SALENTO – Martedì 25 (ore 21 – ingresso gratuito su prenotazione – 3286060955, 3395745559) alla Masseria L’Astore di Cutrofiano e mercoledì 26 agosto (ore 21 – ingresso gratuito su prenotazione – 0833864900, 3291688899, 3666310075) nel Palazzo Marchesale di Galatone, per “Crita – Festival delle Arti”, la cantante Maria Mazzotta, una delle personalità musicali tra le più emblematiche del Sud Italia, accompagnata da Bruno Galeone, proporrà i brani del suo ultimo progetto discografico Amore Amaro (Agualoca Records), finalista delle Targhe Tenco. Un’intensa e appassionata riflessione, da un punto di vista femminile, sui vari volti dell’amore: da quello grande, disperato e tenerissimo a quello malato, possessivo e abusato. Già nel “Canzoniere Grecanico Salentino”, la Mazzotta è arrivata ad essere una delle voci più apprezzate del panorama della world music europea. Dieci brani, di cui due inediti, che attraversano senza timore tutte le emozioni che questo sentimento può suscitare, trovando nel canto, come da tradizione popolare, la catarsi, la consolazione, la forza e la “cura”. Si va dagli stornelli ai brani di tradizione riarrangiati ed arricchiti con nuove sonorità e parole, sino alle pietre miliari che hanno lastricato la strada della grande canzone Italiana come “Lu pisci Spada” di Domenico Modugno, “Tu non mi piaci più” portata al successo da Gabriella Ferri e “Rosa canta e cunta” della grande cantautrice siciliana Rosa Balistreri. Ma il cuore del disco alberga nei due inediti in lingua salentina: “Nu me lassare”, una dolorosa ballata d’amore, un’invocazione a chi non c’è più, e la title track “Amoreamaro”, una pizzica, tradizionalmente ritmo risanatore per le “tarantolate”, che idealmente si prefigge di guarire un mondo malato. Nel disco, a guidare musicalmente il tutto ci sono la fisarmonica ed il pianoforte del malgascio Bruno Galeone, al quale talvolta si uniscono i tamburi etnici e le percussioni dell’iraniano Bijan Chemirani (in “Tore Tore Tore”) e il didgeridoo di Andrea Presa (in “Amoreamaro”).
Crita – che ha ospitato anche gli spettacoli di Gianni Ciardo, Mario Perrotta e Franco Ferrante – è inserito nel più articolato progetto Daimon20, rassegna di teatro, musica, benessere e letteratura promossa dalla Cooperativa Ventinovenove, fondata e guidata dagli attori, autori e registi Gabriele Polimeno e Mary Negro, in collaborazione con le amministrazioni comunali di Cutrofiano, Caprarica di Lecce, Galatone, Miggiano, Spongano, il Distretto Produttivo Puglia Creativa, Legacoop Puglia, la Masseria L’Astore e il Castello Volante Corigliano D’Otranto.
Daimon proseguirà venerdì 28 agosto (ore 21 – ingresso libero con prenotazione obbligatoria 3286060955 – daimon@29nove.com) nell’atrio di Palazzo Filomarini a Cutrofiano con “C’era due volte”, omaggio a Gianni Rodari, ideato e diretto da Mary Negro e Gabriele Polimeno. Principesse addormentate, improbabili sarti e regnanti in déshabillé, si inseguono sulla scena a colpi di risate, in un testo coinvolgente che necessita della partecipazione attiva e giocosa del pubblico per essere portato a termine. Gianni Rodari conosce i codici dei bambini, sa parlare loro ed insegnare con semplicità e divertimento. I suoi testi partono da fantasie ed invenzioni di bambini e ragazzi, in un movimento che egli stesso amava definire “pendolare”, con un rapporto di scambio continuo che rende il pubblico protagonista sulla scena. Lo spettacolo porta in scena, in chiave moderna, La finta addormentata nel bosco e Il Vestito nuovo dell’imperatore che coinvolgeranno il giovane pubblico in modalità interattiva.
Domenica 30 agosto (ore 20:30 – ingresso libero con prenotazione obbligatoria 3286060955 – 3395745559 – daimon@29nove.com) ultimo appuntamento del mese in Largo Chiesa dell’Immacolata a Cutrofiano con la presentazione del libro “I nuovi salentini. Storie di chi è arrivato nel Tacco d’Italia” della giornalista Giorgia Salicandro, appena uscito per Tau Editrice, nella collana Testimonianze e esperienze delle migrazioni, a cura della Fondazione Migrantes. Lontano dalle narrazioni aberranti di un’Italia flagellata da presunte emergenze e “invasioni”, emancipato da un’immagine bidimensionale di mera meta vacanziera, il Salento raccontato in queste pagine è una comune provincia italiana in cui salentini di nascita e d’adozione si affiancano senza alcun clamore nel loro vivere quotidiano. Storie di lavoro, di dignità, di fatica, di grandi artisti, di chi è arrivano per studiare, di chi insegna, di chi ha avviato un B&B richiamato da un sogno esotico, di chi di notte veglia il sonno degli altri, di chi ne allieta il divertimento con la danza e la musica. Le storie che, insieme a tutte le altre, contribuiscono a disegnare il nuovo volto di questa terra.