RUFFANO (Lecce) – Shoah, frammenti di una ballata in scena domenica 9 febbraio per la rassegna teatrale Kairòs presso la Sala Teatro Renata Fonte a Ruffano.
Lo spettacolo, prodotto in occasione della “Giornata della Memoria 2015” da Farm Lecce e organizzato dal Consiglio Regionale della Puglia – Servizio Biblioteca e Comunicazione Istituzionale, ha incontrato negli anni moltissimi giovani studenti ed è stato portato in scena in Italia e all’estero, in particolare in Polonia per le iniziative del Treno della Memoria. Quattro racconti, quattro storie di bambini e adolescenti vissuti in Ucraina, Ungheria Polonia Italia tra il 1942 e il 1946 per raccontare la Shoah, le leggi razziali, le persecuzioni, le deportazioni. Storie che cercano di restituire, attraverso un continuo dialogo tra le parole dell’autore e protagonista, Fabrizio Saccomanno e le musiche di Redi Hasa, le sensazioni e i pensieri di chi in quel momento viveva una storia che non poteva essere raccontata. Storie che narrano, integrando azione drammatica, immagini, racconto storico e sentimenti personali , l’esperienza dei tanti orfani abbandonati a loro stessi dopo la deportazione dei genitori, la vita nel ghetto elemosinando un pezzo di pane e qualche patata, la drammatica esperienza del lager dove arrivavano con i loro giocattoli in mano, il ricordo degli orrori che ha segnato per sempre la loro vita chiusi nel proprio silenzio consapevoli che non ci sono parole per raccontare la Shoah. “Parlare della Shoah ci pone di fronte al limite delle nostre parole e allo sforzo vano di una possibile comprensione” racconta Fabrizio Saccomanno. “La Shoah è indicibile. Ogni volta che ci accostiamo a questa storia ci rifugiamo nell’iperbolico, nell’ eccezionale. Le parole si fanno esagerate, si ammantano di retorica. Siamo esseri fragili e alle volte recintiamo di parole le grandi catastrofi per proteggerci da essa, diceva Appelfeld. Meglio sarebbe il silenzio, una pietra su una tomba, un fiore gettato in terra, una musica nell’aria, una danza. Ma di questa storia è bene parlarne, ce lo siamo detto più volte perché riguarda il nostro passato quanto il nostro futuro. Dopo aver letto numerose testimonianze ed essermi nutrito di libri scritti da autori eccezionali cerco di restituire qualcosa. Quattro piccoli racconti con andamento sincopato e a tratti stralunato. Sembrano incubi e forse lo sono per davvero. Sono voci di bambini e adolescenti che non capivano quello che stavano vivendo e provano a raccontarlo senza cercare redenzione”.
Costo biglietto: 8 euro