Dal 14 al 16 ottobre “Teatri a sud. Astragali 40 anni di teatro” ospita la compagnia calabrese Mana Chuma Teatro a San Cesario di Lecce

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SAN CESARIO DI LECCE – Dal 14 al 16 ottobre nella Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce, il progetto “Teatri a sud. Astragali 40 anni di teatro”, sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Regione Puglia – Custodiamo la cultura in Puglia 2021 – Soggetti FUS, ospita tre serate con Mana Chuma Teatro. Diretta da Massimo Barilla e Salvatore Arena, la compagnia calabrese, vincitrice del Premio della Critica 2019 ANCT, è impegnata nell’ambito della nuova drammaturgia e del teatro civile. Mana Chuma sceglie fin dal principio di confrontarsi soprattutto con l’identità culturale e storica del territorio meridionale, provando a far convergere il recupero di storie, figure, moduli e stili attinti dalla tradizione culturale locale e mediterranea, con l’utilizzo di forme artistiche innovative, sviluppando un proprio approccio alla drammaturgia legato alla contaminazione tra linguaggi differenti, e curando in particolar modo la ricerca sullo spazio e la sperimentazione di luoghi “altri” per il teatro.

Giovedì 14 ottobre (ore 20:30 – ingresso 5 euro) appuntamento con “Poesia dal sud del mondo”, una produzione originale nata dalla collaborazione tra Astràgali Teatro e Mana Chuma Teatro con Massimo Barilla, Simone Giorgino, Elizabeth Grech, Roberta Quarta, Hamado Tiemtore, Fabio Tolledi, Mauro Tre. Il sud, i Sud sono terra e terre di Poeti straordinari che meritano una grandissima attenzione e un pieno riconoscimento, a dispetto di un facile oblio. Se si parla di fare poesia nel Sud, l’essere in questo Sud del mondo ha una sua presa sulla storia. L’azzardo sta nel considerare questi territori nelle loro reciproche influenze e contaminazioni con altri luoghi, altre storie. Ecco allora l’emergere della ricchezza delle trame e delle relazioni che hanno nutrito il lavoro di questi poeti al di là della comune connotazione geografica. Ecco uno sprazzo, una visione, una luce inedita che al sapere dei luoghi mesce il tempo esploso della parola poetica.

Venerdì 15 ottobre (ore 20:30 – ingresso 5 euro) Mana Chuma Teatro metterà in scena Spine, storico spettacolo della compagnia scritto e diretto da Massimo Barilla e Salvatore Arena con Stefania De Cola, Mariano Nieddu e Lorenzo Praticò. Tre solitudini, tre solitudini mischiate alla pena. In una locanda, la locanda in cui Cassio perse la testa e l’incarico di luogotenente (loro dicono), tre personaggi-testimoni attraversano la storia di Otello, misurandola con le loro ambizioni-desideri-frustrazioni. Un girotondo di perdenti. Triangolo di solitudini, in un rettangolo di storia. Personaggi che sembrano fantasmi: si muovono come le foglie degli alberi di notte. Un racconto a più voci, intessuto di urla gridate sottovoce. Magdalena e Lucio, come pietre incastrate nella locanda che gli appartiene, e con loro il Becchino, incarnano questo triangolo che assume di volta in volta forme diverse, con distanze che si avvicinano e si allontanano, ma con vertici che non potranno mai toccarsi. Spine nasce da una necessità espressiva. Dall’esigenza di confrontarsi con una storia alta a partire dai margini, dai vuoti non raccontati, dalla volontà di indagare strade normalmente ignorate, sia in termini di drammaturgia che di ricerca linguistica. La lingua è strumento mobile, dominata dall’uso e dalla funzione, nella quale il “significante” si trasforma, assume colori e suoni nuovi, spiazzanti, ma sempre ai fini di un rafforzamento di “significato”, mai per se stessi, mai per pura ostentazione o funambolismo linguistico. I dialetti, le lingue anzi, si mescolano. Sardo, siciliano, calabrese (non per caso lingue madri degli attori), disposti ad un uso alto, sanno di vita, mai di quotidiano. Nell’area rimane questo impasto strano di accenti e di lingue, che ha il suo culmine nella parlata del becchino, mescolanza inventata, non lingua dei porti, ma dei morti, zeppa di ultime parole ad essi rubate, dai loro denti disincastrate (francesismi, inglesismi, spagnolismi, germanismi riutilizzati più per fascinazione di suono che di senso).

