Il Museo civico di paleontologia e paletnologia di Maglie partecipa alla sfida MuseumAtNightChallenge ed illumina per una notte le proprie sale, svelando i segreti ed i misteri dei reperti dopo il crepuscolo.
I musei sono il più grande faro del sapere, custodi di storie e tradizioni, il buio calato sul mondo della cultura e dei musei ha dato vita a MuseumAtNightChallenge, una sfida per fare luce ed illuminare la notte buia che stanno vivendo questi luoghi rimasti vuoti e senza i loro visitatori.
La challenge social ha preso il via in Belgio, precisamente al parco/museo Le Pass a Frameries e al quale hanno aderito in queste ore numerosi musei italiani ed europei che si sfidano l’un l’altro su Facebook ed Instagram. La sfida permette di nominare i vari musei ed animarli, per far conoscere i luoghi e le loro opere rimaste sole nella loro intimità, per una notte, proprio come nel film “Una notte al museo” con Ben Stiller, le opere si animano e prendono vita.
L’iniziativa del belga Le Pass mira ad aumentare la visibilità dei musei in questi momenti così difficili per la cultura e diffondere immagini di bellezza. Per sollecitare maggiore interesse negli spettatori e suscitare curiosità in un mondo che attende con ansia i suoi visitatori per ritornare a splendere e a raccontare la storia delle meraviglie che custodisce.
Nella notte una magica atmosfera pervade le sale, i reperti appaiono avvolti da un’aura particolare ma, privati dello sguardo dei visitatori, hanno perso la loro capacità di attivare conoscenza e di trasmettere storie plurali.
“Ogni museo partecipa alla sfida pubblicando le foto e i video notturni più suggestivi, un modo per non spegnere le luci sull’arte e la cultura con la chiusura dovuta alla pandemia. Noi- spiega Assunta Medica Orlando direttrice del Museo Civico di Maglie- abbiamo accolto la sfida del Musa Museo Storico Archeologico di Lecce, ed abbiamo lanciato la sfida al Museo della Preistoria di Nardò, al Museo civico di Gallipoli ed al Museo archeologico Antonio Solinas di Palermo.
Il video, spiega la direttrice Orlando, realizzato grazie all’attenzione dell’assessore alla cultura Roberta Iasella Vilei e del bravissimo videoamatore Mario Lini con la collaborazione di Elisabetta Papadia, è uno storytelling che racconta il museo proiettando una luce insolita ed inedita, mentre al mattino si ha uno sguardo d’insieme, nella notte la luce cade su ogni singolo reperto, come se ognuno chiedesse un po’ di attenzione che in questo momento non c’è.
Un modo per dire che i musei, e la storia in essi contenuta, ci sono anche se apparentemente dormienti. In questa lunghissima notte L’alca museo c’è, anche se nessuno ci vede, ed in questo periodo il nostro pubblico, nelle diverse fasce d’età, ci manca tanto.”
Il museo magliese è una piccola voce nella società e la notte pone i riflettori sul singolo e sono tante e notevoli le testimonianze custodite. Un allestimento che attrae studiosi di tutto il mondo per i reperti osteologici di fauna pleistocenica, unici ad essere ritrovati tutti in connessione anatomica, come l’arto di Equus Idruntinum è stato ritrovato per la prima volta nel Salento ed è un unicum al mondo.
Appena saranno riaperti i musei vale la pena ritagliarsi un’oretta del proprio tempo per scoprire la storia del Salento, nel luogo dove sono visibili i ritrovamenti di Grotta Romanelli, la maggior parte sono collocati in istituti museali o depositi universitari e l’importante ricostruzione etnografica africana.
Nel cuore del museo di uno dei comuni dell’Entroterra Idruntino si può conoscere non solo come siamo cambiati noi, ma anche il clima, qui si trovano i resti di animali estinti, come il leone delle caverne e mammut che raccontano di effetti climatici differenti. Il museo è custode anche di storie di uomini che si intrecciano con le opere in esse contenute, che affascinano visitatori grandi e piccini.