LECCE – Visto il successo di pubblico e in vista di un programma di visite guidate per gli studenti, la mostra in corso nel Museo Castromediano di Lecce è prorogata fino al 1° novembre 2020.
Esplora in maniera sistematica – attraverso 18 sezioni specifiche, introdotte da testi autobiografici dell’artista – il percorso di ricerca di Fernando De Filippi lungo oltre sessant’anni di sguardi, indagini e mostre tra pittura, arte pubblica ed esperienze di militanza.
Le sale della Pinacoteca del Museo Castromediano accolgono dal 4 settembre scorso un itinerario espositivo sistematico legato alla sessantennale ricerca di Fernando De Filippi, artisti nato a Lecce nel 1940 e a Milano sin dal 1959, con alle spalle una prestigiosa attività espositiva, che l’ha visto esporre le proprie opere alla Biennale di Venezia, a Palazzo Reale di Milano e in alcuni importanti musei nazionali e internazionali sin dagli anni Sessanta.
Il progetto rientra in una più ampia ricognizione che il Museo Castromediano sta esplorando da alcuni anni attraverso mostre e pubblicazioni che ricostruiscono personalità e specifici momenti legati all’avanguardia artistica del secondo Novecento in Puglia e non solo, convinti che la ricerca e la divulgazione siano due imprescindibili momenti, intrecciati, dell’attività espositiva ed editoriale di un museo pubblico.
La mostra, promossa da Regione Puglia – Assessorato all’industria turistica e culturale, Teatro Pubblico Pugliese e dal Polo biblio-museale di Lecce, con il patrocinio del Comune di Lecce e della Provincia di Lecce, parte dai lavori della fine degli anni Sessanta, legate a un immaginario Pop, ma assolutamente autonomi rispetto alle istanze americane, per poi giungere, attraverso l’analisi dell’iconografia di Lenin, alle performance, alle scritte sulla sabbia legate agli scritti teorici di Marx e poi, dagli anni Ottanta, alla mitologia e alla costruzione di un immaginario in cui l’iconografia dell’albero assume una determinata centralità. Si approda poi agli anni Duemila, con le opere realizzate con l’ausilio delle nuove tecnologie, in cui il fuoco e la riflessione sull’alchimia evidenziano particolari visioni. In mostra anche documenti e materiali legati alla sua storia d’artista e intellettuale e una video-intervista con l’artista, insieme a Sostituzione, un suo lavoro del 1974 in cui De Filippi si trasforma in Lenin, considerato uno dei capisaldi della ricerca artistica in Italia di quegli anni di impegno politico e militanza da parte degli artisti.
Il progetto, coordinato da Luigi De Luca, direttore del Polo biblio-museale di Lecce, e curata da Brizia Minerva e Lorenzo Madaro, fa quindi il punto su tutta la sua indagine, come rivela anche il catalogo ragionato, edito da Prearo, che accoglie anche un denso apparato iconografico e testi dei curatori.
Dal primo ottobre la mostra sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle 9 alle 20.