Sabato 16 ottobre (ore 20:30 – ingresso 5 euro), infine, la compagnia calabrese proporrà “Ossa di Crita”, reading-spettacolo tratto dal libro omonimo di Massimo Barilla (Edizioni Mesogea Culture Mediterranee) in scena accompagnato dalle musiche originali dal vivo di Luigi Polimeni. Raccolte e pubblicate per la prima volta, le poesie in dialetto reggino (con testo a fronte) sono come pietre di inciampo disseminate lungo un percorso più che ventennale di ricerca e di scrittura che attraversando il teatro giunge ai versi. Piccole concrezioni dell’anima, nutrite di parole e visioni terragne, materiali e corporee, in cui sonorità e senso sono intimamente legati. La musicalità non è solo scheletro di questo corpo di terra, ma si fa carne anch’essa, materia sonora vivente nei suoni bassi, nelle cadenze sghembe e dissonanti che chiedono voce per essere vive, per vibrare nella lingua dell’anima e della memoria: il dialetto. “È una magia quella che provoca, surfando sul niente, donando senso, tagliando il silenzio”, sottolinea Tommaso Chimenti. “Quella di Barilla è una poesia tattile e naturale, di smozzicamenti e morsi, parole artigiane, di brace, di occhi stretti, di amore e morte”.

Mercoledì 20 e giovedì 21 ottobre (ore 20:30 – ingresso 5 euro con prenotazione obbligatoria 3892105991 – teatro@astragali.org) sempre nella Distilleria De Giorgi l’attore e regista Fabio Tolledi e il pianista e compositore Mauro Tre proporranno Storia dell’Occhio, un recital teatrale per attore e musicista, un percorso attraverso la poesia europea del ‘900, dedicato al grande filosofo, scrittore e antropologo francese Georges Bataille (Billom, 10 settembre 1897 – Parigi, 9 luglio 1962). Suono, musica e poesia si intrecciano, tessono trame nel corpo, nella voce. Georges Bataille ne “L’erotismo” definisce la poesia come “il mare che si unisce al cielo”. «Abbiamo iniziato questo cammino seguendo le tracce indicate da Bataille per scoprire, ancora una volta, come il suono della poesia possa reinventare il mondo, abitare poeticamente il mondo nella voce che vibra, che trasforma i luoghi», sottolinea Fabio Tolledi. «Ci siamo messi in cammino con le parole di Edmond Jabès, Paul Celan, Rainer Maria Rilke, Vittorio Bodini e molte altre voci che hanno, via via, accompagnato il nostro viaggio. Storia dell’occhio trova nell’incontro tra scrittura poetica, musica e immagini un nucleo fecondo di suggestioni, coinvolgendo gli spettatori nella scoperta delle parole, che divengono corpo e vita. I suoni delle voci parlano di una resistenza poetica, di una profonda consapevolezza del fare poetico, della parola che si fa essenza e sostanza del dire. Poesia è il mondo che diviene nostro».

Nel 2021 la compagnia salentina Astràgali Teatro compie 40 anni. Per celebrare questa ricorrenza nasce “Teatri a sud”, progetto sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Regione Puglia – Custodiamo la cultura in Puglia 2021 – Soggetti FUS, che fino a dicembre (tra la sede di Astràgali e il Teatro Paisiello a Lecce e la Distilleria De Giorgi a San Cesario di Lecce) proporrà spettacoli, laboratori, concerti, seminari, una sezione per il teatro ragazzi e la quarta edizione del Premio Teatrale Marcello Primiceri, dedicato alla memoria del fondatore della compagnia, regista e giornalista, prematuramente scomparso nel 1987 in un incidente stradale.

La compagnia Astràgali Teatro nasce nel 1981 a Lecce per fare teatro, per formare attori, per dare vita ad uno spazio di circolazione dei discorsi e delle pratiche. Riconosciuta dal 1985 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come compagnia teatrale d’innovazione, dal 2012 è sede del Centro Italiano dell’International Theatre Institute dell’Unesco ed è membro dell’Anna Lindh Euro-Mediterranean Foundation for the Dialogue between Cultures. Ha realizzato progetti artistici, spettacoli, attività in circa 30 paesi in tutto il mondo. Nel corso di questi anni numerosi spettacoli hanno trovato casa in molti luoghi si grande interesse culturale in Italia e all’estero, anche in siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco.