BARI – È stata presentata questa mattina, nella sala giunta di Palazzo di Città, la XVI edizione della “Festa dei Popoli”, realizzata dal centro interculturale Abusuan e dai missionari Comboniani in collaborazione con Comune di Bari, Regione Puglia, e numerose associazioni e comunità straniere. Ad illustrare il programma dell’evento Taysir Hasan di Abusuan e padre Palmiro Mileto dei Missionari Comboniani, alla presenza delle assessore comunali al Welfare, Francesca Bottalico, e alle Politiche educative e giovanili, Paola Romano, e di Paolo Villasmunta della segreteria della CGIL Bari.
La festa, in programma nel giardino “Giacomo Princigalli” sabato 25 e domenica 26 settembre con un’anticipazione il venerdì 24 settembre, è il risultato di un processo di sviluppo interculturale del nostro territorio. L’idea di una grande festa condivisa nasce dalla convinzione che l’incontro tra realtà culturali differenti e la moltiplicazione degli sguardi siano una fonte preziosa per costruire una dimensione multiculturale e sensibilizzare alla ricchezza che l’accesso alla diversità e l’accoglienza dell’altro permettono di conquistare.
“Anche quest’anno la Festa dei Popoli sarà l’occasione per ritrovarsi insieme e valorizzare la ricchezza e il valore delle diversità – ha dichiarato Taysir Hasan -. In queste giornate saranno tante le comunità che offriranno al pubblico momenti musicali, di danza e dedicati alla gastronomia o alla lettura, a seconda del modo che ciascuna realtà sceglie per esprimere la propria cultura e identità. Come sempre sarà un evento aperto a tutti, con le dovute cautele legate alla pandemia in corso, nella speranza che si tratti dell’ultimo evento organizzato in queste condizioni”.
“Bari si conferma città dell’accoglienza non solo per le azioni e le iniziative realizzate in questi anni nel segno dell’inclusione ma anche per i processi socio-culturali che riesce ad attivare – ha continuato Francesca Bottalico -. Una delle occasioni più importanti è rappresentata, ogni anno, proprio dalla Festa dei Popoli, costruita grazie al protagonismo delle comunità straniere e delle associazioni vicine alle realtà migranti che l’amministrazione è lieta di sostenere, perché è importante che l’accoglienza sia vissuta come una dimensione che ci riguarda tutti. L’edizione di quest’anno, poi, è particolarmente significativa visto che la crisi sanitaria e sociale ha inciso in maniera pesante in particolare sulle persone migranti”.
“La Festa dei Popoli, che quest’anno compie 16 anni di vita, è sì una festa ma soprattutto un momento educativo non solo per gli adulti ma anche per i più piccoli – ha sottolineato Paola Romano -. Come da tradizione sosterremo la festa innanzitutto con la partecipazione di diverse scolaresche perché crediamo che educare all’accoglienza e ad una piena inclusione non sia un compito che spetta solo alle famiglie ma un percorso che riguarda l’intera comunità perché, sebbene la nostra sia una città accogliente, alcuni valori non vanno mai dati per scontati ma rinnovati continuamente, giorno per giorno, anche attraverso esperienze inclusive come questa”.
“La Festa dei Popoli è un incontro tra culture, fondamentale per la nostra città – ha concluso Palmiro Mileto -. Si tratta di un momento importante perché rappresenta una testimonianza di convivenza civile tra popoli diversi. Noi comboniani ci siamo imbarcati, insieme con Abusuan, con entusiasmo in questa bella avventura perché siamo missionari, e un missionario per definizione è un uomo-ponte, cioè colui che mette in contatto culture diverse. Oggi più che mai è importante creare dei ponti e non delle barriere: i ponti veicolano messaggi di vita e avvicinano elementi di diversità, le barriere rischiano di farci implodere in quella che si può definire incestuosità etnica, cioè l’essere abbagliati dalla luce della propria identità a tal punto da non vedere nessun altro altrove. È evidente, invece, che non esiste vita senza l’altrove e noi stessi, così come siamo, non potremmo esistere senza l’altro, e solo attraverso l’altro noi riusciamo a costruire la nostra identità. Questa festa, con i suoi cibi etnici, i suoi prodotti artigianali, le sue danze, ci permette di entrare di fatto nei sapori, nei ritmi, nei tempi, nel modo di essere dell’altro”.
Di seguito il programma della manifestazione:
venerdì 24 settembre
Aspettando la Festa dei Popoli – BA 17-24
Un happening dedicato alla musica indie per la creazione di un circuito della musica indipendente. A partire dalle ore 17 si alterneranno sul palco compositori, solisti e gruppi, ra cui il collettivo Eleganza di Zebra, con la violoncellista D’Auria e la visual artist argentina Jimena Ghirlandi in un dialogo tra evocazione di paesaggi lontani e suoni mediterranei; il chitarrista americano David Place; i giovanissimi Botaniqve, vincitori dell’ultima selezione per Arezzo Wave; la raffinata violinista “elettrica” a bordo della sua loop station Victoria Sannicandro; il duo Vivavoce; la band rock blues Effetti Speciali; il duo Nidoja con le loro percussioni mediorientali; la bassista Ottavia Farchi; la cantautrice Antonella Rubino; il duo di elettronica Matchless Sisters.
Piccolo intermezzo alle ore19.30 sarà presentato “Le donne del Cinema Italiano” di Domenico Palattella (2021 Dellisanti ed.) prezioso phamplet che raccoglie “100 anni di dive senza tempo”. Interverranno l’autore, l’editore Antonio Dellisanti e la giornalista Cristina de Vita.
sabato 25 e domenica 26 settembre
Festa dei Popoli
Nel corso della due giorni si esibiranno:
– Alma Terra: danze popolari dal mondo
– Samira Accademy: danze popolari indiane
– Incanti di donne: concerto di canti popolari, al femminile, provenienti da tutto il mondo
– Uaragniaun: progetto musicale nato per raccontare le ancestrali storie del popolo delle pietre, le miserie e le nobiltà dei “cafoni all’inferno”, uomini, bestie ed eroi della civiltà della civiltà contadina pugliese
– In viaggio si diventa grandi – Periplo
– Buonamicos Band: trio messicano che esplora vari generi musicali tra cui rock, cumbia, funk, soul, reggae e swing con un linguaggio fresco, diretto e leggero
– Danze mauriziane
– Balli e musiche dal mondo
– M.A.V. Bande Rumorose
– Radicanto: ripropongono in chiave originale le musiche tradizionali del sud Italia e dei sud del mondo, conducendole attraverso composizioni d’autore e miscellanee sonore capaci di unire passato e presente in un unico e cangiante insieme musicale.
– Mondegreen: propongono un dialogo inatteso e imprevedibile tra generi diversi quali il jazz, il rock, l’ambient e la world music.
– Morleo: il duo Luigi Morleo – Mattia Vlad esplora dimensioni acustiche ed emotive della musica attuale immergendosi in flussi minimalisti e passando dal jazz alle culture del mondo in una sinergia totale.
– Dub Fever: collettivo nato dall’unione di musicisti veterani e giovani fan della musica reggae, con l’obiettivo di far tornare a suonare questo genere musicale dal vivo e farlo in pieno stile dub, seguendo le orme dei primi dubmasters giamaicani.