Domenica 19 luglio Les Contes D’Alfonsina e AperiLea con ManuFunk al Castello Volante di Corigliano d’Otranto

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CORIGLIANO D’OTRANTO – Domenica 19 luglio doppio appuntamento sulle terrazze del Castello Volante di Corigliano d’Otranto, progetto promosso e realizzato da Multiservice Eco, Big Sur e Coolclub in collaborazione con l’amministrazione comunale, “attrattore culturale” sostenuto dalla Regione Puglia.

Dalle 19:30 (ingresso libero) la terrazza “grande” ospiterà l’AperiLea, la domenica rainbow promossa in collaborazione con l’associazione LeA-Liberamente e Apertamente. Ad accogliere il pubblico l’aperitivo del nuovo Ristoro del Castello, un cocktail arcobaleno della Sartoria degli Spiriti e le selezioni di ManuFunk, chitarrista, cantante, compositore, produttore. Pochi giorni fa con la sua etichetta La Funkeria Records ha esordito con il singolo “Non ho lavato la macchina”.

Dalle 22 (ingresso 10 euro + dp – prevendite attive su vivaticket) la quattordicesima edizione del SEI festival, ideato, prodotto e promosso da Coolclub, con la direzione artistica di Cesare Liaci, ospita la presentazione ufficiale di “Chapitre I”, disco d’esordio del quartetto italo-francese di ispirazione manouche Les contes d’Alfonsina, in uscita per l’etichetta Dodicilune. Il biglietto include la degustazione di tre vini (Bianca dei Censi, Girofle o Rosso dei Censi) dell’azienda Garofano, partner del festival.

Il progetto Les contes d’Alfonsina raccoglie le eredità musicali dei quattro musicisti – i due salentini Sofia Romano (voce) e Marco Papadia (chitarra) e i due francesi Hugo Proy (clarinetto) e Frédéric Gairard (violino) – alla ricerca di un’identità ibrida tra gipsy jazz e canzone francese, esotismi mediterranei e modernità. Il percorso di vera e propria riappropriazione del repertorio si concretizza in uno stile personale, in atmosfere emotivamente tese e in scelte armoniche e ritmiche a volte insolite rispetto alla pura tradizione manouche. Il risultato è un estetismo raffinato in cui lo sforzo compositivo e narrativo diventano punto d’approdo naturale del lavoro di arrangiamento. I tre strumenti, tipici del gipsy jazz, da un lato garantiscono all’album una natura sonora acustica coerente alla tradizione manouche; dall’altro si interrogano reciprocamente in maniera inedita, esplorando rapporti orchestrali con la voce.  La voce della cantante salentina raccoglie, infatti, la sfida del racconto, propria della canzone francese, senza sacrificare la ricchezza melodica tipica del linguaggio gipsy jazz. Le parole corrono su melodie ricche tessendo un fil rouge intorno al tema dell’isolamento e del ricordo, declinato in ciascuno dei sette brani presenti.

«Chapitre I è un album nato in due momenti. I germi sono stati messi in trio, io Marco e Hugo ci siamo conosciuti a Parigi tre anni fa e con una certa naturalezza abbiamo remato nella stessa direzione», racconta Sofia Romano sul sito ufficiale del festival. «Già in questa prima fase Hugo è diventato il collante tra il bagaglio di Marco, più orientato verso il jazz contemporaneo; il mio amore per il manouche e il racconto. Solo un anno fa abbiamo conosciuto Fred che ha saputo dare al progetto un gusto più esotico e tzigane. Una stima artistica reciproca ha dato vita a questa formazione insolita, dove la chitarra assolve alla funzione armonica e ritmica e diventa sostegno unico alle tre voci. Credo sia stata questa specificità a farci raccogliere la sfida dell’orchestrale, snaturando un po’ i rapporti tra gli strumenti nella tradizione manouche e diventato elemento identificante nell’arrangiamento e nella composizione».

La tracklist si apre con Indifférence, un esercizio di stile dei più complessi, passaggio quasi obbligatorio e battesimo di fuoco del quartetto, con musica di Joseph Colombo e Tony Murena – mascheramento del celebre “Montagne Saint Geneviève” di Django Rheinardt, atto di nascita del valse swing – e testo del cantante aquitano André Minvielle. In scaletta La Foule – canzone francese portata al successo da Édith Piaf – che nell’arrangiamento del quartetto strizza l’occhio a sonorità tzigane; La Bicyclette, brano scritto da Francis Lai e Pierre Barouh e reso celebre dal cantante Yves Montand; After You’ve Gone, unico vero e proprio standard presente nell’album, tributo del quartetto al bagaglio Gipsy jazz-Swing. La cantante Sofia Romano firma i testi dei brani Le Géant, musica di Marco Papadia, La Via – Bistro Fada di Stephane Wrembel e Zarafah di Joshua Redman.

Dopo l’apertura con Inude e Les contes d’Alfonsina, il SEI Festival proseguirà a luglio con I Giardini di Mirò (giovedì 30) e ad agosto con Beatrice Antolini (giovedì 6), Dente (martedì 11), Napoli Segreta (domenica 16), Giovanni Truppi (martedì 18), Erika Mou (giovedì 20), Lucio Corsi (venerdì 21) e si chiuderà (ma non sono escluse ulteriori sorprese) venerdì 4 settembre con la presentazione ufficiale di “The Stolen Cello”, primo disco solista del violoncellista albanese Redi Hasa. Domenica 9 agosto a Castro, in collaborazione con “Approdi Sonori”, un evento speciale con “Pandemonium. Narrazioni, piano, voce e strumenti pandemoniali” di Vinicio Capossela.

Dopo aver affrontato il lockdown con il format web #SeiACasa, il Festival pugliese, sostenuto dal Fus del Mibact, dalla Regione Puglia, propone dunque una ricca stagione estiva che includerà anche presentazioni di libri e incontri. Il SEI Festival è realizzato in collaborazione con Vini Garofano e Vestas Travel. Media Partner: Radio Wau, Radio Sonar, RKO, Alpaca Music, Le Rane e Sei tutto l’indie di cui ho bisogno.