Lunedì 13 aprile non potremo uscire di casa ma grazie al WWF faremo un viaggio “virtuale” nella natura d’Italia

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Il giorno di Pasquetta sarà possibile vedere le Oasi WWF sui canali social del WWF e su wwf.it/ecotips

Quest’anno, per moltissimi, il lunedì di Pasquetta sarà molto diverso da quelli passati. Per poter frenare l’emergenza Coronavirus dobbiamo ancora restare a casa, ma grazie al WWF, potremo fare un viaggio “virtuale” attraverso le bellezze della natura d’Italia.

Sui canali social del WWF Italia e di WWF Oasi e sulla pagina web wwf.it/ecotips, infatti, si alterneranno foto e video dalle Oasi, dove la natura non si è mai fermata. Saranno proprio le aree protette dal WWF a scandire la giornata di Pasquetta, con un ricco palinsesto che mostrerà immagini dal nord al sud dell’Italia, per ricordarci che, una volta terminata l’emergenza, la natura sarà pronta a regalarci momenti di serenità e bellezza.

La giornata inizierà in compagnia degli ospiti alati delle Oasi WWF, immersi in una natura rigogliosa: rondoni, gheppi, falchi cuculo, poiane, gruccioni, gru, picchi verdi e molti altri. Una carrellata di belle immagini realizzata per questa occasione speciale da Fernando di Fabrizio e Alessandro di Federico di WWF Oasi.

Il viaggio “virtuale” si sposterà alle porte di Milano, in una delle regioni più colpite dall’emergenza sanitaria, dove si trova una delle oasi storiche del WWF: il Bosco di Vanzago. Lì poiana,  falco lodolaio e un curioso scoiattolo rosso si sono fatti sorprendere dalla macchina fotografica della Guardia dell’oasi. Mentre la webcam nascosta sulle sponde del laghetto racconta la visita di ghiandaie e gazze.

Si potranno ammirare anche la primavera dei ciliegi nell’Oasi lago di Penne in Abruzzo, dove tra le corolle fiorite centinaia di api godono del dolce bottino offerto dai fiori mentre tra i rami si riposano cinciarelle, ghiandaie e altri piccoli uccelli. E non mancheranno le lontre riprese da una telecamera nascosta nella Riserva del Pantano di Policoro, in Basilicata.

Fra le tante bellissime immagini anche quelle dalla liberazione all’Oasi Le Cesine in Puglia, di volpi e aironi curati dal museo di Calimera. Le tre volpi erano arrivate con traumi (cranico, toracico, treno posteriore) e fratture riconducibili a incidenti d’auto, quindi erano state investite e i tempi di degenza sono stati un po’ lunghi.

L’airone e il barbagianni, invece, avevano una frattura esposta del carpo. Si tratta di una parte molto delicata, infatti, in genere, queste fratture non si recuperano e il volatile perde l’estremità dell’ala e la capacità di volare. In entrambi i casi, invece, tutto è andato per il meglio. Grazie al veterinario del Centro recupero fauna di Calimera, Gianluca Nocco e all’equipe veterinaria della clinica Lupiae con cui la nostra Oasi collabora da anni.

Non lontano dalle città, tra le montagne dell’Appennino, negli angoli remoti dei fiumi ancora intatti e nelle campagne, poi, la giornata terminerà con immagini di caprioli, lupi, orsi, lontre, lepri, che vivono indisturbati nella natura.

Non si fermano poi le attività giornaliere del WWF Taranto per il recupero di fauna selvatica ferita o in difficoltà, anche in questo momento difficile e sempre con le dovute attenzioni di distanziamento sociale e con i DPI di prevenzione. La rete di salvataggio organizzata in collaborazione con i volontari del WWF Taranto è sempre attenta a segnalare ogni evento proveniente dai social o dal territorio.

Il consiglio è sempre quello di allertare la Polizia Municipale del luogo di ritrovamento. Il 10 aprile, infatti, grazie al consenso scritto della Municipale di Taranto, è stato recuperato un Rondone (Apis apis) che non riusciva a volare perché inzuppato di olio; mentre col consenso del Comune di Leporano sono stati salvati tre cuccioli di Riccio (Erinaceus europaeus) abbandonati sul selciato di casa di un cittadino. Gli animali ora stanno bene e sono appena stati trasferiti al CRAS Regionale di Bitetto come previsto da normativa Regione Puglia. Dal 2014 il WWF Taranto ha aperto un Centro di Primo Soccorso (CPAS) in convenzione con il Comune di Taranto, oggi riconosciuto con autorizzazione della Regione Puglia e gestito in collaborazione con il Comune di Taranto.