PUGLIA – È giunta in questi giorni la notizia che l’Assessorato all’Istruzione e Formazione della Regione Puglia, guidato dall’assessore Sebastiano Leo, ha deciso di sostenere la proposta denominata “Mabasta bullismo in Puglia” avanzata dell’Ist. “Galilei-Costa-Scarambone” di Lecce e avente come mission quella di sperimentare in sei scuole pugliesi, una per ogni provincia, l’ormai noto “Modello Mabasta”. Il Modello è l’originale e innovativo protocollo che mira alla prevenzione e alla lotta al bullismo ideato dai ragazzi di Lecce e adottabile da ogni classe e scuola d’Italia. È costituito da consigli e azioni svolte rigorosamente “dal basso”, da parte dei ragazzi stessi, per prevenire e contrastare ogni forma di sopraffazione tra giovani.
Alla ripresa dell’anno scolastico e solo quando sarà possibile interagire con gli studenti in piena sicurezza, i ragazzi salentini selezioneranno e interagiranno con sei scuole diverse e, dopo aver preparato e formato i referenti, applicheranno le varie azioni previste dal loro originale Modello. Dalla compilazione del Maba_Test alla scelta del Maba_Prof, dall’individuazione e formazione dei “Bulliziotti” all’installazione delle “Bullibox”, dalla presentazione del “DAD – Digital Antibullying Desk” al finale raggiungimento dell’obiettivo primario, lo stato di “Classi Debullizzate”. Ad oggi il Modello è stato adottato da decine di scuole in tutta Italia in ordine “sparso” ed è stato parte integrante dell’ “Operazione TuttOk”, un piano di benessere e prevenzione nelle scuole promosso da Bnp Paribas Cardif e condotto da “D-Heart” (elettrocardiografi portatili) e, appunto, i ragazzi di Mabasta.
«Ho conosciuto personalmente i ragazzi di Mabasta in più occasioni e ho seguito la loro startup dalla nascita nel 2016 e lungo la sua continua crescita – ha affermato l’assessore Sebastiano Leo – abbiamo pertanto letto con curiosità e attenzione la loro proposta. La cosa che ci ha colpito di più è che il loro innovativo Modello per prevenire e contrastare ogni forma di bullismo e cyberbullismo è ideato e condotto quasi esclusivamente dai ragazzi stessi, con la metodologia “peer-to-peer”, ossia di formazione e informazione tra pari. Ci sembra giusto e opportuno essere tra le prime regioni d’Italia a dare credito a questi nostri giovani e contribuire all’applicazione delle loro originali idee e azioni “dal basso”. Se la sperimentazione porterà ai frutti sperati, il prossimo passo sarà quello di allargare il raggio d’azione e applicarla in un numero sempre maggiore di istituti. Siamo certi che altre regioni adocchieranno presto il Modello Mabasta e vorranno adottarlo e sperimentarlo anche nelle loro scuole».
Contenta e soddisfatta è anche la dirigente dell’Istituto “Galilei-Costa-Scarambone”, Addolorata Mazzotta, la quale in questi anni non ha fatto altro che incoraggiare i giovanissimi ideatori della startup sociale “Mabasta” a continuare ad impegnarsi nella prevenzione e lotta al bullismo e al cyberbullismo tra giovani. Ricordiamo che, oltre alle tante attenzioni riservate dai media (presenza a Sanremo nel 2017, servizi ai Tg nazionali, a Striscia la notizia, etc.), i ragazzi di Mabasta hanno fatto incetta di premi e riconoscimenti, nazionali ed internazionali. Tra i più prestigiosi ricordiamo la Medaglia da parte del Presidente Mattarella, la vittoria nel 2018 della competizione internazionale “Open F@b” indetta da Bnp Paribas Cardif e la recentissima vittoria degli “South Europe Startup Awards” nella categoria “Best Student Startup”. La notizia dell’ultima ora è che anche la Fipav – Federazione Italiana Pallavolo è al fianco dei ragazzi di Mabasta e alla loro neonata campagna #SchiacciamoilBullismo.
«Siamo molto orgogliosi del fatto che la prima sperimentazione sistemica avverrà nella nostra Puglia – racconta Mirko Cazzato di Mabasta – abbiamo ricevuto diversi segnali di interesse da Lombardia, Veneto, Piemonte e Lazio prima del lockdown. Io sono della “vecchia guardia”, uno dei fondatori di Mabasta nel 2016, ad inizio anno scolastico passeremo il testimone ad una nuova classe di giovanissimi che saranno quindi i veri protagonisti della sperimentazione nelle scuole, mentre io continuerò nella supervisione generale della nostra startup sociale».