GIUGGIANELLO (Lecce) – Ai tempi in cui i Turchi invasero Otranto, un ricco signore, temendo che le sue tre giovani figlie venissero catturate e portate in un harem, decise di rinchiuderle in una grotta con una grande quantità di oro e d’argento. Passarono gli anni ed il padre morì, portando nella tomba il suo segreto. Delle fanciulle non si seppe più nulla.
Trascorsero molti anni, finché un giorno un povero pastore, cercando una pecorella smarrita, trovò l’ingresso della grotta ed, incuriosito, decise di entrarvi. Una volta all’interno dell’antro, il giovane scoprì con grande stupore la presenza di due enormi mucchi di monete, il primo di oro, il secondo d’argento. Dopo un attimo di esitazione si tolse i calzoni e li riempì di monete d’oro, sino a farli traboccare. Mentre si accingeva ad uscire la grotta, una voce sovrumana lo paralizzò:
– “Lascia quelle monete che non ti appartengono e bada piuttosto alle tue pecore, che stanno danneggiando gli alberi di ulivo!” –
Si trattava del diavolo che, in quel lasso di tempo, si era impadronito del tesoro e delle tre fanciulle. Il giovane, terrorizzato, fuggì via a gambe levate, lasciando per terra anche i calzoni colmi di monete d’oro.
Cosimo Enrico Marseglia