FRANCAVILLA FONTANA (Brindisi) – In occasione della Giornata Internazionale della Donna sarà allestita a Castello Imperiali la mostra dell’Associazione Toponomastica Femminile patrocinata dalla Commissione Pari Opportunità di Francavilla Fontana dedicata alle Madri Costituenti.
L’iniziativa, promossa dall’Assessorato alle Pari Opportunità, intende ripercorrere il contributo fornito dalle donne nella definizione della nostra Costituzione.
“In un tempo in cui si discute di visibilità femminile attraverso la lingua e si continua a sottovalutare quanto quest’ultima incida sulla formazione delle nostre opinioni, il Comune ospita una mostra che ci aiuta a rivedere l’idea secondo cui la Costituzione avrebbe avuto solo dei padri e non anche delle madri – dichiara l’Assessore alle Pari Opportunità Sergio Tatarano – Si tratta di vite straordinarie che abbiamo il dovere di far conoscere perché la corretta visibilità è essa stessa promozione di pari opportunità.”
Il 2 giugno 1946 le italiane furono chiamate per la prima volta alle urne per scegliere tra la repubblica e la monarchia e per eleggere i e le componenti dell’Assemblea Costituente.
Furono 21 le donne elette su 556 Costituenti. Venivano dal Sud, dal Nord e dal Centro del Paese, quasi tutte lavoravano e possedevano titoli di studio alti: 14 erano laureate, molte le professoresse, due le giornaliste, una sindacalista e una casalinga. Nove militavano nel partito democristiano, nove nel partito comunista, due nel partito socialista, una nel partito dell’Uomo Qualunque.
Tutte avevano alle spalle storie d’impegno sociale e politico e alcune anche esperienze da combattenti, di lotta partigiana, di carcere per attività antifascista, di esilio o di deportazione nei campi di concentramento nazista.
Delle ventuno deputate, cinque – Ottavia Penna, Maria Federici, Nilde Iotti, Angelina Merlin e Teresa Noce – parteciparono ai lavori della “Commissione dei 75”, incaricata dall’Assemblea Costituente di elaborare la proposta di Costituzione da discutere in plenaria.
In tempi in cui le donne erano sottoposte alla patria potestà, non accedevano a molti ruoli della Pubblica Amministrazione e la disparità salariale uomo-donna era prevista dalla legge, le neodeputate sostennero il diritto alle pari opportunità e all’uguaglianza tra i sessi sia nel campo lavorativo che in quello familiare. Furono loro affidati specialmente, ma non solo, i temi della famiglia, della maternità e dell’infanzia ritenuti “più femminili”. I documenti delle Commissioni confermano che operarono con rigore e in modo solidale, equo, guidato da un forte senso della giustizia.
La mostra sarà visitabile nel rispetto di quanto previsto dal vigente Dpcm sino al 12 marzo. Successivamente i pannelli saranno esposti presso l’ITST Fermi, avviando un percorso itinerante tra gli Istituti superiori della Città.