NARDO’ (Lecce) – Discordanti ed imprecise sono le fonti relative ad un castello antecedente a quello attuale nell’abitato di Nardò. Probabilmente esisteva un antico fortilizio o castrum di epoca bizantina, sui cui resti il normanno Roberto il Guiscardo avrebbe fatto erigere una nuova struttura, forse un torrione. Nel 1271 il Re di Napoli Carlo I d’Angiò concesse la fortezza ai frati francescani. Il luogo in cui sorgeva il maniero dovrebbe essere quello indicato come castelli veteris, cioè vecchio castello.
La fine della struttura in questione può essere al momento dedotta solo per congetture giacché la scomparsa della fortezza neretina dovrebbe coincidere con la guerra scatenata in Puglia dalla Repubblica di Venezia contro il Re di Napoli Ferrante d’Aragona, che portò le armate della Serenissima ad assediare diverse città costiere come Monopoli, Brindisi, Otranto e Gallipoli, per poi spingersi nell’entroterra. Nardò venne assediata e si arrese nel luglio del 1484, spinta dal Conte di Ugento e Signore di Nardò Anghilberto del Balzo, sostenitore della causa veneziana. Terminate le ostilità e stipulata la pace, Nardò venne punita dall’aragonese dandola in stato di vassallaggio a Lecce, abbattendone la cinta muraria e tutte le strutture difensive, tra le quali probabilmente doveva essere incluso il castello. Dopo una decina di anni, nel 1495, in seguito alla Pace di Bagnolo, Nardò fu tolta ai del Balzo ed affidata a Bellisario I Acquaviva d’Aragona che nel 1516 ne fu elevato al rango di duca. A lui si deve la costruzione del castello e della cinta muraria che oggi possiamo ammirare.
Il nuovo Castello di Nardò ha una pianta quadrangolare con quattro torri angolari a mandorla di cui una maggiormente sporgente delle altre rispetto al tracciato perimetrale ed alle mura di cinta cittadine, e che probabilmente si collegava ad una delle porte urbiche. Inizialmente aveva un ponte levatoio che scavalcava il fossato non più esistente perché colmato, oltre ad essere fornito di bocche cannoniere, feritoie e balestriere laterali. Successivi interventi e modifiche hanno cambiato il prospetto del castello che nel tempo è andato perdendo parte delle sue caratteristiche militari per trasformarsi in residenza signorile. Diversi blasoni della famiglia Acquaviva d’Aragona campeggiano sui torrioni e sulla facciata principale. Il cortile interno quadrangolare, piuttosto piccolo e spostato ad occidente rispetto all’asse della struttura, costituiva la piazza d’armi mentre i duchi risiedevano al piano nobile.
Subentrata nella proprietà la famiglia dei Baroni Personé, nel XIX secolo la facciata principale fu abbellita con fregi e piccoli archi, nonché altre decorazioni i cui lavori furono affidati alla direzione dell’Ingegnere Generoso De Maglie di Carpignano Salentino. Sulla facciata fu aggiunto anche lo scudo con le armi dei Personé. Nel 1933 il castello veniva acquistato dal Comune.
Cosimo Enrico Marseglia