BARI – Con il reading musicale «Capaci di cambiare» dedicato alle vittime pugliesi di mafia, protagonisti l’attrice Nunzia Antonino e il fisarmonicista Vince Abbracciante, giovedì 3 settembre (ore 21), nel chiostro del Redentore di Bari, parte «Poesia è Libertà», rassegna che – rendendo verbo una congiunzione – rivendica emancipazione culturale e identità rionale per ridare centralità a un quartiere considerato periferico. L’hanno pensata nel progetto Arene Culturali promosso dall’assessorato alle Culture del Comune di Bari, Carlo Bruni e Gioacchino De Padova, due operatori di primo piano rispettivamente nel campo del teatro e della musica. Chiedendo ospitalità e sostegno a don Francesco Preite, hanno programmato con l’associazione musicale L’amoroso tre appuntamenti nell’Opera Salesiana Redentore, nel quartiere Libertà, per l’appunto, dove la rassegna di spettacoli è stata preceduta da un laboratorio-anteprima di «guerrilla poetica» dedicato all’arte di usare la parola come arma sociale.
Prosa e versi ispirati caratterizzano l’intero progetto che, con «Capaci di cambiare», s’inaugura nel segno dell’impegno civile, nel ricordo di quel 23 maggio del 1992, quando sull’autostrada A 29, nei pressi di Capaci, a pochi chilometri da Palermo, in un attentato dinamitardo morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie e tre membri della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, questi ultimi due pugliesi. Un tragico evento che cambiò completamente la percezione dell’opinione pubblica, ancora legata ad un’idea rurale del fenomeno Cosa Nostra. Se Francis Ford Coppola aveva raccontato la mafia con grande fascino e forza nella sua versione più edulcorata, restava ancora radicata nei più l’immagine agreste di una criminalità arroccata nei piccoli paesi dell’isola, secondo uno stereotipo straordinariamente distante da quello che oggi caratterizza il fenomeno mafioso nelle sue numerose, terribili quanto sorprendenti espressioni.
Nato dalla collaborazione con Libera, l’associazione di don Ciotti impegnata anche in Puglia ad organizzare annualmente la marcia contro le mafie, «Capaci di cambiare» mette insieme alcuni testi tratti dal libro antologico «Non a caso» curato per le edizioni La Meridiana da Daniela Marcone nel quale scrittori e opinionisti raccontano alcune figure rimaste vittime della mafia alla quale si erano opposti. Le storie sono quelle di Francesco Marcone, direttore dell’ufficio del registro di Foggia ucciso per aver denunciato truffe di falsi mediatori, di Hyso Telharaj, albanese di Valona e pugliese di adozione, morto a 22 anni per essersi opposto ai caporali, del biscegliese Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza, ucciso per essersi opposto al controllo della criminalità organizzata all’interno del carcere che dirigeva, della mesagnese Marcella Levrano, morta lapidata dalla Sacra Corona Unita per aver rivelato i nomi dei suoi fornitori di eroina, di Donato Diego Maria Boscia, ingegnere di Corato ucciso dalla mafia siciliana per essersi opposto alle infiltrazioni mafiose nel cantiere che dirigeva sulla costruzione dell’acquedotto di Palermo, e di Rosario di Salvo, l’autista barese ucciso con l’amico Pio La Torre dalla mafia siciliana.