Dal 30 agosto al 27 settembre “Posia concert” a San Foca

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SAN FOCA (Lecce) – Dal 30 agosto al 27 settembre (ore 19 – ingresso gratuito con posti limitati e prenotazione consigliata 0832881300) il Posia Luxury retreat & Spa di San Foca ospita, nel suo Green Bar, una nuova rassegna a cura della cantante Serena Spedicato che si muoverà tra musica d’autore, sonorità mediterranee e jazz. “Posia Concert” prenderà il via domenica 30 agosto con “Io che amo solo te. Le Voci di Genova”, un progetto originale della stessa Serena Spedicato (canto e voce narrante) e dello scrittore Osvaldo Piliego (testi originali) con le musiche di Vince Abbracciante (fisarmonica). Il programma proseguirà a settembre con “La Cantiga de la serena”, trio composto da Fabrizio Piepoli, Giorgia Santoro e Adolfo La Volpe  che proporrà, tra gli altri, i brani del cd “La Fortuna”, prodotto da Dodicilune nella collana Fonosfere (domenica 6), lo spettacolo “Rrosa. Canti e storie di Rosa Balistreri” con le voci di Cristiana Verardo ed Enza Pagliara (domenica 13), la presentazione di Maletiempu, terzo progetto discografico del duo composto dalla cantante Rachele Andrioli e dal fisarmonicista Rocco Nigro, prodotto, come i precedenti Maldimè e Malìe, da Eraldo Martucci e dalla Dodicilune (domenica 20) e il quintetto jazz Kulu Sé Mama composto da Gabriele Rampino (sax soprano e tenore e sound design), Maurizio Bizzochetti (chitarre), Maurizio Ripa (piano), Maurizio Manca (basso elettrico) e Daniele Bonazzi (batteria). Inizio concerti ore 19. Ingresso gratuito con possibilità di sorseggiare e degustare un aperitivo durante il live o di fermarsi dopo il concerto per la cena nell’Aura restaurant. Posti limitati. Prenotazione consigliata 0832881300 – posia.it

 

Programma

Domenica 30 agosto
“Io che amo solo te. Le voci di Genova” è un progetto originale di Serena Spedicato e dello scrittore Osvaldo Piliego. La cantante leccese, per l’occasione anche voce narrante, accompagnata dal fisarmonicista Vince Abbracciante, ripercorre la vita e le canzoni dei cantautori genovesi dagli anni ’50 sino a oggi. Intellettuali prima che cantanti, alternativi nei valori e negli stili, si ispiravano al jazz, alla filosofia esistenzialista e ai grandi chansonnier francesi. Spedicato, con la sua voce dal timbro originale e affascinante, interpreta alcuni celebri brani di Fabrizio De André, Luigi Tenco, Gino Paoli, Sergio Endrigo, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Ivano Fossati. Le canzoni sono intervallate dai testi originali dello scrittore Osvaldo Piliego con aneddoti, cenni biografici, analisi linguistiche e del contesto storico e sociale. “Poche strade, un gruppo di amici e una manciata di anni consegnati all’eternità. La storia dona il nome alle cose. La chiamano “Scuola” anche se a me piace chiamarla magia o un gioco piuttosto del destino fortunato che ha voluto l’incontro di tanta bellezza in così pochi metri”, scrive Piliego. “A poche ore dalla Francia e affacciata sul mare. L’eco dell’America  sui dischi jazz che attraccavano con le navi e il sussurro degli chansonnier poco dopo il confine. Questo è forse il segreto di Genova. O forse non lo scopriremo mai”, prosegue. “Questo concerto è la mia dichiarazione la mia piccola serenata a un città e a un tempo del cuore il  mio e quello di tanti che in queste note e in queste parole hanno imparato l’amore”.

Domenica 6 settembre
La Cantiga de la Serena è un trio composto da Fabrizio Piepoli (voce, santur, chitarra battente, tar), Giorgia Santoro (flauto, flauto basso, bansuri, xiao, cimbali) e Adolfo La Volpe (oud, cetra corsa, bouzouki irlandese). Musicisti e ricercatori del sud Italia (Puglia – Salento) che da anni si dedicano al recupero ed alla rielaborazione della musica antica e tradizionale del bacino del Mediterraneo, vero e proprio ponte culturale tra Occidente e Oriente. Il repertorio si basa sui brani della tradizione popolare pugliese dal Salento al Gargano (canti ‘alla stisa’, ninnananne, tarantelle, pizziche) rielaborati ed eseguiti in una chiave elegante e raffinata accostati ad antiche cantighe e romanze sefardite – espressione della cultura e delle tradizioni degli ebrei spagnoli – a canti medievali cristiani di pellegrinaggio e devozione (Cantigas de Santa Maria, Llibre Vermell de Montserrat) e splendide melodie delle tradizioni provenzale, arabo-andalusa e irlandese. Un viaggio millenario nella musica del Mediterraneo tra i ritmi ipnotici ed incantatori della tarantella del sud Italia, le ammalianti melodie ebraiche, la devozione dei pellegrini cristiani, la raffinata tecnica improvvisativa del maqam arabo, i tempi dispari della musica mediorientale e balcanica. Musiche che celebrano semplicemente la vita quotidiana. Un esempio importante di come diverse culture e religioni possano convivere pacificamente e sopravvivere nei secoli attraverso l’esperienza musicale, ed al tempo stesso la testimonianza di un’epoca in cui le tradizioni musicali appartenenti a popoli differenti si mescolavano ed arricchivano a vicenda in maniera naturale. La Cantiga de la Serena esegue questo repertorio utilizzando strumenti che appartengono a diverse culture musicali, lasciando ampio spazio ai momenti improvvisativi, alla libera espressione del proprio modo di sentire e filtrare questi antichi canti di amore, preghiera e gioia. Il disco più recente, uscito nel 2019, “La Fortuna” è prodotto da Dodicilune nella collana Fonosfere.

