TUGLE (Lecce) – Mercoledì 27 gennaio 2021, alle ore 19, sulla Pagina Facebook “Bene Comune Tuglie” l’Associazione Politico-Culturale, presieduta da Lorenzo Longo, con il Gruppo Consiliare formato da Alessandra Moscatello, Gianpiero Pisanello e Valentina Serini incontrano Gioia Bartali, nipote del campione di ciclismo Gino Bartali che, durante l’Olocausto, salvò centinaia di ebrei.
“Nella Giornata della Memoria – fanno sapere i Consiglieri Comunali di “Bene Comune Tuglie” – per ricordare le vittime dell’Olocausto noi vogliamo ricordare Gino Bartali che, durante le persecuzioni degli ebrei in Italia, trasportò all’interno della sua bicicletta documenti falsi per aiutarli ad avere una nuova identità e a sfuggire alla deportazione che li avrebbe portati nei campi di concentramento nazifascisti. Questa storia è venuta fuori soltanto molti anni dopo, perché Bartali ha custodito gelosamente questo segreto in fondo al suo cuore: “Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”, diceva. Il campione italiano è scomparso nel 2000 e la ricostruzione di questa sua grande impresa contro le persecuzioni degli ebrei si è fatta strada pian piano, scavando nella memoria e dando un nome e un volto alle centinaia di persone che con i documenti falsi trasportati all’interno della sua bicicletta da corsa Bartali salvò dalle deportazioni nazifasciste”.
A Gino Bartali, nel 2006 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì la medaglia d’oro al valor civile (postuma) per la sua attività a favore degli ebrei perseguitati durante la Seconda Guerra Mondiale. E il 23 settembre 2013 è stato dichiarato “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’Olocausto fondato nel 1953, riconoscimento per i non-ebrei che hanno rischiato la propria vita per salvare quella anche di un solo ebreo durante le persecuzioni naziste.
Con questa grande figura l’Associazione Politico-Culturale “Bene Comune Tuglie” vuole ricordare e rendere onore a un grande campione di ciclismo, ma soprattutto un grande uomo che ha pedalato per la giustizia e per la libertà.