“Sogno di una notte di mezza estate” da mercoledì 5 a domenica 16 febbraio al Teatro van Westerhout di Mola di Bari

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MOLA DI BARI (Bari) – «Shakespeare ci ha fatto vedere quanto sia sovversivo il desiderio». Parola di Massimo Verdastro, che ha riletto con la sua nota sensibilità registica il «Sogno di una notte di mezza estate», in scena da mercoledì 5 a domenica 16 febbraio al Teatro van Westerhout di Mola di Bari per la Stagione 2019-2020 della Compagnia Diaghilev, che produce lo spettacolo (repliche il 6, 7, 8, 9, 13, 14, 15 e 16 febbraio, feriali ore 21, festivi ore 19). Interpretato dallo stesso Verdastro accanto ad Elisabetta Aloia, Antonella Carone, Altea Chionna, Carlo D’Ursi, Francesco Lamacchia, Mario Lasorella, Loris Leoci, Tony Marzolla e Serena Palmisano sulle scene di Pier Paolo Bisleri, che è anche autore dei costumi (le luci sono di Marcello D’Agostino, le musiche a cura di Marco Ortolani), il «Sogno» completa una trilogia sul tema del desiderio che Verdastro e Diaghilev avevano iniziato proprio con Shakespeare («La dodicesima notte») e proseguito con Petronio («Satyricon»).

I giovani protagonisti del «Sogno», transfughi dalla corte, nel bosco abitato da inquietanti creature governate da Oberon e Titania, re e regina degli elfi e delle fate, scopriranno aspetti sconosciuti e profondi del loro sentire. Gli istinti primordiali e le pulsioni erotiche si manifesteranno senza controllo a causa dei prodigi magici messi in atto da Oberon, sorta di gran burattinaio-regista-demiurgo. Nella rilettura dell’opera viene in particolar modo evidenziata la natura “sovversiva” del desiderio, in quanto insopprimibile istinto vitale capace di far compiere azioni civilmente e moralmente inaccettabili. E, pertanto, il desiderio va tenuto costantemente sotto controllo e, possibilmente, separato dalla quotidiana esistenza, sia fisicamente che simbolicamente. Per questo lo svolgimento dell’azione teatrale avviene in due luoghi ben distinti, come la città e il bosco, separazione che invita a distinguere ciò che è stato solo un sogno dal ritorno alla realtà.

Questa la lettura del «Sogno» scespiriano nella rivisitazione di Massimo Verdastro, Premio Ubu e Premio Eti Olimpici del Teatro e artista che si è contraddistinto per una carriera caratterizzata dalla scoperta, interpretazione e direzione delle nuove drammaturgie, oltre che da una serie di collaborazioni illustri, da Peter Stein a Luca Ronconi, prima delle esperienze con i Magazzini di Lombardi-Tiezzi, la Compagnia Krypton di Giancarlo Cauteruccio e l’istituzione della compagnia Verdastro-Della Monica.