Domani al Faro di Punta Palascia “Ce Artena”, poesia, immagini e musica per rivalutare la lingua greco-salentina

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SALENTO – Ancora una volta il Faro di Punta Palascia è il centro di iniziative che sprigionano emozione e particolari suggestioni. Nell’ambito delle iniziative ospitate da Apulia Stories, l’associazione di promozione sociale che si occupa della gestione del faro, mercoledì 26 agosto avrà luogo “Ce Artena – Un faro per il Grico”, organizzato da Luigi Garrisi e Manuela Pellegrino che da lungo tempo si occupano della rivalutazione della lingua greco-salentina per mezzo di molte forme di studio e di arte. Un tramonto a oriente con poesia, immagini e musica, a partire dalle 18.

Si può usare un faro per guardare lontano, verso il mare. Ma, soprattutto, un faro è utile per farsi guardare, per lasciarsi trovare. Gli sguardi e le voci di là dal mare ci raggiungono, parlano, come per secoli, per millenni è avvenuto. Un faro è l’archetipo di ogni sincretismo, di ogni incontro.

Oggi, in tempi di pandemia, sembra necessario raccontare, lasciandosi guidare da traiettorie di parole, immagini e sonorità salentine, balcaniche, greche, arabe, nello scenario potente e significante del più orientale faro d’Italia.

Il programma prevede più momenti a cui sono stati dati evocativi nomi in grico e balcanico, del resto “Ce Artena” significa “ed ora” in grico. Si comincia con la proiezione del video realizzato ai tempi del coronavirus dall’antropologa Manuela Pellegrino, dal fotografo Daniele Coricciati e dal cantautore e chitarrista Palmiro Durante. Il video intreccia “le parole grike” di Manuela con le immagini di Daniele che riprendono, dopo il lockdown, il primo appuntamento con il mare alle luci dell’alba, e i suoni di Miro che trasportano dove la luce regna sempre. Il progetto nasce dall’invito del CHS di Harvard a Manuela, dove è assegnista di ricerca, a partecipare al Delphic Preview: The Festival of the Muses con le sue poesie in lingua greco-salentina.

Al termine sarà la volta di “LETEĆI ZVUK”, canti di repertori balcanici, greci e turchi del cantore e musicista d’origine italo-croata Stefano Mongiat che suonerà alcuni strumenti tradizionali tipici delle culture musicali del mediterraneo orientale, come oud, ney, bendir e con il racconto degli aneddoti e delle atmosfere che i canti stessi evocano.

Ancora musica con “MALA AGAPI”, nuove musiche d’amore e disamore nell’antica lingua greca del Salento tratte dal repertorio del progetto di Luigi Garrisi, edito per “I Tipi” dell’editore otrantino “AnimaMundi”, pensato come occasione per animare il dibattito attorno alla esistenza della lingua greca nel Salento, con il contributo, fra gli altri, dell’antropologa Manuela Pellegrino e del linguista Daniele Palma.

Si chiude infine con “FONÈ”, dalle vive voci di Sandra Abbate, Renato Colaci, Annamaria Chirienti, Leo Luceri e Maria Renna, (tutte figure attive nei percorsi di attenzione e di proposta della lingua greco-salentina), saranno raccontati, letti e tradotti alcuni brani originali in grico sui temi della pandemia e della inedita condizione esistenziale che si è determinata nei vissuti individuali e collettivi.

 

Per partecipare è necessario prenotare chiamando il numero 3474913113.

 

Accesso al faro solo con mascherina.