Grande successo per i piccoli giornalisti all’opera nel tg Dada Stories

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FOGGIA – La scuola dell’innovazione è di nuovo in gioco: si tratta dell’istituto DADA “Ugo Foscolo” di Foggia: la scuola senza zaino, in cui gli alunni sono chiamati a sperimentare nuove metodologie basate sulla didattica per ambienti di apprendimento.

E anche questa volta la visione innovativa, basata sul binomio formazione ed emozione, si fa valere, nonostante la pandemia, grazie al grande successo del Tg DADA Stories, attraverso il quale i piccoli giornalisti della “Foscolo” hanno raccontato la propria scuola a coetanei e genitori che stanno decidendo quale sarà per loro la scuola del futuro.

Innovativi nel farsi conoscere, promuovendo due incontri online, sabato 9 e giovedì 14 gennaio, attraverso la piattaforma Zoom, con la dirigente Fulvia Ruggiero, pronta a spiegare le finalità del modello DADA.

Creativi per l’ideazione dei consueti laboratori che si svolgono durante il DADA Day per far conoscere ai nuovi piccoli alunni la scuola che potrebbe diventare la loro, per i prossimi tre importantissimi anni del percorso della secondaria di I grado. Anche quest’anno i DADA workshops saranno tenuti dagli alunni, guidati dai loro docenti, per condividere le emozioni che il modello didattico della scuola “Foscolo” offre.

Ci si può prenotare attraverso il modulo di contatto su Facebook (https://forms.gle/Lh9zx9yRtdQuoxB47) o telefonando al numero 0881/743522, per richiedere un appuntamento per visitare la scuola DADA e iscriversi ai workshops.

Inoltre, sulla apposita landing page (https://www.thinglink.com/scene/1402295145121972225), basta un clic sui “microfoni colorati” per avere maggiori informazioni, un clic sulle “videocamere” per rivedere le puntate del notiziario. Invece, un clic sui “cuoricini” consente di scoprire i progetti e uno sulle “note musicali” per immergersi nel mondo delle quattro classi di strumento musicale presenti a scuola: pianoforte, chitarra, violino e percussioni.

Presto i ragazzi potranno tornare in presenza muovendosi tra le varie aree didattiche, aprire gli armadietti e soprattutto vivendo l’intera offerta formativa con un punto di vista unico: quello di una comunità educante in movimento, che insegna l’inclusività e il saper fare e che non si è mai fermata, anche in questo momento storico così difficile.