“Le vittime del silenzio” il 30 novembre

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LECCE – Riprendendo un progetto di sette anni fa, la casa editrice Il Raggio Verde e la rivista Arte e Luoghi in collaborazione con l’Associazione “Le Ali di Pandora” organizzano il ciclo di dialoghi itineranti “Le vittime del silenzio”, una campagna di sensibilizzazione per contrastare la violenza di genere ormai emergenza sociale, che partirà il 30 novembre dalla Fondazione Palmieri di Lecce che si affianca nell’iniziativa dedicata ad una donna straordinaria: Luciana Palmieri.

Al primo incontro, che apre il ciclo dei dialoghi itineranti, prenderanno parte Carlo Salvemini Sindaco di Lecce, Beatrice Casamassa  Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Gallipoli, Silvia Miglietta assessore comunale alle Pari Opportunità, Carla Palmieri presidente della Fondazione che ospita l’evento. In apertura la performance “Morte di un’anima” con Lola Giuranna e Luigi Bottazzo dell’associazione teatrale “La Barcaccia” di Gallipoli.

Seguirà la proiezione del video realizzato dai ragazzi del Liceo scientifico di Maglie con la collaborazione del Comando provinciale  dell’Arma dei Carabinieri.

Prosa e Poesia si alterneranno attraverso le voci degli autori della casa editrice Il Raggio Verde uniti in una staffetta letteraria che come un caleidoscopio tratterà i diversi aspetti della violenza:

Martin Angiuli, Ambra Biscuso, Tiziana Buccarella, Luca Borrello, Stefano Cambò, Valeria Coi, Gianluigi Cosi, Pino De Luca, Caterina De Vita, Maria Grazia Garrapa, Luigi Liaci, Lucio Maiorano

Assuntina Marzotta, Anna Pia Merico, Nico Maggi, Federica Murgia, Sandro Mottura,

Francesco Pasca, Fabio Placì, Aldo Recchia, Cosimo Renna, Tina Rizzo De Giovanni. Voci diverse per un unico messaggio: la violenza va denunciata, sempre! Bisogna scardinare il silenzio assordante e complice che alimenta gli eventi criminali e non mette a riparo le vittime. Interrompere l’isolamento in cui si vengono a trovare le donne maltrattate e annullare il silenzio che sovrasta la violenza in tutte le sue forme a partire da quella insospettabile che avviene tra le pareti domestiche, il luogo che dovrebbe essere sinonimo di protezione e rispetto della dignità personale.

La violenza può essere contrastata solo promuovendo la cultura del rispetto e dell’amore, le buone prassi di un rapporto paritario regolato dal dialogo e dal confronto, promuovendo l’educazione dal basso insegnando ai nostri figli il rispetto dell’altro così come delle differenze, e il riconoscimento della dignità e del valore dell’amore che non è mai possesso, prevaricazione.

A supporto le testimonianze degli operatori: l’intervento del Capitano dei Carabinieri di Gallipoli Beatrice Casamassa in rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri da sempre in prima linea e a difesa dei più deboli a cominciare dalle donne che subiscono violenza, ai figli costretti ad assistere alla degenerazione dei rapporti familiari. Da dieci anni l’Arma ha creato una struttura all’interno del Raggruppamento investigazioni scientifiche che studia e analizza il fenomeno per elaborare i “fattori di rischio” e quotidianamente si occupa di tutelare e contrastare la violenza perché “Sorridere è un diritto e fermare la violenza una scelta”.

Importanti saranno le voci delle testimonianze, dallo psicoterapeuta Giovanni Bruno al giornalista Vincenzo Sparviero, dall’assistente sociale Francesca Pastore alla pedagogista Eleonora Colizzi.  Presente anche l’artista Gaia Di Leo che firma il manifesto di questo primo incontro che si svolge a Lecce in collaborazione con la Fondazione Palmieri. I dialoghi itineranti toccheranno nel nuovo anno le città di Brindisi, Specchia, Gallipoli e tanti altri comuni del Salento.

«La rassegna, ideata dalla casa editrice Il Raggio Verde e dalla rivista Arte e Luoghi in collaborazione con l’associazione Le Ali di Pandora – spiega la giornalista Antonietta Fulvio che modererà l’incontro insieme al giornalista Raffaele Polo – intende fornire il proprio contributo ad una drammatica emergenza sociale coinvolgendo artisti, autori, scrittori, operatori del settore per fornire un approccio propositivo e positivo e non limitarsi al solo racconto della violenza di genere che rappresenta purtroppo la punta dell’iceberg. Altrettanto terribili sono le tragedie silenziose che avvengono entro le mura domestiche o sui luoghi di lavoro, tragedie che non vengono denunciate ma sono pur sempre figlie folli della violenza, episodi che se non arrivano all’irreversibile epilogo finale lasciano il segno e sono il segno tangibile di una pesantissima sconfitta per tutta la società. Perché è la cultura per il rispetto della vita che si annienta dietro ogni schiaffo, ogni pugno… aggressione verbale, sudditanza psicologica… tutti indistintamente atti criminali. La violenza è un crimine inaccettabile quanto vergognoso e va denunciata. Senza paura. L’emergenza pandemica ha acuito un problema sociale purtroppo radicato che va affrontato sicuramente partendo non solo con la denuncia ma anche con l’educazione.  Facendo nostre le considerazioni dello psicanalista Massimo Recalcati, bisogna realizzare una “educazione sentimentale” che porti il maschio all’accettazione dell’altro come libertà e non come oggetto. Per questo è necessario ricorrere alla parola, alla voce delle arti per veicolare la cultura del rispetto per l’altro, inequivocabilmente legato al rispetto per la vita. Non sarà mai superfluo parlare e affrontare questi temi che, anzi, devono via via incontrare platee più vaste ed eterogenee: dal pubblico degli adulti ai giovani studenti. Abbattere la barriera del silenzio e collaborare per creare una rete solidale perché le vittime non si sentano sole e si possa arrivare alla radice del problema che nasce e si alimenta nell’arretratezza culturale e nel pregiudizio resistente di una società razzista e ancora patriarcale.»