PUGLIA – Più di 1 consumatore su 2, il 55% dei cittadini, adotta a casa soluzioni per salvare il cibo e recuperare quello che resta a tavola con una svolta green spinta dall’emergenza Covid, dalle ricette della nonna per il riuso degli avanzi alla lista della spesa “su misura”, dalla verifica della scadenza dei prodotti prima di metterli nel carrello alla preparazione di conserve casalinghe, ma è il pane uno degli alimenti più sprecati nelle case con più di un italiano su cinque che lo butta spesso nel bidone nonostante il suo alto valore simbolico e suoi mille possibili utilizzi in cucina. E’ quanto emerge dalle elaborazioni di Coldiretti Puglia, su dati Waste Watcher in occasione della Giornata nazionale di prevenzione contro gli sprechi alimentari con un focus sul recupero degli avanzi di pane in cucina secondo le tradizioni contadine della Puglia, dal pancotto foggiano ai muersi fritti leccesi, dalle polpette azzise salentine alla torta salata di pane raffermo e ai carciofi mollicati, protagoniste negli agriturismi e nei mercati di Campagna Amica a partire da quello di Via Appia 226 a Brindisi con i cuochi contadini Piero Ligorio e Carlotta Magli.
Evitare lo spreco del pane – continua Coldiretti regionale – ha un grande valore simbolico come insegnavano i nonni nelle campagne che baciavano il pane caduto a terra in senso di rispetto per un bene sacro e prezioso che non va buttato. Il pane – evidenzia Coldiretti Puglia – ha un valore culturale, sociale e religioso per il quale nel corso dei secoli la tradizione contadina ha ideato ricette e metodi di utilizzo magari insieme ad altri avanzi per evitare di buttarlo.
Da quando è scoppiata la pandemia i comportamenti dei consumatori sono cambiati su più fronti, da quello lavorativo a quello domestico, proprio a partire dalla tavola – sostiene la Coldiretti regionale – con la gente che ha recuperato di riti come il cucinare che diventa oltre che necessità quotidiana anche un momento di aggregazione familiare. Il risultato è che quasi due italiani su 3 (64%) si sono improvvisati chef tra le mura domestiche per sperimentare vecchie e nuove ricette, mentre nel 31% delle case – spiega l’indagine Coldiretti/Ixè – si fanno passate di pomodoro, conserve e marmellate.
A contribuire al tagli degli sprechi alimentati è anche il ritorno con l’emergenza pandemia della gavetta portata al lavoro per più di 1 italiano su 2 (57%), magari recuperando gli avanzi della sera prima, secondo il primo Rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post Covid. Con l’esigenza di ridurre al minimo i contatti per paura dei contagi si consolida infatti la tendenza a portare il pranzo da casa per consumarlo sul posto di lavoro a distanza di sicurezza dai colleghi.
“Nonostante ciò il problema resta però rilevante con gli sprechi domestici che ammontano ancora a circa 27 kg per persona all’anno e tra gli alimenti più colpiti svettano verdura e frutta fresca, seguite da pane fresco, cipolle e aglio, latte e yogurt, formaggi, salse e sughi”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Fare la lista della spesa, leggere attentamente la scadenza sulle etichette, verificare quotidianamente il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati, effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a km0 e di stagione che garantisce una maggiore freschezza e durata, riscoprire le ricette con gli avanzi, dalle marmellate di frutta alle polpette fino al pane grattugiato, ma anche non avere timore di chiedere la doggy bag al ristorante e l’agribag negli agriturismi di Campagna Amica, sono alcuni dei consigli elaborati dalla Coldiretti Puglia per arginare gli sprechi alimentari.
Non si tratta solo di un problema etico ma che determina anche – precisa la Coldiretti regionale – effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. La pandemia ha impresso una vera e propria svolta green nei comportamenti degli italiani proprio a partire dalla tavola, spinta dal fatto che le misure anti contagio – sostiene la Coldiretti – portano la gente a stare di più a casa con il recupero di riti domestici come il cucinare che diventa oltre che necessità quotidiana anche un momento di aggregazione familiare più sicura di un pasto o di un aperitivo in mezzo a estranei o a persone che vivono fuori dal proprio nucleo domestico.
“La biodiversità può essere uno strumento strutturale – conclude il presidente Muraglia – nella lotta agli sprechi alimentari e nutrizionali, perché il maggior valore riconosciuto alle varietà biodiverse recuperate determina più attenzione agli sprechi e minori perdite, avvicinando produttori e consumatori nelle filiere corte, ecologiche, locali. Meglio, dunque, prediligere i prodotti di stagione, scegliendo la frutta e le verdure al giusto grado di maturazione e conservandola adeguatamente, dividendo quella che si intende consumare a breve con quella che si prevede di conservare più a lungo”.
Gli sprechi alimentari – continua Coldiretti Puglia – si rivelano per il 54 per cento al consumo, per il 21 per cento nella ristorazione, per il 15 per cento nella distribuzione commerciale, per l’8 per cento nell’agricoltura e il 2 per cento nella trasformazione, eppure per evitare di sprecare il cibo basta seguire pochi semplici accorgimenti, come spiega il decalogo della Coldiretti.
Per contrastare il fenomeno dello spreco 9 italiani su 10 (89%) ritengono che potenziare l’educazione alimentare, a partire dalla scuola sia la misura più utile mentre l’83% chiede di migliorare le indicazioni sulle etichette. Nonostante ciò il problema resta però rilevante se si considera nell’ultimo anno – conclude – è finito nella spazzatura delle famiglie italiane un valore di quasi 7,4 miliardi di euro, secondo il report di Waste Watcher International.