TARANTO – Il legame privilegiato tra mito e opera lirica affonda le radici dentro l’alba del melodramma, che agli inizi del Seicento tentò di riportare in vita la tragedia greca. E dialogare sul tema all’interno di uno dei musei sull’ellenismo più importanti al mondo, assume un fascino estremamente particolare per l’inaugurazione della diciottesima edizione del Giovanni Paisiello Festival di Taranto organizzato dagli Amici della Musica «Arcangelo Speranza» con la direzione artistica di Lorenzo Mattei. Tuttavia non è solo sulla produzione lirica del genius loci ispirata all’età classica che intende accendere i riflettori il convegno d’apertura «I miti nell’Opera», in programma lunedì 28 settembre (ore 18) nel Museo archeologico MArTa, il più importante al mondo sulla storia della Magna Grecia, dove l’obiettivo del simposio è mettere in relazione la produzione di tre grandi esponenti del Settecento, Paisiello, Mozart e Gluck, con i temi dell’antichità, così intimamente legati alla storia di Taranto. Per questo al MArTa, istituzione che con gli Amici della Musica ha stipulato un protocollo d’intesa di cooperazione culturale, si sono dati appuntamento il direttore artistico del festival, Lorenzo Mattei, la direttrice del Museo, Eva degl’Innocenti, il critico musicale Fabio Larovere, la soprintendente ai Beni Archeologici, Belle Arti e Paesaggistici delle provincie di Brindisi, Lecce e Taranto, Maria Piccarreta, l’architetto Agusto Ressa e l’assessore alla Cultura e vicensindaco di Taranto, Fabiano Marti (l’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria al numero 099.4538639).
Partendo dai primi esempi in assoluto di melodramma ispirati alla mitologia, dunque dalle opere di Giulio Caccini, Jacopo Peri e Claudio Monteverdi, si arriverà (anche attraverso degli ascolti) a parlare di Gluck, il compositore che con il librettista Ranieri de’ Calzabigi è il grande riformatore dell’opera attraverso il ripristino della connessione tra melodramma e tragedia greca fondato su alcuni elementi essenziali. Gluck riabbraccia il mito con «Orfeo ed Euridice» e «Alcesti», manifesto di questa riforma che, però, non determina un ritorno al passato, piuttosto getta le premesse per il superamento del mito come soggetto prediletto per il melodramma. Depurata da Gluck, l’opera lirica viene sottoposta a un mescolamento di generi tradizionalmente distinti. E Paisiello è uno dei principali esponenti di questo processo già a partire dall’opera «Fedra», nella quale l’impianto serio si arricchisce di elementi buffi. Un processo che trova il suo definitivo sviluppo e compimento nel dramma giocoso di Mozart, che sino all’«Idomeneo» rispetta la tradizione (e il mito), pur con l’abbandono di molti elementi della retorica metastasiana e l’introduzione di elementi più moderni.
Tra l’altro, il convegno non solo inaugura il festival, in programma sino al 9 ottobre, ma fa anche da prologo al recital danzato «Miti, amanti, re» del giorno successivo, martedì 29 settembre (ore 21) al Teatro Fusco, dove il soprano Carolina Lippo e il controtenore Aurelio Schiavoni, coadiuvati al fortepiano da Francesco Libetta, proporranno musiche dei tre più grandi autori del secondo Settecento coreografate tra antico e moderno da Domenico Iannone per i ballerini della compagnia Altradanza. Info biglietti (15 euro platea, 10 euro galleria) e abbonamenti (40 euro platea, 30 euro galleria) Amici della Musica (099.730.39.72).
Il Giovanni Paisiello Festival è sostenuto da Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dall’assessorato all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, dal Fondo speciale Custodiamo la Cultura della stessa Regione Puglia e del Teatro pubblico pugliese, dal Comune di Taranto, e con i contributi degli sponsor Ivis Live Your Vision e Conad.