California, Qatar e Torre Guaceto uniti per salvare i territori desertici: parte il progetto Interaction

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Al via il progetto Interaction con il quale Istituti di ricerca internazionali cercheranno di trovare una soluzione alla piaga dell’impatto antropico sulle falde e della conseguente scarsità di acqua. Scelte tre aree di studio: una in California, una in Qatar e una in Italia con Torre Guaceto attenzionata per l’importante piano ideato per il riutilizzo delle acque reflue.

Grazie al progetto di ricerca Interaction, “”Integrated Assessment of Climate Impacts on Ecosystem Functions and Productivity of Critical-Zone Eco-Hydrology”, avente quale area pilota italiana la Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto ed il suo canale Reale, per i prossimi tre anni, ricercatori provenienti da importanti Istituti internazionali studieranno una strategia utile alla riduzione dell’impatto antropico sui sistemi idrogeologici che, di fatto, sta portando alla desertificazione di numerose aree nel mondo.
Il progetto è finanziato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, CNR, Italia, dalla National Science Foundation, NSF, Stati Uniti, e dal Qatar National Research Fund, QNRF, Qatar, nel quadro del programma Soils2020 “Towards Sustainability of Soils and Groundwater for Society”, promosso dal Belmont Forum. Interaction, che prevede attività di ricerca nei settori del’eco-idrologia, agronomia e pianificazione territoriale, è coordinato da Davide Cammarano della statunitense Pudue University, mentre il team italiano è guidato da Giuseppe Passarella dell’Istituto di Ricerca Sulle Acque, CNR-IRSA e vede impegnato anche il CNR-IGG, Istituto di Geoscienze e Georisorse. In qualità di caso pilota, l’area di Torre Guaceto sarà oggetto di indagine circa le pressioni esercitate dall’agricoltura sul bene acqua attraverso lo sfruttamento irriguo delle risorse idriche e del suolo.
Per comprendere a fondo il problema. Attualmente, la stragrande maggioranza degli imprenditori agricoli irrigano i propri campi attingendo alle acque della falda. Attraverso le proprie ricerche scientifiche, il Consorzio di Torre Guaceto ha rilevato che l’estrazione dell’acqua di falda attraverso i pozzi artesiani presenti in riserva, sta portando ad un crescente aumento del cuneo salino delle acque sotterranee.
La salinizzazione dell’acqua di sottosuolo dell’area protetta sta conducendo di conseguenza ad un aumento della salinità dei chiari d’acqua della zona umida della riserva. Il fenomeno comporta una riduzione della biodiversità vegetale della palude e, quindi, la diminuzione delle specie animali che qui possono trovare l’habitat ideale alla propria vita.
Per risolvere tale problematica e per far sì che le acque reflue depurate non vengano più sversate nel canale Reale che sfocia nell’AMP, il Consorzio di Torre Guaceto ha ideato un progetto, poi finanziato dalla Regione Puglia, per l’affinamento dei reflui ed il loro riutilizzo in agricoltura.
Il progetto, attualmente in fase autorizzativa, permetterà di ridurre drasticamente l’estrazione dell’acqua della falda, permetterà agli agricoltori della riserva di accedere alla risorsa idrica e di risparmiare sul relativo costo poiché l’uso dei reflui affinati è più economico rispetto a quello che comporta l’estrazione con pozzo artesiano, ridurrà la salinizzazione della falda e quindi della zona umida.
Il riutilizzo in agricoltura dei reflui, quindi, farà bene agli ambienti naturali, agli animali e anche agli agricoltori, e proprio per l’importante Piano ideato dal Consorzio, l’area di Torre Guaceto è stata scelta come base italiana per la conduzione degli studi di Interaction.
“Nei tre anni del progetto – ha spiegato Cammarano della Purdue University – avremo modo, grazie al coinvolgimento degli attori locali, di approfondire le cause e di individuare soluzioni sempre più sostenibili per la gestione delle acque e del suolo anche mediante il riutilizzo delle acque reflue”.
“Abbiamo ospitato presso il castello Dentice di Frasso di Carovigno – ha commentato il presidente del Consorzio di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, la riunione di avvio del progetto. La nostra riserva non è solo bellezza naturale e turismo, è soprattutto ricerca scientifica e tutela dell’ecosistema, è grazie agli sforzi fatti dalla nascita del Consorzio a oggi che Torre Guaceto è uno scrigno di biodiversità apprezzato nel mondo e premiato con l’assegnazione delle più grandi onorificenze. Ora siamo pronti a impegnarci come sempre abbiamo fatto, anche per questo nuovo progetto, auguro un buon lavoro a tutti i partner di Interaction”.