divenne molto praticata, almeno quanto il Canario e la Mariona, danze sempre al confine tra origine popolare e rivisitazione colta. E fu proprio in virtù di questa popolarità che la Jácara diventò veicolo dell’esportazione della cultura musicale iberica verso le colonie americane.

I due concerti, entrambi a ingresso libero presentando la rivista di Anima Mea 2019 (costo 10 euro), saranno preceduti da passeggiate d’arte ai luoghi nei quali sono stati programmati.