PUGLIA – Senza carri e feste in maschera, sfilano i dolci di Carnevale tra mille chiacchiere e castagnole, con il boom dei dolci fatti in casa per più di 1 famiglia su 2 (52%) per dimenticare le ansie dell’emergenza Covid, andare alla ricerca della normalità perduta e ritrovare i “comfort food” della tradizione. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione della prima esposizione dei dolci della tradizione nel week end di Carnevale con iniziative nei mercati di Campagna Amica di Via Appia 226 a Brindisi e di Via della Repubblica 80 a Foggia e negli Agriturismi di Terranostra, dove i cuochi contadini di Campagna Amica proporranno piatti tipici della tradizione carnevalesca pugliese, dai coriandoli di pasta alle stecche di maiale classiche del Carnevale grasso, fino alle leccornie per chiudere il pranzo in dolcezza.
La necessità di passare il tempo fra le mura domestiche a causa delle misure anti Covid ha spinto al ritorno della cucina casalinga fai da te con – sottolinea la Coldiretti regionale – la riscoperta di ricette e dolci della tradizione. La preparazione dei piatti tradizionali delle feste è – continua la Coldiretti – così un’attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne a anche come antidoto alle tensioni e allo stress provocate dalla pandemia. E fra gli strumenti di questa rivoluzione dei fornelli nelle case degli italiani, oltre a mattarello e frusta per le uova è arrivata – spiega Coldiretti Puglia – anche la macchina impastatrice entrata ufficialmente nel 2021 nel nuovo paniere consumi dell’Istat.
A Carnevale – stima la Coldiretti regionale – vengono consumati oltre 11 milioni di chili di dolci tipici con un costo che oscilla fra 5 euro al chilo di chi usa forno e fornelli casalinghi ai 15 ai 30 euro, con picchi anche di 65, per le diverse specialità che si possono trovare nelle panetterie e nelle pasticcerie. Ma non è solo una questione di prezzo perché preparare i dolci a casa permette di fare la differenza sul risultato finale grazie a una scelta accurata di ingredienti freschi e di qualità, a partire dalle uova e dal miele che – continua Coldiretti Puglia – possono essere acquistati anche nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove si possono trovare anche le specialità delle feste della tradizione contadina i cui segreti sono stati tramandati da generazioni.
Le chiacchiere sono strisce dal bordo dentellato di pasta fritta e cosparsa di zucchero a velo, preparate con ingredienti facili da reperire in Puglia, come la farina di grano 100% made in Puglia, un dolce tipico di tutta la regione – dice Coldiretti Puglia – da Foggia a Lecce, dove da secoli più che un piatto è una vera e propria tradizione.
Le castagnole, il cui termine è dovuto alla piccola dimensione e all’analoga forma del frutto dei castagni, sono dolci carnevaleschi dalle origini antiche, dato che nei più moderni ricettari ottocenteschi – ricorda Coldiretti Puglia – sono presenti ben quattro ricette diverse che portano il nome di Castagnole, di cui una con cottura al forno, già in un manoscritto di fine ‘700, trovato da Italo Arieti negli Archivi di Stato della città di Viterbo. Ma si suppone che, di castagnole, si parlasse già nel 1692, attraverso le ricette del Latini, cuoco, tra gli altri, della casa reale dei D’Angiò, e nel 1684, con il Nascia, cuoco della Casa dei Farnese.
Spostandosi a Foggia è possibile riscoprire una ricetta del carnevale ben più sostanziosa, le cosiddette Dita degli Apostoli, chiamate così per la loro forma allungata sebbene le origini etimologiche del piatto siano incerte e sicuramente legate al mondo religioso. Si racconta, infatti, che siano state delle suore a chiamarle così, preparando – spiega Coldiretti Puglia – la ricetta con gli ingredienti avanzati dalle altre cotture. Il loro aspetto è paragonabile a quello di bianchi cannelloni realizzati con delle crespelle ripiene di ricotta vaccina e cannella.
Il Carnevale prende le mosse dalla tradizione della campagna, dove segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con dovizia. I banchetti carnevaleschi – conclude la Coldiretti – sono molto ricchi di portate perché, una volta in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale.