ANDRIA (BAT) – Continua con successo di pubblico la XXV edizione del Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi. Il Festival multidisciplinare di arti performative, alle sue nozze d’argento, è stato fortemente voluto dalla Città di Andria con il sostegno dalla Regione Puglia – Fondo speciale per la cultura, Programma Straordinario Custodiamo la Cultura in Puglia 2021, e organizzato dal Teatro Pubblico Pugliese.«25 edizioni di un festival– come sottolinea il direttore artistico Riccardo Carbutti – hanno saputo dare gli strumenti ai suoi fruitori per poter tradurre in pensiero ciò che si guarda anche senza conoscere; creato un territorio franco dell’immaginario in cui più pubblici si sono mescolati in una ibridazione positiva e stimolante, e dato alle giovani compagnie invisibili la possibilità di potersi esprimere nelle loro costruzioni drammaturgiche più innovative».
Anche per l’ultimo giorno dell’infuocato agosto l’offerta culturale è amplia. Martedì 31 agosto, alle ore 20:30, presso Camera del Lavoro di Andria, andrà in scena “Padrone mio” di N. Conversano, S, Lasorsa, G. Tango. Un sindacalista, un giornalista, un musicista. Tre vite apparentemente molto diverse ma unite da un filo comune, nascosto dietro piccoli screzi, conflitti e protagonismi della routine quotidiana. Il mondo del lavoro raccontato da chi ha scelto di sposare il punto di vista degli ultimi, degli sfruttati: prima con ricordi, aneddoti e con le canzoni di Leone di Lernia che, come il blues nei campi di cotone, facevano dimenticare la “fatica della giornata”. Poi con storie più amare. Il caporalato indagato da un giornalista che a sua insaputa diventa ponte tra due mondi, quello del sindacalismo e quello dell’arte, capaci di diventare armi potenti per la lotta dei diritti nel mondo del lavoro. Come Giuseppe di Vittorio e Matteo Salvatore hanno fatto nelle loro vite, ognuno con i propri mezzi, le proprie esperienza, il proprio lavoro.
Uno spazio scenico diviso da muri invisibili, ma che riconducono ad uno stesso obiettivo dei tre protagonisti: la difesa di tutti i lavoratori sfruttati. Come Paola Clemente, la cui storia, oltre ad appartenere alla cronaca, diventa un racconto da tramandare, in parole e musica. Biglietto: 3 euro.
Una prima regionale, vera chicca, ci attende poi all’Officina San Domenico, da martedì 31 agosto al primo settembre, con inizio alle 22,00. Sono “le schegge impazzite” – come le ha definite il direttore artistico Carbutti – dei Supershock con il loro cine-concerto “Silent porn”. Una proiezione di cortometraggi erotici muti degli anni ’20 del secolo scorso provenienti da Francia e Stati Uniti, accompagnati dal vivo dal rock di Supershock, gruppo rock italiano, fondato nel 2002 a Torino da Paolo Cipriano. Il ruolo del sesso nella cultura, un viaggio esplorativo nei costumi e nell’espressione della libertà sessuale all’inizio del ‘900. La pornografia è l’alfabeto con cui leggere fantasie e tabù di un’epoca. Le immagini sono commentate da una musica rock lisergica composta per il film che sottolinea la delicatezza nascosta nel senso di libertà che scaturisce dal sesso. La bellezza della fotografia che cattura i corpi si fonde chimicamente alla colonna sonora che fa arrivare sino a noi il suono dei loro desideri. I Supershock sono internazionalmente riconosciuti per i loro cineconcerti, compongono la loro colonna sonora originale sulle immagini dei capolavori dell’era del cinema muto: “Nosferatu” (2006), “Caligari” (2007), “Golem” (2008), “Metropolis” (2009), “Viaggio a New York” (2013), “Voyage dans la Lune” (2014), “Silent Porn” (2014), “Taboo” (2015), “Inferno” (2015), “Faust” (2016), “Napoleon” (2017), “Fantomas” (2019). Dal 2002 hanno prodotto 700 cineconcerti. Biglietto: 8 euro (intero) – 5 euro (ridotto). L’ingresso è vietato ai minori di 18 anni.
Ancora visibile e gratuitamente sino al 5 settembre, dalle ore 10:00 alle 12:00 e dalle 18:00 alle 22:00, nel Chiostro San Francesco White Screen di Maria Giusi Antolini. L’opera di Texile Art della Antolini, fashion and graphic designer, in esclusiva per il Festival su grande schermo di dimensioni cinematografiche, è stata realizzata con una tecnica del tutto sperimentale ricorrendo alla economia del riciclo dei materiali tessili delle aziende locali.
Il programma è fitto: 2 installazioni, 10 spettacoli, 3 laboratori, 2 post show, 3 conversazioni con l’autore, 2 prime nazionali e 4 prime regionali. Ad affiancare il programma tradizionale del Festival c’è la sezione “Extra” (https://www.casteldeimondi.com/spettacoli/extra) che come bonus track comprende ‘Lab’, una serie di workshop gratuiti, tenuti da professionisti, che rendono il festival anche un’occasione di formazione e crescita; ‘Andria Off’, una rassegna-indagine, già sperimentata in altre edizioni, questa volta dedicata agli artisti della regione Puglia con 4 spettacoli, un laboratorio, una conversazione di approfondimento; ‘Talk’, sezione dedicata ai libri, tenuti come punto di partenza per discutere di temi particolarmente cari alla manifestazione; ‘Post show’, incontri ravvicinati fra artisti e pubblico, oltre il filtro del palcoscenico, del testo teatrale, dell’impostazione attoriale; il progetto speciale ‘Le Persone al Centro’, sezione fortemente voluta dall’Assessorato alla Cultura nella persona dell’ass. Daniela Di Bari, come occasione d’inclusione, partecipazione diretta e formazione, intreccio virtuoso tra Festival e comunità con 3 laboratori, conversazioni di approfondimento, 3 exhibition itineranti.
