Venerdì 2 ottobre “Mozart 1770” al Teatro Comunale Fusco di Taranto

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TARANTO – Correva l’anno 1770. E Mozart, durante il suo viaggio in Italia, conobbe Giovanni Paisiello, del quale divenne grande estimatore. Duecentocinquant’anni dopo i due geniali compositori si ritrovano idealmente per il festival che celebra il musicista tarantino. L’appuntamento è in programma venerdì 2 ottobre (ore 18), nel Teatro Comunale Fusco, dove per la diciottesima edizione del Giovanni Paisiello Festival diretto da Lorenzo Mattei per gli Amici della Musica «Arcangelo Speranza» è in programma la conferenza-concerto «Mozart 1770», cui seguirà (ore 19) l’assegnazione del Premio Giovanni Paisiello Festival. Protagonista dello spettacolo è il noto musicologo Sandro Cappelletto, critico musicale del quotidiano La Stampa e autore di numerosi saggi storico-musicali (tra cui «Mozart. La notte delle dissonanze»). Cappelletto trasporterà gli spettatori indietro nel tempo, e mentre racconterà il viaggio in Italia del genio di Salisburgo e l’incontro con il collega operista, il soprano Valeria La Grotta, accompagnata da Selim Mahrez al fortepiano (un esemplare di metà Ottocento dei Fratelli Federico di Napoli), intonerà alcuni passi mozartiani. Il programma musicale prevede, infatti, le arie di Dircea dal «Demofoonte» e di Aspasia da «Mitridate, re di Ponto», oltre al recitativo e aria “A questo seno, deh vieni…Or che il cielo a me ti rende” KV 374 musicato da Mozart sullo stesso testo di Giovanni Gamerra utilizzato da Paisiello come libretto della sua opera «Sismano nel Mogol».

Ma cosa accadeva mentre Mozart intraprendeva il suo viaggio in Italia? Per esempio, ricorda Cappelletto, l’erede al trono dei Bourbon sposava l’austriaca Maria Antonietta. Inoltre, una damina e un galant homme, come di consueto nei dipinti di Fragonard, si scambiavano voluttuose effusioni clandestine. E, intanto, James Cook esplorava miglio dopo miglio le coste dell’Australia ignaro del fatto che Charles Messier avesse scoperto una cometa periodica. Tenendo fede a una proibita filosofia da boudoir, il «più che galante» Ordine Ermafrodita continuava con «decence» le sue adunanze senza sapere che, uno dopo l’altro, nel frattempo fossero nati Hölderlin, Wordsworth, Hegel e Beethoven. Insomma, il 1770 fu un vero e proprio annus mirabilis, che gli appassionati di musica ricordano però anche per altri fatti straordinari: il fiorire della symphonie concertante  e due viaggi musicali in Italia particolarmente famosi: quello di Charles Burney, pioniere della storiografia musicale, e, per l’appunto, di un giovanissimo Mozart. Dei tre tour di Wolfgang nel Bel Paese, il primo fu senza dubbio il più lungo: oltre quindici mesi, dal dicembre 1769 al marzo 1771. Mozart toccò quasi quaranta città, con soirée a Verona, Mantova, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli. Tappe che si concretizzarono nell’amicizia e l’apprendistato con padre Martini, l’udienza da Clemente XIV con corollario di croce dell’ordine dello Speron d’oro, la composizione e l’allestimento del Mitridate, re di Ponto, a Milano, il 26 dicembre 1770 (furono ben ventidue le rappresentazioni consecutive) e l’incontro con Giovanni Paisiello, avvenuto nella tarda primavera del 1770. A quell’altezza cronologica l’enfant prodige salisburghese aveva quasi la metà degli anni del compositore tarantino: l’uno era in cerca di un posto nell’affaccendato mondo musicale, l’altro, fra i migliori ex-allievi del Conservatorio Sant’Onofrio, era già un affermato rappresentante dell’operismo di matrice napoletana. Fra i due dovette esserci reciproca stima. Se non altro Paisiello non si premurò di riservare al suo giovane collega alcun perfido commento, come invece fece per Gluck, Jommelli, Guglielmi e persino Pergolesi e Durante. E, dal canto suo, Mozart non mancò di cogliere dall’ingegno paisielliano più di uno spunto drammaturgico e musicale.

L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria al numero 099.730.39.72.

Il Giovanni Paisiello Festival è sostenuto da Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dall’assessorato all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, dal Fondo speciale Custodiamo la Cultura della stessa Regione Puglia e del Teatro pubblico pugliese, dal Comune di Taranto, e con i contributi degli sponsor Ivis Live Your Vision e Conad.