Dal 27 maggio al via la mostra “Leandro 40. Nuove intermittenze. Inediti, classici e testimonianze”

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SAN CESARIO DI LECCE – Da giovedì 27 maggio (tutti i giorni dalle 18:30 alle 21:30 – info e prenotazioni 3278162848 – variarti@gmail.com) nella Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce sarà aperta al pubblico la mostra “Leandro 40. Nuove intermittenze. Inediti, classici e testimonianze” a cura di Pietro Copani (direttore del Castello di Copertino), Lorenzo Madaro (docente di Storia dell’arte contemporanea dell’Accademia di belle arti di Catania) e Brizia Minerva (storica dell’arte del Museo Castromediano di Lecce). La mostra, promossa e organizzata dall’associazione culturale Variarti e da Astragali Teatro, nasce come una grande installazione immersiva in uno tra i più importanti esempi di archeologia industriale del sud Italia.

La mostra (aperta fino al 30 giugno) conclude il progetto Leandro 40, avviato negli scorsi mesi per celebrare i quarant’anni dalla scomparsa dell’artista salentino Ezechiele Leandro (10 aprile 1905 – 17 febbraio 1981), un visionario che attraverso la sua ricerca artistica ha creato nuovi mondi, tutti da decifrare. Per raccontare questo universo e per conoscere la sua arte capace di travalicare la resistenza degli steccati dei linguaggi e dei confini, nell’ambito del progetto “Alchimie – la Distilleria De Giorgi residenza artistica di comunità”, dal 17 febbraio al 24 marzo è stato organizzato un ciclo di talk online per indagare Leandro dal punto di vista di diversi artisti, pensatori e curatori con la partecipazione, tra gli altri, dello stilista Antonio Marras e di Cesare Pietroiusti.

Il progetto si conclude dunque con questa selezione ragionata di opere che provengono dalla collezione del nipote dell’artista, Antonio Benegiamo. Grandi tele, sculture, assemblaggi e altre opere – in gran parte inedite o poco esposte negli ultimi decenni – sono installate in stretta connessione con macchinari e altri reperti del passato industriale di questo luogo. Alla radice di tutto c’è la capacità di Leandro di investigare – così come ha teorizzato pionieristicamente anche nei suoi scritti – i materiali per farli rivivere: e quindi ferri, attrezzi e altri elementi di possibili echi industriali e agricoli, così come quelli che si respirano costantemente nella Distilleria; ma c’è, soprattutto, l’ossessione di Leandro nei confronti di corpi e spazialità ancestrali, in cui si verifica il miracolo della visione: figure antropomorfe, segni e tracce del suo essere “primitivo” che affiorano prepotentemente dalle grandi tecniche miste su tela in mostra.

Chi si addentrerà negli spazi della Distilleria De Giorgi potrà immergersi in un costante dialogo tra le opere e le voci e i suoni di Lu Zacheli, audio documentario poetico sulla vita di Ezechiele Leandro e installazione visivo sonora, un progetto di Associazione Petrolio e Teatro Zemrude, a cura di Daniela Diurisi, con la collaborazione dell’artista visiva Brunella Tegas: un affresco narrativo che vuole restituire la dimensione intima della figura di quell’artista che in vita non ha ricevuto il giusto riconoscimento e che ancora oggi è al centro di molte questioni che ostacolano la giusta conoscenza del suo operato. Il progetto di Diurisi e Aresu, infatti, vuole approfondire, attraverso l’ascolto, l’aspetto più umano dell’artista Ezechiele Leandro, lasciando lo spazio ai racconti di coloro che lo hanno conosciuto in vita, dai parenti a chi è stato testimone della nascita del suo Santuario della Pazienza, da chi ha esperienza del rapporto che ha avuto col paese a chi, semplicemente, gli era amico.

La mostra vuole quindi essere una narrazione corale e in quest’orbita è prevista anche la proiezione del video di Cosimo Pastore che documenta l’adattamento musicale de “La poesia dell’acqua” (da “Penzieri e cunti” di Ezechiele Leandro) realizzato da Enzo Marenaci, Tonio Panzera, Giuseppe Cristaldi e Silvia Boccadamo, e i reading delle memorie personali attorno alla figura di Ezechiele Leandro eseguite da Giuseppe Semeraro – poeta e attore, fondatore della compagnia Principio Attivo Teatro, che leggerà “Peppino e faraone”, tratto dalla raccolta “Penzieri e cunti” di Ezechiele Leandro; Mauro Marino – operatore culturale, fondatore del Fondo Verri nella lettura di “Lettera ai giovani”, manoscritto inedito di Ezechiele Leandro; Agostino Aresu – attore e regista, fondatore della compagnia Teatro Zemrude che leggerà “la stella matutina”, poesia manoscritta inedita (Archivio Privato L. Libetta) di Leandro e dedicata alla storica maestra di San Cesario Lucia Libetta.

Ezechiele Leandro è nato a Lequile, in provincia di Lecce, nel 1905. Trovatello, cresce in una famiglia di contadini e viene riconosciuto dalla madre naturale solo undici anni dopo. Lavora come pastore ed è poi trasferito nel convento dei frati francescani del paese, dove acquisisce una cultura profondamente religiosa, entrando in contatto con l’iconografia cristiana. Nei primi anni Trenta lavora come cementista: l’esperienza risulterà poi fondamentale nel corso della sua attività artistica. Nel 1932 si sposa e si trasferisce nella vicina San Cesario, dove inizia a installare le prime sculture nel giardino della sua abitazione. Le difficoltà economiche lo spingono a trasferirsi dapprima in Africa e poi in Germania, dove lavora in miniera. Al ritorno si arruola, dopodiché lavora come ferrivecchi. Nel 1955 si trasferisce in via Cerundolo: nel giardino adiacente alla casa impianta le sue sculture e due anni dopo dipinge la prima tela, un San Giorgio e drago. Nel 1962 avvia i lavori per il concepimento del Santuario della Pazienza, il grande giardino popolato da centinaia di sculture in cemento e materiali di risulta, assemblati con un preciso ordine, guardando alle sacre scritture ma anche al profano, con accenti tragici e ironici. La struttura del Santuario – inaugurato nel 1975 e vincolato dal Mibact nel 2014 – è scandita da navate e anfratti, oggi in uno stato di conservazione precario dovuto anche ad atti di vandalismo e incuria. L’attività espositiva degli anni Settanta è molto intensa, così come gli omaggi che gli sono stati tributati dopo la sua morte, avvenuta nel 1981. È dell’estate 2016 la prima retrospettiva completa sulla sua opera, promossa dal Mibact.