LECCE – Manifesti 6×3 in tutta la città, con le creazioni di Fernando De Filippi che si insediano nel paesaggio urbano, tra edifici, automobili, autobus, biciclette, incontrando gli sguardi dei cittadini, partecipando alla vita della città tutta. Da lunedì 26 ottobre e fino all’8 novembre la parola paradigmatica, realizzata dall’artista bruciando le cinque lettere dell’alfabeto che la compongono, ARTE, entra nello spazio del quotidiano dei leccesi, con un progetto d’arte pubblica concepito appositamente per la città dal Polo biblio-museale di Lecce in collaborazione con il Comune di Lecce, assessorato alla Cultura, nell’ambito della Convenzione tra Regione Puglia e Comune firmata alcuni mesi fa.
È la prosecuzione della mostra promossa dal Polo biblio-museale di Lecce in occasione degli ottant’anni del maestro De Filippi (la chiusura della mostra sarà prorogata fino al 29 novembre).
Un ulteriore omaggio all’artista, che anche negli anni Settanta adottò la pratica delle affissioni nello spazio pubblico come ricerca artistica, tanto da essere definito un antesignano della Street art. In quel clima di impegno politico e sociale attivo da parte dell’artista, le affissioni (in quel caso abusive) costellavano edifici e strade di New York, Parigi e Milano, città che l’ha accolto nel 1959 dopo aver lasciato la natia Lecce.
È lo stesso artista a suggerirci: “Apparentemente astruse e incomprensibili, portate nella strada come misteriosi messaggi affidati al mare in una bottiglia, le opere proposte in un mondo nuovo, fuori dal sistema dell’arte, acquistano una nuova connotazione nell’eliminazione dell’intermediazione, semplificando e trasformando il momento della rappresentazione in una pratica diretta. Il contesto di lettura è ampio, essendo il lettore il generico passante che viene a trovarsi di fronte a un messaggio inconsueto e anonimo, non solo nell’aspetto o nell’assenza di un autore dichiarato, ma soprattutto per non essere connotabile commercialmente o politicamente. È infatti il mezzo, il veicolo, quello pubblicitario e propagandistico, che viene posto come centro nevralgico del messaggio stesso”. La parola scelta, titolo anche dell’antologica, curata da Brizia Minerva e Lorenzo Madaro è, appunto, intesa come processo di riflessione, dinamica di indagine, spazio di condivisione, contesto in cui interagire e immaginare nuovi possibili forme di futuro.
A tal proposito De Filippi ha anche osservato che “Un’opera all’aperto si vivifica nel rapporto diretto con il pubblico, stimolando un confronto che si misura finalmente non soltanto con addetti ai lavori ma con un pubblico reale e con uno scenario, quello della strada, sempre diverso. La strada ospita un’utenza occasionale, moltiplica i punti di vista e le situazioni di luce, inglobando l’opera che diviene a sua volta paesaggio nel paesaggio”.
ARTE entra pertanto nel quotidiano, assecondando un processo di riflessione condivisa che il Museo Castromediano ha avviato attorno al dialogo tra l’arte contemporanea e le comunità.
“Il Museo fuori dal museo: è questa l’intenzione del progetto di arte pubblica concepito da Fernando De Filippi in occasione della sua grande antologica al Castromediano – commenta Loredana Capone, assessore all’industria turistica e culturale della Regione Puglia. Un’esperienza di dialogo con la città, in questi tempi complessi, quindi, per ritrovare insieme il senso della parola Arte. Chi in questi giorni si muoverà per le piazze e le strade di Lecce incontrerà l’installazione del maestro, sollecitando nuove riflessioni e nuove visioni per costruire insieme il nostro futuro”.
“Contribuiamo all’omaggio al maestro che con la sua lezione ci ha insegnato la necessità di far evadere l’arte dai musei, chiamandoci alla ricerca di essa nella quotidianità, nelle sue espressioni, nei suoi linguaggi– dichiara l’assessore alla Cultura del Comune di Lecce Fabiana Cicirillo – La collaborazione e la condivisione di iniziative con la Regione Puglia e il Polo biblio-museale continua a produrre buoni frutti, a conferma di quanto sia importante unire le forze a beneficio di una migliore capacità di iniziativa nel campo della produzione di manifestazioni culturali di alto profilo”.