Continua per la sezione “Andria off”, sino a martedì 31 agosto 2021, con inizio dalle ore 09:00, “CreAzioni. Le mani della Città”. Una performance itinerante di Lidia Bucci e Franco Ferrante. Un progetto laboratoriale per adulti e ragazzi: nonni e bambini insieme per ricostruire i luoghi abitati.
Numerosi poi gli appuntamenti, tutti gratuiti, fruibili sino al 5 settembre, per la sezione “Persone al centro”, voluta dall’ass. alla cultura della città di Andria, in collaborazione con l’associazionismo cittadino. “Fuori dalla scatola”: la redazione del magazine Teatro e Critica propone un percorso formativo all’interno del Festival Castel dei Mondi 2021. La struttura del festival si presta ad accogliere un workshop di visioni di scrittura critica in grado di produrre quotidianamente una pubblicazione cartacea. Una piccola redazione seguirà tutti gli appuntamenti del festival con una pubblicazione giornaliera distribuita all’ingresso degli spettacoli e nei punti nevralgici della vita sociale della città. La riflessione quotidiana sarà strettamente connessa con la dimensione formativa, declinando i contenuti sui vari formati utilizzati dal racconto critico: recensioni, interviste, riflessioni, feedback estemporanei, connessioni tra le varie arti. Dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00 all’Officina San Domenico.
“Festival is in the air”: sino al 5 settembre, dalle 19:00 alle 19:30, i MòMò Murga, un gruppo di percussionisti e danzatrici itineranti, percorrono le strade della città con i ritmi incalzanti della murga argentina. L’obiettivo è quello di generare curiosità, coinvolgendo i cittadini nella narrazione dell’evento e annunciando gli appuntamenti della giornata. Danza, musica, suoni intensi per le strade della città, ad annunciare i diversi appuntamenti del Festival attraverso un’esperienza diretta d’incontro lungo la via. Il festival è in città, si fa sentire, si respira, ci viene incontro.
Sino al 5 settembre dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00, presso Officina San Domenico e la Biblioteca Comunale anche “Comunicazione digitale: un laboratorio d’inclusione” a cura dei ragazzi del Collettivo Ciò Mà Fè. Metteranno a disposizione le competenze sviluppate in questo anno per realizzare un laboratorio di creazione di contenuti social di approfondimento del Festival: la riflessione quotidiana sarà strettamente connessa con la dimensione formativa. Una piccola redazione social seguirà gli appuntamenti del festival con una pubblicazione sulle principali piattaforme. È possibile favorire l’inclusione e la partecipazione della cittadinanza elevandola a protagonista, a parte attiva di un processo comunicativo, che va oltre la partecipazione allo spettacolo performativo, stimolato dalla creatività di un gruppo di addetti ai lavori nella comunicazione digitale.
Sarà visibile sino all’11 settembre poi la mostra diffusa ‘L’arte nel vento,’ curata da Cinzia Di Corato, che verrà allestita sui balconi di via Regina Margherita. Un gruppo di artiste pugliesi: Stefania Ormas, Jara Marzulli, Ezia Mitolo, Irene Petrafesa, Mariantonietta Bagliato, Grazia Salierno, Luisa Valenzano, AnjoS, Maria Antonietta Barnaba, Angela Regina, Angela Fusillo, Francesca Divece, Marina Mancuso esporranno ai balconi lenzuola dipinte. Durante i riti della Settimana Santa, e in altre espressioni di culto vissute attraversando le vie cittadine, tra le tradizioni più popolari e diffuse nei Paesi del Sud Italia e della Spagna, c’è quella di esporre dai balconi i copriletti più belli del corredo: un segno di accoglienza attraverso le bellezze dell’intimità domestica. Pratica mutuata dalle tradizioni dell’antica Roma nella quale con l’esposizione di drappi colorati venivano accolti gli eroi delle battaglie. Le opere pittoriche che compongono il progetto, proprio come i lenzuoli o i copriletti tradizionalmente realizzati dall’artigianato femminile, sono capolavori di donne e rappresentano il mondo visto gli con occhi delle donne.
Tutto avverrà sotto l’ombrello della gigantesca (13 metri) e straordinaria installazione in piazza Catuma, per la prima volta in Italia, che permarrà sino al 3 settembre, “Man” della tasmaniana Amanda Parer, ispirata all’ottocentesco Pensatore di Auguste Rodin, che ritrae l’uomo riflettere sulle fragilità del nostro tempo.
Il Festival non è di pochi eletti, è di tutti. È stato in questi anni l’esempio della rigenerazione di un territorio, un esempio della sua capacità di intercettare le nuove scommesse culturali e di innovazione, trasformando le città in paesaggi culturalmente vivi, fortemente propositivi, offrendo continue opportunità di crescita culturale e occupazionale. La Città di Andria è sprovvista di un teatro comunale. Il Festival ha portato gli spettacoli e la propria idea progettuale in favore della libera e maggiore fruizione e valorizzazione dei beni architettonici di proprietà pubblica, unici scenari alle esecuzioni artistiche, assieme alle piazze e alle vie pubbliche. Dal 27 agosto il Festival, infatti, “abita” Castel del Monte, la Corte di Palazzo Ducale, Piazza Catuma, il Chiostro di San Francesco, l’Officina San Domenico, il Quartiere San Valentino.