Domenica 13 settembre
In Rrosa. Canti e storie di Rosa Balistreri le voci di Cristiana Verardo (salentina classe ’90, vincitrice del “Premio Bianca D’Aponte 2019”, che ha esordito con il lavoro discografico “La mia voce”) ed Enza Pagliara (straordinaria voce e interprete della tradizione del territorio) si intrecciano e portano in scena un concerto che richiama momenti storici in cui alcune donne salentine hanno saputo portare avanti la loro rivoluzione. Due voci alla ricerca di un’armonia che avvolge e coinvolge, che ammalia e incanta, che cresce e si consuma come una voce di  luna. Enza e Cristiana si vestono dei canti di Rosa, li indossano, fino a farli divenare pelle. Ogni slancio di voce, è una pennellata di colore, e ogni parola è come un morso di melacotogna. E nel masticare questo boccone antico, che risentiamo il sapore della vita, di Iolanda, Pantalea, Annunziata, Niceta, donne Salentine che pur vivendo in momenti storici ostili, hanno saputo portare avanti la loro rivoluzione.

Domenica 20 settembre
Maletiempu è il terzo progetto discografico del duo composto dalla cantante Rachele Andrioli e dal fisarmonicista Rocco Nigro. Il disco – distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store online da Believe Digital – prodotto, come i precedenti Maldimè e Malìe, da Eraldo Martucci e dalla Dodicilune di Gabriele Rampino e Maurizio Bizzochetti, ha vinto il Premio Folk Eiserner Eversteiner, nell’ambito del festival FolkHerbst a Plauen in Germania. Il duo continua a far rivivere con sensibilità moderna i canti della tradizione del Sud Italia, non trascurando però di fornire il proprio personale e originale apporto. Il disco comprende, infatti, tre inediti (“Maletiempu”, “Occhi”, “Zumpettana”), sei brani provenienti da varie tradizioni regionali (“Nunna Nanna”, “Tanti Suspiri”, “Janni Dell’Uorto”, “Lu Cunigghiu”, “Tempesta”, “Ninna Nanna”), “Cosa Sono le nuvole” di Pierpaolo Pasolini e Domenico Modugno e “L’attesa” del cantautore salentino Massimo Donno, tra gli ospiti del disco con Giuseppe Spedicato (basso acustico), Vito De Lorenzi (duff, tabla, daire), Massimiliano De Marco (voce) e Valerio Daniele (chitarra elettrica).

Domenica 27 settembre
Kulu Sé Mama è un quintetto salentino composto da Gabriele Rampino (sax tenore e soprano, sound design), Maurizio Bizzochetti (chitarre), Maurizio Ripa (piano), Maurizio Manca (basso elettrico) e Daniele Bonazzi (batteria). Legato in origine all’avanguardia e al panafricanismo post-coltraniano, il progetto Kulu Sé Mama muove verso territori non ignari di un certo suono elettrico, protofusion, ma con un linguaggio influenzato dalla modernità. Spacejazz, ritmi dispari, traiettorie improvvise, animo prog. Mantiene in sé qualcosa di trascendente e un carattere di ritualità, un qualcosa di ancestrale. Kulu Sé Mama è un gruppo nel senso storico del termine, laddove l’unità di intenti corrisponde ad un suono coeso. Nato negli ultimi ’80 da un’idea di Gabriele Rampino e Maurizio Bizzochetti (oggi rispettivamente direttore artistico e label manager della Dodicilune), Matteo Alemanno, Fabrizio M. Coppola e Gennaro Rogges, il gruppo è stato un cantiere di lavoro, un laboratorio di idee che ha ospitato musicisti come (in ordine più o meno cronologico) Filippo Preite, Patrizia Gorgoni, Daniele Bonazzi, Fausto Alimeni, Nando Mancarella, Gabriele Sebaste, Giampiero Perniola, Maurizio Ripa. E molti altri, sino alla sua formazione attuale, anche essa aperta e variabile. È stato tra i riferimenti del Fez, vero e proprio fenomeno culturale in Puglia nei primi anni ’90, animato da Nicola Conte e Maurizio Macrì. Dopo quasi trent’anni arriva il disco d’esordio “Nécessaire de Voyage”, prodotto da Dodicilune con il sostegno di Puglia Sounds Record e distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store online da Believe Digital.

Ingresso gratuito. Posti limitati.
Prenotazione consigliata.